giovedì 31 luglio 2014

L'analisi di Albert Humphrey

Qualcuno di voi ha già sentito parlare di Albert Humphrey?


E' uno degli studiosi più importanti nel campo del management perché condusse una ricerca per identificare i motivi che portano le organizzazioni a far fallire i loro piani, elaborando la cosiddetta analisi SOFT che forse, alla maggioranza di voi, dirà poco.



In sostanza, riassumendo i concetti principali di questo studio, Humphrey sostiene che ciò che è buono nel presente possa essere classificato come "soddisfacente", un punto di forza, mentre ciò che sarà buono in futuro sia un'"opportunità".


Ciò che oggi, invece, è cattivo per l'organizzazione è un "errore" o un punto debole da correggere mentre ciò che diventerà cattiva in futuro rappresenta una "minaccia".

Dalle inziali delle parole inglesi nasce l'acronimo SWOT che forse qualcuno di voi ricorderà perché ne abbiamo parlato diverse volte.


Avete mai messo in pratica questo strumento?

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mercoledì 30 luglio 2014

Un curriculum più forte (2)

Oggi leggeremo insieme la seconda parte dell'articolo che Il Sole 24 Ore ha dedicato al classico anno di formazione all'estero vedendo quali possono essere i costi e i vantaggi di una simile esperienza.

(...)

Se non si parte con alloggio e retribuzione assicurata, il gap year costa. E non poco, se è vero che alcune stime fissano la dote minima per un anno a 10mila euro.

(...)

Resta il dubbio: un anno di stand by non rischia di penalizzare il curriculum? Secondo le agenzie per il lavoro, è vero il contrario: le aziende valutano con più interesse i candidati con esperienze all'estero dai sei mesi in su. A patto che l'anno sabbatico non renda un po' troppo elastiche le scadenze della laurea triennale o magistrale.

L'anno sabbatico prima di iniziare un ciclo universitario è un'esperienza assolutamente ben vista dalle aziende, se si rispettano due premesse. Prima di tutto dev'essere corposa, di almeno tre o sei mesi. E soprattutto è decisivo che la persona concluda gli studi nella tempistica prevista: il gap year fa la differnza, ma a parità di curriculum si privilegia comunque chi ha ultimato tutto in maniera puntuale.

(...)

Ma in cosa consiste la marcia in più? Perché un gapper dovrebbe essere più convincente dei coetanei, a parità di requisiti? Innanzitutto perché si tratta di un'esperienza fuori casa: questo è indicativo di una persona indipendente, autonoma che si organizza il proprio viaggio e la propria attività lavorativa. In secondo luogo, il fatto che si impara una lingua in più.

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martedì 29 luglio 2014

Un curriculum più forte

(Fonte: Il Sole 24 Ore)

Sei mesi a Londra. Un anno a Berlino, sulla rotta del tedesco o di un master d'eccellenza. E poi: esperienze in India, ragazze alla pari in Francia e Inghilterra, scambi di un trimestre in Sud America per rifinire la tesi di laurea. Altro che "anno buco": il gap year, l'anno sabbatico, può essere la soluzione a dubbi o periodi di stallo da un'iscrizione universitaria all'altra.

L'idea affascina, se è vero che i "gappers" (oltre 2,5 milioni nel solo Regno Unito) stanno prendendo piede anche in Italia.


(...)

Un gap year con un suo valore per curriculum e formazione va pianificato con cura, senza scelte dellì'ultimo minuto che rischiano di ritorcersi contro per utilità, costi e sicurezza.

(...)

Prima bisogna pensare dove e quando partire, leggere benissimo la documentazione che ci è fornita, prenotare i voli in anticipòo, controllare le vaccinazioni, ottenere visti e permessi di ingresso.

(...)

