venerdì 30 novembre 2012

I passi principali per essere "lean"

State iniziando ora ad occuparvi di Lean thinking e avete paura di perdervi i fondamenti nella mole di informazioni che state raccogliendo? Se è così, provate a dare un'occhiata a quelli che - a nostro giudizio - sono i 5 step principali per iniziare a "diventare snelli".

Tutti a bordo, nessuno escluso
 
Assicuratevi che tutte le persone alle quali vi rivolgerete per implementare il progetto siano davvero coinvolte e pronte a garantire coi fatti oltre che con le parole l'appoggio al programma. 
State in mezzo a loro, ascoltate i loro discorsi, i dubbi, le perplessità. Aiutateli a capire affinché possano dare il loro contributo e portate allo scoperto gli scettici. Senza questo step fondamentale non riuscirete mai e poi mai a diventare un'organizzazione snella.

Formate un comitato di pilotaggio


Istituire un comitato ad hoc che pensi a rivedere i processi da implementare e a formulare tutte le raccomandazioni del caso non è obbligatorio ma è altamente raccomandabile. 
Assicuratevi che sia costituito da persone che appartengono a diverse aree aziendali perché possano offrire prospettive differenti nell'affrontare e coordinare il lavoro.  
Le aziende più aperte potranno consultare in questa fase anche i clienti e i fornitori che hanno già compiuto questo percorso e trarre da loro utili consigli.

Analizzare i processi

Questo è, probabilmente, lo step più difficile da mettere in atto in quanto è il più noioso e richiede tempo e pazienza perché i processi all'interno di qualsiasi organizzazione sono davvero molti. Tuttavia, una valutazione completa è fondamentale perché dovrà portarvi a stabilire quali operazioni di quelle che eseguite quotidianamenete vi diano valore aggiunto e quali no (queste ultime, ovviamente, andranno ridotte all'osso o - se possibile - eliminate). 


Impostate il progetto

Il progetto per implementare il Lean thinking va impostato bene per determinare quali metodologie verranno applicate per ogni processo, il modo in cui saranno attuate e come sviluppare un piano d'azione dettagliato.  

Iniziate impostando una data entro la quale volete implementare i vostri cambiamenti, cercando di essere realisti. 

Comunicate in maniera chiara

Comunicate in maniera chiara le modifiche e cercate di arrivarci con una condivisione da parte di tutte le persone che lavorano sui singoli progetti. 

Spiegate cosa volete ottenere e cosa vi aspettate da ognuno dei vostri colleghi, tenendo bene a mente che essere lean è qualcosa in continua evoluzione e non un punto di arrivo. Ci sarà sempre qualcosa che potrà e dovrà essere fatto per migliorare su base continua la qualità e la produttività.

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giovedì 29 novembre 2012

I 4 zero della TPM

Torniamo sul discorso della TPM o Total Productive Maintenance per fare il punto sui "quattro zero" ai quali questo strumento punta.

Riuscite ad elencarli?

No?

Allora guardate qui sotto!

1) Zero difetti
2) Zero sprechi
3) Zero fermi macchina
4) Zero incidenti

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mercoledì 28 novembre 2012

Qualche spunto dalla lettura di "Open" (3)

Chiudiamo la lettura dell'autobiografia di Andre Agassi, "Open" con il terzo e ultimo spunto che ne ho tratto per avviare una discussione con voi.

Agassi parla con il suo preparatore atletico Gil Reyes che introduce il concetto di cambiamento.
Un discorso motivazionale stupendo. Leggiamolo insieme.

(...)

"Andre, non proverò mai a cambiarti, perché non ho mai provato a cambiare nessuno. Se fossi stato capace di cambiare qualcuno avrei cambiato me stesso. Ma so che posso darti la struttura e il progetto per ottenere quello che vuoi."

(...)

"Sarò severo ma giusto. Ti guiderò senza mai spingerti. 

Non sono uno che esprime molto bene i suoi sentimenti, ma d'ora in poi sappi questo: ci siamo, ragazzo. 
Ci siamo. 
Sai che ti dico? Tu stai combattendo e puoi contare su di me fino all'ultimo uomo. 

