Gli obiettivi sono qualcosa che ci è familiare perché ci conviviamo ogni giorno, li fissiamo di continuo anche senza rendercene conto.
Ci sono due modi per relazionarsi con loro:
1) lottare per raggiungerli
2) cercare di capire il contesto per farli accadere naturalmente
Il primo metodo è quello più classico, tipico della cultura occidentale.
Tentiamo di cambiare una situazione per migliorarla a nostro vantaggio. Il pericolo, in questo caso, è dato dalla mancanza di una corretta definizione del nostro obiettivo che ci può portare a perdere ancora prima di incominciare.
Tramite questo metodo, che si rifà a Platone, creiamo un modello di ciò che vogliamo ottenere e poi lottiamo per raggiungerlo.
Il secondo modello, invece, è tipico della filosofia orientale e ci è, quindi, meno familiare.
Invece di considerare gli obiettivi come punti di arrivo, questo modo di vedere li considera quasi un punto di partenza.
Chi agisce in questo modo non prova nemmeno a cambiare la situazione ma si limita a seguirne il flusso naturale per comprenderne tutti i meccanismi e adattare ad essi il proprio comportamento.
Studiando bene una certa situazione saremo in grado di prevedere come questa evolverà e, quindi, di sfruttarla a nostro vantaggio per ottenere ciò che vogliamo.
È la base della filosofia di Sun Tzu espressa nel libro “L’arte della guerra”.
Aprendo la nostra mente ad un nuovo modo di ragionare, potremo trovare nuove soluzioni.
Questo è il modo di ragionare tipico del pensiero laterale, del problem solving creativo.
Domani vi forniremo qualche esempio di "pensiero laterale". Siamo certi che lo troverete molto interessante.
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giovedì 8 novembre 2007
Gli obiettivi, Sun Tzu e il pensiero laterale
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