Va da sé: il gap year non è quasi mai uno "year" di 12 mesi. Ma da qui a esperienze troppo brevi, il passo è lungo. Si sconsigliano trasferimenti inferiori ai tre mesi, la base minima per attività di sostanza nel lavoro e nel volontariato.

Le destinazioni più fruttuose, in vista di un futuro in Italia o all'estero?
Per un'esperienza di lavoro ordinaria e/o con finalità precise (ad esempio un certificato di lingua), conviene orientarsi su mete più comuni come Regno Unito, Francia e Germania. In caso contrario la bussola può sbilanciarsi su orizzonti nuovi e meno conosciuti, soprattutto se si sogna una carriera in cooperazione o consulenza sui mercati emergenti.
Per una prima esperienza si consiglia qualcosa di impatto forte e gratificante, come Africa e India. E' interessante respirare l'energia e la voglia di crescere di questi paesi, conoscendo dinamiche un po' meno familiari rispetto a quelle che si vivrebbero in paesi più vicini o comunque europei.
 

Continueremo la lettura dell'articolo domani. Non mancate!

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lunedì 28 luglio 2014

Cosa significa per voi "Qualità"?

Ognuno di noi ha un'idea abbastanza precisa di cosa significhi "Qualità" e sono convinta che tutti coloro che leggono abitualmente queste pagine sarebbero in grado di sfoderare, all'occorrenza, tutte le definizioni del caso.

Non è di questo, però, che voglio parlarvi oggi perché vorrei chiedervi, invece, cosa significhi per voi la parola "Qualità".

Quelle che seguono sono alcune riflessioni che abbiamo raccolto in rete. Avete voglia di aggiungere le vostre?
  • La Qualità è un processo che porta le persone a non ragionare più su obiettivi di breve termine, facendo loro adottare una cultura votata all'eccellenza che favorisce obiettivi di lungo termine
  • Qualità significa fare sempre del proprio meglio
  • La Qualità è semplice: basta dare ai clienti quello che vogliono, al prezzo stabilito ed entro le tempistiche previste. Niente di meno e niente di più
  • La Qualità si basa sulla soddisfazione dei requisiti che deve essere costante e non sporadica
  • La Qualità si compone di persone motivate che rendono il sistema a prova di errore in qualunque step dei processi che lo compongono
  • La Qualità rappresenta la scelta di vivere contrapposta a quella di morire
  • La Qualità è una collaborazione costante tra chi produce e chi compra, tra chi produce e chi fornisce i componenti e tra chi produce e chi utilizza il prodotto o il servizio
  • La Qualità fa in modo che siano i clienti a ritornare da noi, non i prodotti che abbiamo spedito

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venerdì 25 luglio 2014

I 14 punti di Deming si insegnano ancora ai manager?

Gli investimenti che le organizzazioni fanno nel campo della Qualità possono contribuire a soddisfare le priorità della Direzione e ad assicurarle che l'organizzazione sia sempre in grado di rispondere alle sfide più importanti presenti sul mercato.

Per alcune organizzazioni, però, "Qualità" rimane solamente una parola che definsice un insieme di strumenti e di tecniche associati quasi esclusivamente al Controllo Qualità. Se per alcuni, infatti, la Qualità si è evoluta per diventare un partner fondamentale nello sviluppo del business e nell'esecuzione delle strategie aziendali, moltissimi ancora non riescono a considerarla se non associandola strettamente al prodotto.