Da qualche parte lassù c'è una stella con sopra il tuo nome. Forse non sarò capace di aiutarti a trovarla, ma le mie spalle sono forti e puoi salirci sopra mentre la cerchi-. Hai capito? Per tutto il tempo che vuoi. 
Sali sulle mie spalle e allunga la mano, ragazzo. Allungala." 


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martedì 27 novembre 2012

Qualche spunto dalla lettura di "Open" (2)

Continuiamo la lettura dell'autobiografia di Andre Agassi, "Open". Eccovi il secondo spunto che ne ho tratto per avviare una discussione cone voi.

Agassi si sta allenando ma, all'improvviso, chi lo segue deve assentarsi.
Prende il suo posto Gil Reyes che diventerà il suo preparatore atletico e che ci parla di obiettivi.


(...)

"Dopo qualche settimana Pat deve tornare a casa. Un'emergenza familiare. Busso alla porta dell'ufficio di Gil e gli riferisco che Pat è partito ma mi ha lasciato un programma da svolgere. 
Gli porgo il foglio con le istruzioni di Pat e gli chiedo se potrebbe aiutarmi a eseguirle.

Certo, risponde Gil."

(...)

"Ad ogni esercizio Gil inarca un sopracciglio. Osserva il programma di Pat, rigira il foglio tra le mani e aggrotta la fronte. Lo incoraggio a dire cos'ha in testa, ma lui si limita ad alzare ancora di più il sopracciglio. 

Mi domanda: qual è lo scopo di questo esercizio?
Non ne sono sicuro.
Ripetimelo, quanto tempo è che lo fai?
Un sacco di tempo.
Lo supplico di dirmi cosa ne pensa.

Non voglio pestare i piedi a nessuno, premette. Non voglio mettere bocca. Ma non posso mentirti: se qualcuno può scrivere il tuo programma d'allenamento su un foglio di carta, quel programma non vale il foglio su cui è scritto. 
Mi stai chiedendo di aiutarti a svolgere un allenamento che non tiene alcun conto di dove sei, di ciò che provi, di quello su cui ti dovresti concentrare. E non ammette cambiamenti.

Mi sembra un dioscorso sensato. Potresti aiutarmi? Magari darmi qualche consiglio?

Non lo so. Quali sono i tuoi obietivi?" 

A domani!
 
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lunedì 26 novembre 2012

Qualche spunto dalla lettura di "Open"

Su vostro consiglio, ho letto l'autobiografia di Andre Agassi, "Open", e ne ho ricavato qualche spunto che voglio proporvi qui sul forum.

A proposito, è un libro bellissimo ed è scritto divinamente bene da un premio Pulizier (J.R. Moehringer). Ve lo consiglio assolutamente!

Oggi si parla di "borsa degli attrezzi"...qual è la vostra? Come'è composta? Ne siete anche voi così gelosi?

(...)

"Darren esce alla chetichella e torna cinque minuti dopo con otto racchette incordate di fresco. Le appoggia sopra la mia borsa. Sa che voglio mettercele dentro io stesso.

Sono fissato con la mia borsa. La tengo meticolosamente organizzata e non penso di dovermi giustificare per questa mia mania dell'ordine. La borsa è la mia cartella, la mia valigia, la mia cassetta degli attrezzi, il mio contenitore di viveri. La mia tavolozza. 

Deve essere a posto, sempre. 

La borsa è ciò che porto con me quando scendo in campo e quando ne esco, due momenti in cui i miei sensi sono particolarmente acuti, per cui avverto ogni grammo del suo peso. Se qualcuno ci infilasse un paio di calzettoni a losanghe in più me ne accorgerei. 

La borsa da temnnis assomiglia molto al tuo cuore: devi sapere in ogni momento cosa c'è dentro."

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venerdì 23 novembre 2012

Capire le persone (4)

Ultimo appuntamento con "Mente & Cevello" e con l'articolo "Ti capisco al volo!"

(...)

"Giudizi metacognitivi distorti, autosopravvalutazione, errore di conferma, ecc. Possiamo fare qualcosa per eliminarli?
Certo! E' importante, per esempio, essere consapevoli dei fattori che ci hanno spinto al giudizio."

(...)

