(Fonte: "Affari&Finanza")
"Sì, è vero, in generale i dirigenti italiani sono più vecchi di quelli di altri Paesi, ma ciò non è legato né a fattori genetici né alla mentalità del Paese, ma ad altri elementi". Difende a spada tratta i manager Mario Mantovani, il nuovo presidente della Cida, la confederazione dei dirigenti pubblici e privati.
(...)
Dottor Mantovani, allora perché i dirigenti italiani sono tra i più vecchi del mondo? In altri Paesi si diventa dirigenti anche prima dei 30 anni, qui da noi non prima dei 40, quando va bene.
"Non è che in Italia manchino aziende dove si diventa dirigenti prima dei 30 anni. Si tratta, in genere, di imprese in forte crescita, innovative e con una proiezione globale. Ma nel sistema italiano queste imprese sono poche. Prevale invece un genere di aziende con strutture più antiche e consolidate dove c'è meno bisogno di manager giovani. E' un Paese dove l'esperienza vale molto di più di altri fattori e lo dimostra il fatto che quest'anno è cresciuta l'occupazione degli over 50 e degli over 60. Ma non è che l'esperienza del passato sia sempre e in ogni caso utile: a volte il non sapere è un vantaggio, però è vero che le aree produttive in cui questo accade in Italia sono relativamente poche".
In quali settori operano le società più innovative in Italia?
"Sono imprese dei settori più variegati: consulenza, finanza, tecnologia, luxury. E' in questo genere di aziende che si diventa dirigenti a 30 anni".
(...)
Parliamo del ruolo del manager: è cambiato qualcosa nel loro stile di comando rispetto a qualche anno fa?
"Sì, oggi si lavora di più per obiettivi. Il dirigente non è più ai vertici di una piramide, ma è colui che ha la capacità di far raggiungere risultati ai dipendenti e quindi all'azienda. La gerarchia conta meno".
(...)
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)
"Sì, è vero, in generale i dirigenti italiani sono più vecchi di quelli di altri Paesi, ma ciò non è legato né a fattori genetici né alla mentalità del Paese, ma ad altri elementi". Difende a spada tratta i manager Mario Mantovani, il nuovo presidente della Cida, la confederazione dei dirigenti pubblici e privati.
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Dottor Mantovani, allora perché i dirigenti italiani sono tra i più vecchi del mondo? In altri Paesi si diventa dirigenti anche prima dei 30 anni, qui da noi non prima dei 40, quando va bene.
"Non è che in Italia manchino aziende dove si diventa dirigenti prima dei 30 anni. Si tratta, in genere, di imprese in forte crescita, innovative e con una proiezione globale. Ma nel sistema italiano queste imprese sono poche. Prevale invece un genere di aziende con strutture più antiche e consolidate dove c'è meno bisogno di manager giovani. E' un Paese dove l'esperienza vale molto di più di altri fattori e lo dimostra il fatto che quest'anno è cresciuta l'occupazione degli over 50 e degli over 60. Ma non è che l'esperienza del passato sia sempre e in ogni caso utile: a volte il non sapere è un vantaggio, però è vero che le aree produttive in cui questo accade in Italia sono relativamente poche".
In quali settori operano le società più innovative in Italia?
"Sono imprese dei settori più variegati: consulenza, finanza, tecnologia, luxury. E' in questo genere di aziende che si diventa dirigenti a 30 anni".
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Parliamo del ruolo del manager: è cambiato qualcosa nel loro stile di comando rispetto a qualche anno fa?
"Sì, oggi si lavora di più per obiettivi. Il dirigente non è più ai vertici di una piramide, ma è colui che ha la capacità di far raggiungere risultati ai dipendenti e quindi all'azienda. La gerarchia conta meno".
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