Questa riflessione ci porta immediatamente ai famosi 14 punti di Deming perché:
  • il grande studioso riuscì a fare una breve lista di pratiche di gestione capace di aiutare le aziende ad aumentare la qualità e la produttività;
  • questi spunti possono essere considerati il fondamento del Total Quality Management - TQM cioè di un approccio gestionale teso al successo nel lungo termine che passa attraverso la soddisfazione del cliente;
  • i 14 punti di Deming si concentrano sulla trasformazione dei lavoratori che devono partecipare attivamente alle attività previste dalla Qualità per migliorare processi, i prodotti, i servizi e la cultura dell'ambiente in cui lavorano. Deming disse che questa trasformazione può essere compiuta solo dall'uomo, non dall'hardware, dai computer, dall'automazione, da nuovi macchinari, ecc. Un'organizzazione, infatti, non può acquistare il suo percorso verso la qualità ma deve avere il coraggio di intraprenderlo con tanto lavoro, fatica ed entusiasmo;
  • i consigli di Deming possono essere applicati in qualsiasi luogo, da parte di qualsiasi organizzazione e in qualsiasi ambito;
  • anche se sono stati scritti ormai molti anni fasono dei veri e propri comandamenti che ogni azienda dovrebbe mettere in pratica al fine di migliorare le sue prestazioni effettive mediante l'applicazione della Qualità in ogni suo singolo aspetto.
Deming spiegò che l'adozione e la messa in pratica dei suoi 14 punti sono un chiaro segnale che la Direzione intende rimanere in attività e che mira a tutelare gli stakeholder. Per riuscire in questo difficile compito, infatti, un'azienda deve impegnarsi per trasformare nel profondo il suo sistema di gestione, cercando di migliorarlo continuamente e di farlo evolvere, andando oltre il prodotto e adottando la Qualità come un vero e proprio partner utile per supportare il business nel lungo periodo.

Come si sta comportando la vostra azienda? Avete già parlato dei 14 punti di Deming alla vostra Direzione, magari non presentandoli come una raccolta di consigli per addetti ai lavori ma come suggerimenti per tracciare
la giusta rotta, sopravvivere alla crisi e prosperare?

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giovedì 24 luglio 2014

"Vendere" la Qualità (2)

Se davvero avete la passione per la Qualità e credete nel vostro lavoro, questo sarà il primo fondamentale ingrediente che vi metterà in grado di trovare in voi tutta la motivazione necessaria per affrontare anche i momenti "no", che non mancheranno di certo, e per insegnare ai vostri colleghi come possano ottenere il massimo dal loro sforzo.

Il secondo ingrediente fondamentale è cercare di andare d'accordo con tutti, in modo che i colleghi non vi percepiscano come i fanatici dei controlli che verificano, lista alla mano, come lavorano gli altri ma come un supporto costante per migliorare l'intera organizzazione.

Il terzo "segreto" per "vendere" la Qualità è, come abbiamo accennato, puntare sui numeri e raccogliere buoni dati a testimonianza di ciò che direte. 


Anche scegliere di iniziare a lavorare su qualcosa che costi poco in termini di sforzi ma ripaghi molto nel breve periodo vi darà una grande mano. State tranquilli, un'area con queste caratteristiche c'è in ogni organizzazione, basta trovarla. 
Far vedere subito i primi risultati è il modo migliore per convincere anche gli scettici.

Il quinto suggerimento per vendere la Qualità è cercare di mantenersi positivi, concentrandosi sui progressi ottenuti più che su tutte le cose che ancora non funzionano. Mostratevi proattivi, cercate di anticipare i problemi, affrontate le difficoltà col sorriso sulle labbra e cercate, voi per primi, di motivare tutti gli altri e di aiutare chi ne ha bisogno. 

Se riuscirete a diventare un modello, molte altre persone adotteranno il vostro comportamento e cercheranno di ottenere i vostri stessi risultati.

L'ultima cosa che ci sentiamo di suggerirvi è di non partire con l'idea di formare dirigenti e collaboratori dal punto di vista teorico ma  andare dritti al punto, sul gemba, per far loro capire in maniera estremamente pratica come la Qualità non sia solamente un insieme di belle idee confinate su un pezzo di carta ma sia materia "viva" capace di affrontare le piccole e grandi difficoltà lavorative quotidiane e di risolverle.


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mercoledì 23 luglio 2014

"Vendere" la Qualità

Torniamo sulla questione fondamentale di come un professionista del nostro settore possa riuscire a "vendere" la Qualità alla Direzione, ai colleghi/collaboratori, ecc.