"Una misura efficace è esaminare in maniera consapevole le possibili fonti di errore, per esempio: la persona X mi sembra incapace. Ma ciò potrebbe dipendere dal fatto che non mi piace il suo aspetto esteriore e - per questo - penso che non abbia nemmeno le capacità necessarie e che la mia sia una deduzione priva di qualsiasi fondamento razionale?

Grazie a queste domande è più facile correggere i giudizi erronei"

Una seconda stretegia di correzione consiste nel contrastare la ritrosia a rivedere la nostra prima impressione. Le persone modificano il proprio atteggiamento inconscio solo quando elaborano informazioni contrarie, quindi con un intenso lavoro di riflessione.
Limitarsi a prendere atto delle informazioni non basta: cercate consapevolmente informazioni che contraddicono la vostra prima valutazione. Solo allora sarete in grado di capire che la persona in questione si comporta in maniera differente"

(...)

"Un terzo metodo è costituito da un'adeguata concentrazione interiore. Ciò vale soprattutto quando bisogna raggiungere obiettivi difficili."

(...)

"...i pregiudizi, ad esempio, diminuiscono quando le persone si ripromettono di non averne.

Chi adotta tutte e tre le strategie forse alla fine ammetterà che le persone che gli sembrano strane non sono così singolari come aveva pensato in un primo momento".

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giovedì 22 novembre 2012

Capire le persone (3)

Ancora "Mente & Cevello" e gli errori nel valutare gli altri:

(...)

"Un altro elemento che ci convince di saper capire le persone è il cosiddetto errore di attrbuzione fondamentale. In pratica tendiamo a ignorare le circostanze in cui la persona agisce, cercando il motivo del suo comportamento soltanto nel suo modo di essere.

Per esempio, quando incontriamo una persona aggressiva attribuiamo automaticamente questo comportamento al carattere e trascuriamo i fattori esterni, per esempio il fatto che la persona che abbiamo davanti sia stressata o abbia appena ricevuto una brutta notizia."

(...)

"Nell'errore di attribuzione fondamentale è evidente la tendenza a classificare se stesso in termini positivi e l'errore più frequente diventa quello per eccesso. Quando, per esempio, ci comportiamo in maniera sconveniente, tendiamo ad attribuire questa condotta alle circostanze: non abbiamo potuto farci niente"

(...)


"In generale gli individui che hanno commesso un errore si sentono vittima della situazione e ritengono scorretto che gli altri possano trarre da quel comportamento conclusioni sul loro modo di essere."

(...)

Concluderemo il nostro discorso domani, vedendo come possiamo allontanare da noi certi errori di giudizio.


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mercoledì 21 novembre 2012

Capire le persone (2)

Continuiamola lettura del numero di novembre di "Mente & Cevello"per vedere quanto, in realtà, le persone siano davvero capaci di capire al volo gli altri.

(...)

"Chi si giudica migliore di quel che è affronta meglio compiti difficili e forse per questo ottiene maggiori ricompense.

Nel giudicare gli altri, tuttavia, questa autosopravvalutazione, il più delle volte, fa sì che arriviamo a giudicarli peggiori di quel che sono. Sempre, infatti, valutiamo i nostri simili confrontandoli con noi stessi; con un'immagine, quindi, distorta in positivo"

(...)

"L'autosopravvalutazione procede di pari passo con un altro errore psicologico profondamente radicato: il cosiddetto errore di conferma, ossia la tendenza a confermare in continuazione i giudizi dati la prima volta, senza mai metterli in discussione."

(...)

"Proprio l'errore di conferma ci dà la sensazione di capire una persona al primo contatto. Negli incontri successivi, infatti, vediamo sempre confermato il giudizio iniziale. La colpa è dei processi cognitivi automatizzati in cui tutti i nuovi comportamenti osservati vengono equiparati a quel che ci aspettiamo"

(...)

"...vedendo un frammento che non si adatta a quella struttura, il nostro inconscio mette semplicemente da parte la tessera del puzzle. In questo modo continuiamo a mantenere l'immagine dell'altro che ci siamo fatti fin dal principio rimanendo convinti di capire le persone."

(...)

"La nostra attenzione assomiglia quindi a un faro nella notte: vediamo solo quello che si trova all'interno del cono di luce, ed è per questo che siamo tanto tenaci nel conservare i pregiudizi, anche quando disponiamo di informazioni che li smentiscono."