Come si fa a convincere le persone con le quali dovremo lavorare che la Qualità è importante e rappresenta una strategia essenziale per inseguire l'eccellenza perché migliora le prestazioni, fa diventare più competitivi, favorisce la crescita, migliora la sostenibilità e garantisce la sopravvivenza dell'organizzazione nel futuro?

Partiamo col dire che sappiamo bene quanto sia triste dover "convincere" la Direzione perché i dirigenti dovrebbero avere le conoscenze e le motivazioni necessarie per riuscire a discutere con i professionisti della Qualità e comprendere come questa metodologia possa portare grandissimi miglioramenti all'organizzazione. Il problema è che la Qualità, in molti casi, è considerata anche dal  managementcome un'attività priva di valore aggiunto che serve solo a buttare via soldi.

Bisogna, dunque, partire come abbiamo detto molte volte dal "parlare attraverso i numeri che hanno il potere di far comprendere immediatamente le cose". Se non riuscirete a far capire alla Direzione che la Qualità può migliorare i profitti, difficilmente riuscirete ad averla dalla vostra parte, soprattutto se non è composta da quei rari manager illuminati che gestiscono alcune organizzazioni nel nostro Paese.

Senza una Direzione capace di sostenervi, il vostro lavoro sarà difficilissimo (per non dire impossibile). Sarà impossibile, infatti, formare e informare i vostri colleghi che - spesso - sono tecnici concentrati sulla progettazione e produzione di qualcosa che dovrà essere pronto al momento stabilito. E' difficile far capire a gente che ha già poco tempo per fare le cose bene che dovrà "perderne" dell'altro per "produrre carta e costruire un Sistema Qualità" (perché è così che vedranno la cosa). 

Siete curiosi di conoscere gli ingredienti migliori per affrontare nel modo giusto una situazione come quella descritta? Allora tornate a trovarci domani perché vi spiegheremo come fare.

Nel frattempo, se vi va, raccontateci come avete affrontato un ambiente particolarmente ostile all'introduzione della Qualità.
 

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martedì 22 luglio 2014

Assicurazione Qualità e Controllo Qualità (2)

Continuiamo ad esaminare le differenze tra il Controllo della Qualità e l'Assicurazione della Qualità.

Il Controllo Qualità si basa sul principio che non tutti i parametri di un processo possano essere controllati e che, quindi, si debba esercitare un controllo sui prodotti o sui servizi per ricercare ed, eventualmente, eliminare i difetti.
Per farlo si assicura che gli standard, così come sono stati definiti, vengano seguiti ad ogni fase del processo affinché il risultato ottenuto sia quello atteso.

L'Assicurazione Qualità, invece, pianifica processi e procedure in modo da dare una certa sicurezza che tutti i prodotti e tutti i servizi siano di buona qualità.
Per farlo, definisce gli standard e le metodologie da seguire in modo da soddisfare tutti i requisiti (interni, del cliente, delle normative di riferimento e delle cogenze) affinché ci si assicuri di fare sempre la cosa giusta.

Controllo e Assicurazione Qualità, contrariamente a ciò che molti pensano, non sono due metodologie opposte ma risultano complementari perché, basandosi sui test e sui controlli che svolge, il Controllo Qualità prepara dei report che poi l'Assicurazione Qualità valuta al fine di stabilire se occorrano o meno azioni correttive o preventive.

Un'altra differenza fondamentale tra il CQ e l'AQ è che le attività del primo si svolgono durante il processo di produzione e una volta che il prodotto è terminato mentre quelle dell'Assicurazione Qualità si svolgono (o si dovrebbero svolgere) PRIMA della fine del processo produttivo.

Chiudiamo ricordando che il Controllo Qualità è orientato al prodotto mentre l'Assicurazione Qualità è orientata al processo. 

Vi vengono in mente altre differenze? 

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lunedì 21 luglio 2014

Assicurazione Qualità e Controllo Qualità

Anche se il concetto di "Assicurazione" della Qualità (AQ) è vecchiotto e, per certi versi, superato dalla più moderna idea di "Gestione" della Qualità abbiamo scelto di tornare sulle differenze tra Quality Assurance e Controllo Qualità (CQ) perché un nostro giovane lettore ce l'ha chiesto e siamo sempre contenti di riuscire a dare una mano a chi si avvicina a questa materia affascinante.

Partiamo dalle definizioni:


il controllo della Qualità consiste nella verifica di qualcosa, al fine di valutare la necessità di eventuali risposte correttive;
l'assicurazione della Qualità consiste - invece - nell'atto di costruire fiducia e certezza senza il bisogno di ricorrere constantemente al controllo

Potremmo anche dire che il  CQ si basa su tecniche di osservazione e su attività utilizzate per verificare il pieno rispetto dei requisiti mentre l'AQ si compone di attività pianificate e sistematiche pensate in modo da garantire che i requisiti del prodotto siano rispettati.

Ancora, possiamo contrapporre il controllo Qualità che è un sistema basato sull'individuazione di qualsiasi problematica all'assicurazione Qualità che si preoccupa di costruire un sistema atto a prevenire ogni malfunzionamento nell'ambito della sicurezza del prodotto, degli standard qualitativi o di ciò che stabilito a livello legale.

Domani entreremo nel vivo delle differenze tra i due modi di pensare che non si limitano, ovviamente, alle definizioni.

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venerdì 18 luglio 2014

Definire la Qualità: 5 approcci (2)

Vediamo ora gli ultimi tre approcci che ci portano a definire la Qualità.

Il terzo approccio che esamineremo oggi è frutto della collaborazione tra tre diverse discipline: economia, marketing e gestione aziendale e si basa sull'esperienza dell'utente che utilizza il prodotto.
La definizione articolata che ne deriva è la seguente: ogni individuo ha differenti volontà o necessità da soddisfare attraverso un prodotto. E' in questo filone che si inserisce il famosissimo: "fitness for use", cioè l'adegiatezza all'uso di J. M. Juran.

Anche il quarto approccio deriva da una sinergia tra le tre discipline viste sopra ma si basa sull'aspetto produttivo.
Da qui nasce la filosofia di Crosby che si può riassumere con due sue frasi famosissime: "Qualità è conformità ai requisiti" e "Qualità è fare le cose bene la prima volta", cioè prevenire i difetti costa meno che sistemarli.

Il quinto e ultimo approccio ha come base solamente la gestione aziendale e si fonda sul valore, definendo la Qualità in base a costo e prezzo. Dunque, un prodotto di Qualità è un prodotto capace di fornire le performance richieste ma ad un prezzo accettabile, ossia conformità al giusto costo. Ultimamente, è questa la definizione di Qualità che prevale tra le diverse scuole di pensiero.

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giovedì 17 luglio 2014

Definire la Qualità: 5 approcci

David Garvin (ne abbiamo parlato accennando alle otto dimensioni della Qualità) identificò ben 5 approcci nel definire la Qualità che derivano da 4 discipline differenti:

- la filosofia
- l'economia
- il marketing
- la gestione aziendale

La filosofia ha con la Qualità un approccio trascendente.
Fanno parte di questo filone due ragionamenti che ci aiutano ad articolare la prima definizione:
  • La Qualità è un'eccellenza innata che non può essere definita con esattezza ma che si riconosce quando è presente
  • La Qualità è una proprietà semplice che non si riesce ad analizzare ma che possiamo imparare a riconoscere grazie all'esperienza
Gli economisti hanno un approccio più orientato al prodotto che formula la seguente definizione:
  • La Qualità è una variabile precisa e misurabile che è riscontrabile nei componenti e negli attributi di un prodotto
  • La Qualità riflette la presenza o l'assenza di questi attributi del prodotto che sono misurabili oltre che desiderabili
  • Una maggiore Qualità richiede, inevitabilmente, più attributi, costi maggiori e beni più cari
Domani vedremo gli altri tre approcci