A domani per continuare insieme la lettura dell'articolo. Intanto, ci raccontante cosa ne pensate? Vi considerate bravi a capire le persone? Di solito ci azzeccate? Anche alla luce di quanto avete appena finito di leggere? ;o)

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martedì 20 novembre 2012

Capire le persone

Capire gli altri è semplice oppure, semplicemente, ci illudiamo di saperlo fare e la realtà è completamente diversa?
Il numero di novembre di "Mente & Cevello" cerca di fare un po' di chiarezza sull'argomento e, dunque, perché non leggere alcuni estratti del lungo articolo pubblicato visto che chi si occupa di Qualità lavora a stretto contatto con le persone e forse crede di aver sviluppato una sorta di sesto senso? ;o)

"Avete mai notato che molti dicono di capire al volo le persone mentre quasi nessuno afferma il contrario?"

(...)

"Ma è davvero così semplice capire se chi abbiamo davanti è presuntuoso, superficiale o generoso? O forse questa convinzione è soltanto il frutto della nostra fantasia?

Esiste tutta una serie di errori di giudizio, ben documentati dalla psicologia, a cui tutti crediamo nel valutare gli altri e che va oltre le nostre capacità. Con la consapevolezza di queste tendenze naturali, forse riusciremo a individuarle meglio nella vita di tutti i giorni e a contrastarle in maniera efficace"

(...)

"Le distorsioni nel giudizio si presentano con particolasre frequenza in un preciso ambito del nostro mondo interiore, quello della metacognizione, la riflessione sulle nostre conoscenze e capacità."

(...)

"...individui ben adattati al loro ambiente e normali convivono con una serie di cosiddette illusioni positive che pongono il proprio modo di vedersi in una luce migliore rispetto a quella dell'obiettività.
La maggior parte di noi, infatti, pensa che le proprie performance e le proprie capacità siano superiori alla media, in qualunque campo: ci riteniamo più intelligenti, più competenti e più attraenti del cittadino medio e altrettanto fanno anche quelli che pensano di capire la volo gli altri."

(...)

"...addiritturea la misura dell'autosopravvalutazione cresce di pari passo alla nostra incompetenza in un dato settore."

Si prepara un bel bagno di umiltà, non è vero? ;o) A domani per proseguire nella lettura della'rticolo. Non mancate!

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lunedì 19 novembre 2012

La gestione delle e-mail

La gestione delle e-mail all'interno di un'organizzazione è davvero fondamentale perché, se si capisce come vengono distribuite, si capisce anche come lavora un'azienda.

Gestire bene le e-mail significa concentrarsi sulle cose essenziali ma anche su certi dettagli. 
I 4 fattori critici di successo nella distribuzione delle e-mail sono:

1) le persone (motivazione e voglia di fare bene sono essenziali)
2) le infrastrutture (spazio per archivio elettronico, accesso disco e-mail, verifica sicurezza, backup, ecc.)
3) gli strumenti (programma di getsione e-mail semplice e accessibile)

4) le procedure (studio dei flussi per eliminare ridondanze nella distribuzione, creazione di liste di distribuzione, classificazione e-mail, ecc.)

Spesso, chi deve mettere ordine nella gestione delle e-mail è proprio il Responsabile della Qualità che, lavorando in staff con la Direzione, può avere una buona visione dell'intero processo. A chi di voi è capitato? Come avete gestito il processo?

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venerdì 16 novembre 2012

Avete letto l'articolo di oggi? Ne parliamo?

Ciao a tutti. Avete letto l'articolo che abbiamo pubblicato oggi su QualitiAmo?  Si parla dell'analisi dei costi e dei benefici, facendo un esempio realistico di come applicarla nelle nostre realtà lavorative.

C'è un modo migliore di procedere, però, rispetto a quello che abbiamo indicato noi. Avete voglia di provare a vedere se riuscite a individuarlo? Lo facciamo insieme?

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giovedì 15 novembre 2012

Alcune riflessioni sul servizio clienti

Chiunque inizi ad occuparsi di Qualità impara molto in fretta come il servizio clienti sia uno dei processi che meritano di essere maggiormente tenuti d'occhio per garantire un futuro sereno alla nostra organizzazione.

Abbiamo raccolto una serie di riflessioni che riguardano proprio quest'area e vogliamo condividerle con voi. Naturalmente potrete aggiungere tutte quelle che riterrete manchino per completare il nostro elenco.
  • Un cattivo servizio clienti è spesso la ragione principale della perdita di ordini e dell'abbandono da parte della clientela (si parla addirittura del 68% di clienti che, delusi dal customer service, decidono di interrompere ogni rapporto con l'organizzazione)
  • il 90% dei clienti che smettono di rivolgersi a un'azienda non si prende la briga di spiegare perché
  •  il 70% di chi è insoddisfatto non reclama mai con l'azienda perché pensa che sarebbe solamente una perdita di tempo, dato che il personale non ascolterebbe e, comunque, l'azienda non farebbe nulla per risolvere il problema
  • ogni cliente insoddisfatto parlerà con 9-10 altri potenziali clienti per spiegare perché non si è trovato bene con la vostra azienda
  • i clienti soddisfatti parleranno di voi solamente ad altri 5 potenziali clienti
  • ogni euro perso per un cliente che ci abbandona richiede ben 10 euro per trovarne uno nuovo e fidelizzarlo
  • il customer care è ciò che differenzia un'azienda dalla concorrenza
  • i primi 60 secondi di relazione tra il cliente e il servizio clienti formano indelebilmente l'impressione che quel cliente avrà del vostro servizio
  • i clienti sono disposti a pagare di più per avere un servizio migliore
  • il 95% dei clienti insoddisfatti è dispobile a comprare ancora dall'azienda che dimostri di gestire al meglio i reclami e di avere un buon servizio clienti
  • i clienti sono disposti a spiegare in quale aree, a loro giudizio, dovremmo migliorare. Chiederlo ci aiuta a migliorare i nostri processi
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mercoledì 14 novembre 2012

Dove cercare un collaboratore

Nel caso in cui qualcuno di voi si dovesse trovare nella condizione di dover ricercare un valido collaboratore, ecco le strade che è possibile percorrere:
  1. cercate tra i neolaureati: hanno voglia di farsi un'esperienza, sono freschi di studi e spesso riescono a comunicare una grande energia che - opportunamente incanalata - può fare un gran bene all'interno dell'organizzazione
  2. consultate le associazioni del vostro settore
  3. fatelo crescere all'interno della vostra realtà lavorativa. Questa spesso è la scelta tipica delle grandi aziende che possono permettersi di studiare percorsi di formazione ad hoc per accrescere le competenze professionali delle persone, destinandole a ruoli diversi da quello per il quale sono state assunte
  4. se vi servono competenze particolari, ad esempio una conoscenza specifica di un certo settore, valutate la possibilità di strapparlo alla concorrenza
  5. consultate i database delle persone prossime alla pensione (grande esperienza) o nelle liste di mobilità (disponibilità immediata)
  6. consultate periodicamente social network, forum, blog e siti del settore e cercate di conoscere profili interessanti ai quali sottoporre la vostra proposta di collaborazione
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martedì 13 novembre 2012

La presentazione "Ignite" o "Pecha Kucha"

Qualcuno di voi ha già sentito parlare di presentazioni "Ignite" o "Pecha Kucha"? Si tratta di presentazioni brevi strutturate in modo molto rigido.

Ogni relatore ha a sua disposizione 5 minuti di tempo per presentare 20 slide, quindi circa 15 secondi a slide. Le slide avanzano in modo automatico quindi chi presenta deve per forza di cose sottostare alle tempistiche decise in precedenza.

A questo tipo di eventi partecipano relatori che presentano ognuno il proprio lavoro. Queste presentazioni funzionano molto bene perché i relatori e gli argomenti si alternano ogni pochi minuti e per il pubblico è molto più semplice prestare attenzione.