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martedì 15 luglio 2014

Cambiano le norme europee sulle vendite e l'Italia si deve adeguare (2)

Continuiamo a leggere insieme le modifiche più importanti apportate dalla direttiva 2011/83/UE alle vendite che avverranno all'interno dell'Unione Europea, così come sono state riportate da "Altroconsumo".

(...)

No a numeri a pagamento

Se il consumatore vuole mettersi in contatto con il venditore, per avere informazioni sul suo contratto, deve avere la possibilità di farlo senza essere tenuto a pagare più della tariffa di base: addio, dunque, ai famigerati numeri a pagamento che facevano lievitare le bollette.

(...)

Le tempistiche per recedere

Se il venditore "dimentica" di informare sulle modalità del recesso, il periodo per rimandare indietro il bene acquistato termina 12 mesi dopo la fine del periodo di recesso iniziale (o dopo 14 giorni dal momento in cui il venditore ne dà notizia entro il primo anno).

E' il consumatore a dover dimostrare di aver rispettato i termini imposti e quindi è sempre meglio fare la comunicazione con raccomandata a.r. o email: a fare da "spia" sarà la data di spedizione.

Dal momento della comunicazione, il consumatore deve restituire, a sue spese (sempre che il venditore sia stato chiaro su questo punto, altrimenti il costo ricade su quest'ultimo) i beni acquistati - e non utilizzati, pena il decadimento del diritto di recesso - entro 14 giorni.
Lo stesso periodo di tempo è concesso al venditore per rimborsare i pagamenti ricevuti, a partire dal giorno in cui è informato del recesso da parte del consumatore, (...), utilizzando lo stesso mezzo di pagamento usato inizialmente per la transazione.
Il venditore è tenuto a restituire anche le eventuali spese di spedizione.

Quando il recesso è escluso

Ci sono casi in cui il diritto di recesso è escluso: per esempio per la prestazione di un servizio già eseguito o la compravendita di prodotti che si deteriorano facilmente.

Chiuderemo il discorso domani prendendo in esame alcuni contratti particolari.

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lunedì 14 luglio 2014

Cambiano le norme europee sulle vendite e l'Italia si deve adeguare

Buone notizie per i consumatori e anche per tutti noi che ci occupiamo di qualità che dovrebbe consistere, come prima cosa, nell'avere clienti soddisfatti. 
Leggiamo insieme...

(Fonte: Altroconsumo)

Interessanti novità hanno modificato il panorama normativo che regola la compravendita di beni e servizi in tutte le sue forme: da quelle tradizionali a quelle online, passando per quelle telefoniche e a domicilio.

Le modifiche al Codice del consumo, già esistente in Italia, si sono rese necessarie per l'entrata in vigore, dal 13 giugno, di una normativa di origine comunitaria.

(...)

Più informazioni

Prima di impegnarsi in un contratto di vendita, qualunque esso sia, il vendtore deve fornire all'acquirente, in modo chiaro e comprensibile: 
- le caratteristiche dei beni o dei servizi proposti
- la sua identità con l'indirizzo fisico e un numero di telefono di contatto
- il prezzo totale (che deve comprendere anche eventuali imposte, spese di spedizione, spese postali

(...)

Vanno indicate le modalità di pagamento e i tempi di consegna, la durata del contratto (se esiste) e le condizioni per la sua eventuale risoluzione.
In caso di contenuti digitali, deve essere indicata la loro funzionalitrà e l'eventuale interoperabilità con hardware e software.
Non deve mancare, poi, il riferimento all'esistenza della garanzia legale di conformità, delle garanzie commerciali e delle condizioni del servizio post-vendita

Domani continueremo a vedere quali altri cambiamenti i venditori italiani dovranno implementare, soprattutto per ciò che riguarda i contratti a distanza.