Ovviamente nessuno di noi può permettersi di scomodare una serie di persone per far loro ascoltare una presentazione lunga solamente 5 minuti ma questi suggerimenti sono utilissimi per impostare meglio il nostro lavoro di relatori, imparando a creare delle mini interruzioni mentre presentiamo il nostro lavoro.
Avete idea di come si possa creare un break nella presentazione ogni 6-7 minuti? Proviamo a raccogliere le idee in modo pratico nel nostro Q-club (sezione del forum di QualitiAmo riservata agli utenti abilitati. Verranno abilitati tutti coloro che mostreranno di interagire parlando con gli altri, rispondendo a dubbi, formulando domande, riportando impressioni, ecc.)?

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lunedì 12 novembre 2012

Ricerca di un nuovo lavoro: di cosa non preoccuparsi (2)

Continuiamo il discorso iniziato venerdì, elencando le ultime due cose che non conviene provare a tenere sotto controllo quando ci si prepara a sostenere un colloquio di lavoro.

Dare un risposta immediata

Non preoccupatevi se avete bisogno di pensare prima di dare una risposta. Nessun esaminatore si aspetta di vedere seduto davanti a sé un robot in grado di rispondere senza pensare e farlo sarebbe, anzi, addirittura controproducente.

Dopo aver ascoltato la domanda, dunque, rispondete con: "ottima domanda. Mi dà un momento per raccogliere le idee e risponderle nel migliore dei modi?" State certi che chi vi siede davanti apprezzerà la vostra professionalità e la vostra serietà.

Non essere qualificati al 100 per cento

Anche quella di non avere tutti i requisiti necessari per partecipare al colloquio è una paura inutile perché, ancora una volta, se l'esaminatore vi ha convocato è perché ritiene di aver comunque visto qualcosa di interessante nel vostro curriculum.

Avrete dei concorrenti più qualificati di voi contro i quali "combattere" per conquistarvi quel posto di lavoro? Certamente sì ma concentrarvi solamente su questo vi farà uscire fuori di testa.
Pensate invece al perché siete lì e a cosa potete offrire al vostro ipotetico futuro datore di lavoro.

Buona foruna!

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venerdì 9 novembre 2012

Ricerca di un nuovo lavoro: di cosa non preoccuparsi

Vi abbiamo spiegato molte volte cosa tenere sotto controllo quando iniziate a cercare un nuovo lavoro ma ci sono cose che, per quanta attenzione possiate fare e per quanta accuratezza possiate mettere nella vostra preparazione, non potrete tenere sotto controllo. Vale la pena, dunque, non preoccuparsene troppo per non perdere in serenità, stressandoci prima di un colloquio.

Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Il voto ricevuto a scuola (scuola superiore, laurea)

Quel che è fatto è fatto e, ormai, non potete più incidere sul voto con il quale i vostri insegnanti vi hanno giudicato. Tra l'altro, se all'esaminatore il vostro profilo non fosse parso adatto alla selezione in corso, non vi avrebbe mai chiamato quindi preoccuparsi del voto è del tutto inutile.

Chi vuole introdurvi nel mondo del lavoro o calarvi in una nuova realtà professionale è decisamente più interessato alla vostra esperienza, alle competenze e al talento naturale che si evidenziano nel vostro curriculum e che dovrete essere in grado di riprodurre in un colloquio a tu per tu.

Indovinare quali domande vi verranno fatte

Tanti, tantissimi di voi continuano a chiederci se abbiamo nuove domande, oltre a quelle già presentate, che possano costituire il piatto forte di un colloquio di lavoro. Il fatto - però - è che prepararsi è utile e può aiutare a tranquillizzarsi quelli tra voi che sono più ansiosi, sarà impossibile controllare tutto e potrete sempre aspettarvi la domanda che vi metterà in crisi perché inattesa.

Cercate dunque di pensare che avete le competenze giuste per sostenere quel colloquio e provate a comunicare in modo efficace, spiegando come affrontereste ciò che vi è stato chiesto.

Lunedì continueremo il discorso. Non mancate!

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giovedì 8 novembre 2012

Strumenti analitici per Lean thinking (6)

L'ultimo strumento del quale ci occuperemo in questa panoramica degli strumenti più semplici da utilizzare ed applicare nell'ambito del Lean thinking sarà quello delle carte di controllo.

Le carte di controllo, o control chart, rappresentano uno strumento per il controllo statistico di processo che può essere utilizzato per determinare se un processo è in uno stato di controllo statistico o meno ed apportare, in quest'ultimo caso, le necessarie correzioni. L'analisi dei dati del grafico ci informa, dunque, se il processo è stabile oppure no.  
noltre, i dati raccolti attarverso di esso possono essere utilizzati per prevedere l'andamento futuro del processo.
 
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mercoledì 7 novembre 2012

Strumenti analitici per Lean thinking (5)

Lo strumento che esamineremo oggi è chiamato diagramma a lisca di pesce, o diagramma "causa ed effetto" o, ancora, diagramma di Ishikawa dal nome del suo inventore: Kaoru Ishikawa.  

Qualunque sia il nome con cui preferite chiamare questo tool, sappiate che il diagramma a lisca di pesce è un ottimo strumento per approfondire un problema quando abbiamo bisogno di determinarne la causa principale e siamo in possesso di molte opinioni da parte di coloro che lavorano a stretto contatto con il processo da esaminare (ricordiamo, infatti, che questo è l'ennesimo strumento da applicare ai nostri processi in ambito Lean thinking).  

Grazie a questo diagramma potremo definire chiaramente l'effetto da studiare e poi riflettere su quali possano essere le possibili cause, in base alle categorie di problemi comuni nel vostro settore di riferimento.
 
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martedì 6 novembre 2012

Strumenti analitici per Lean thinking (4)

Il terzo strumento molto utile per iniziare ad applicare il Lean thinking (dopo quelli dell'analisi input-output e del diagramma di flusso) è il principio di Pareto o regola dell'80/20.

Questo strumento è utile per comprendere che la maggioranza degli effetti è dovuta a una minoranza di cause. Un semplice studio dei vostri dati, infatti, potrà facilmente mostrare che:

- la maggioranza (80%) dei vostri profitti proviene dal 20% dei vostri clienti 
- l'80% dei reclami proviene dal 20% dei clienti
- l'80% delle vendite si deve al 20% dei vostri prodotti
- l'80% dei vostri errori è legato al 20% dei processi

Non male, dunque, per capire su quali problematiche concentrarsi per migliorare la redditività, l'efficacia e l'efficienza.


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lunedì 5 novembre 2012

Strumenti analitici per Lean thinking (3)

Come anticipato la scorsa settimana, lo strumento di analisi che andremo ad esaminare oggi è il diagramma di flusso.

Quella del diagramma di flusso è una tecnica semplice che ci consente di rappresentare facilmente una sequenza di attività all'interno di un processo. Questo strumento è utile per spiegare ed evidenziare le relazioni e le dipendenze che possiamo riscontrare all'interno di un processo.  

Oltre a questo, il flowchart è uno strumento utile per spiegare, valutare e analizzare i modi per migliorare l'efficacia del processo che stiamo esaminando perché è semplice tracciare sulla carta la situazione di partenza e quella auspicata e vedere come dobbiamo operare per implementare i miglioramenti progettati.  

I diagrammi di flusso sono utili nell'applicazione del Lean thinking perché, grazie a loro, si può separare in modo chiaro l'azione che fornisce valore da quell'operazione che non fornisce alcun valore aggiunto.

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venerdì 2 novembre 2012

Strumenti analitici per Lean thinking (2)

Il primo strumento che esamineremo per incominciare ad utilizzare sul campo i dettami del Lean thinking è l'analisi degli input e degli output.

Questa semplice tecnica ci permette di definire un processo, esaminandolo mentre si interfaccia con l'ambiente in cui opera e con altri processi all'interno di un sistema.  

L'analisi inizia con la definizione di tutti gli input necessari per il buon funzionamento del processo che, grazie a loro, dovrà dare origine a certi risultati specifici e definiti (output).  
diagrammi di flusso (di cui parleremo lunedì) ci permettono di rappresentare rapidamente e chiaramente il processo sotto esame. Lo scopo, però, in questo caso non sarà quello di descrivere la sequenza di attività necessarie per il suo buon funzionamento ma solamente quello di identificare ciò che vogliamo ottenere (output) con ciò che forniamo in origine al processo (input).
 
E' a queste due caselline del diagramma di flusso (ovvero sulle loro interdipendenze) che dovremo, dunque, porre tutta la nostra attenzione.

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