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giovedì 10 luglio 2014

Valutare il processo di emissione delle offerte

Come si valuta il processo di emissione delle offerte? Quali indicatori possiamo associare a questa serie di attività per essere certi di valutarle nella maniera corretta?

Potete leggere l'intera discussione sul forum di QualitiAmo. Vi basterà iscrivervi.

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martedì 8 luglio 2014

Una check list per il riesame della Direzione

Avete mai preparato una check list per essere certi di non scordare alcun punto nel preparare il riesame della Direzione? Avete voglia di condividerla con noi in modo, tutti insieme, da costruirne una che sia completa il più possibile?

Iniziamo!

Partiamo dalle informazioni principali che dovranno essere registrate per avere una tracciabilità del documento:
  • la data in cui è previsto l'incontro
  • i nomi di coloro che vi parteciperanno 
A queste informazioni, quando andremo a compilare il verbale della riunione, aggiungeremo:
  • chi è stato incaricato di scrivere il verbale
  • la data in cui è stato scritto e distribuito il documento
Fin qui tutto facile. Ora dobbiamo assicurarci di non dimenticare nulla di quanto ci siamo detti nell'incontro precedente quindi cosa inserireste nella check list?

Potete leggere questa intera discussione semplicemente iscrivendovi al forum di Qualitiamo.

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lunedì 7 luglio 2014

Le caratteristiche del Kanban

Se doveste riassumere in poche parole quali caratteristiche contraddistinguano lo strumento Kanban cosa direste?

A noi sono venuti in mente questi principi. Riuscite ad ampliare la lista?
  1. Il Kanban serve per visualizzare il lavoro da compiere;
  2. è uno strumento che serve per ridurre il work in progress perché porta a concentrarsi sul primo compito da svolgere per rispettare l'esatta sequenza temporale prevista;
  3. serve per gestire meglio qualunque flusso di lavoro;
  4. aiuta a rendere esplicite le politiche legate ad un certo processo perché, appendendo il flusso di lavoro a una parete, tutti - dal top management in giù - hanno un'idea chiara su ciò che sta succedendo e sul perché;
  5. serve per migliorare la collaborazione tra le persone perché, una volta che tutti possono vedere quello che sta succedendo, c'è la possibilità di suggerire modi per migliorare il lavoro
 Aggiungereste qualcosa?

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mercoledì 2 luglio 2014

La Qualità per migliorare la supply chain

L'ultimo numero di "Quality Progress" affronta il problema della supply chain e analizza come l'uso degli strumenti della Qualità possa aiutarci a migliorarne le performance.

La base di partenza deve essere uno sforzo di tipo sistemico (riguardante, cioè, l'intero sistema azienda-catena di fornitura) per individuare tutte le attività prive di valore aggiunto al fine di ottimizzare e razionalizzare la supply chain e i suoi rapporti con l'azienda.
Il tutto, naturalmente, va fatto anche in un'ottica di abbattimento dei costi e di miglioramento dell'efficienza complessiva.

Prima di scendere nel dettaglio dell'articolo nei prossimi giorni, qualcuno di voi ha mai fatto un lavoro di questo genere? Se sì, ci raccontate qualcosa?


Potete trovare l'intera conversazione sul forum di QualitiAmo. Per leggerla, vi basterà iscrivervi.

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martedì 1 luglio 2014

Qualità e Responsabilità Sociale

Vi segnalo questa paginetta (traduzione automatica) che introduce il discorso di come la Qualità possa supportare l'introduzione e l'integrazione della Responsabilità Sociale nelle vostre organizzazioni.

Vi siete già occupati dell'argomento? Pensate di farlo in futuro?


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