martedì 18 dicembre 2012

Cosa motiva le persone a raggiungere un obiettivo?

Nel 2006, Ran Kivetz fece uno studio per comprendere meglio il fattore che spingeva un animale a lavorare per raggiungere un obiettivo.
Un topo in un labirinto, ad esempio, si muoveva più velocemente verso l'uscita se nelle vicinanze di questa veniva posto del cibo.

E per gli uomini? Valeva la stessa ipotesi? Una piccola ricompensa poteva spingerli ad impegnarsi maggiormente?

Uno dei suoi primi esperimenti dello studioso fu quello di studiare la risposta dei clienti di un bar davanti alle seguenti due situazioni:
  1. tessera punti con 10 caselle vuote. Al raggiungimento del decimo caffé, una bevanda in omaggio
  2. tessera punti con 12 caselle di cui due con un timbrino omaggio. Al raggiungimento del dodicesimo caffé, una bevanda in omaggio
All'apperenza non cambia nulla perché in entrambi i casi i clienti dovranno bere 10 caffé prima di averne uno in regalo ma - in pratica - le cose cambiano parecchio perché i clienti sono più propensi a consumare, a restare fedeli al bar, a scambiare due parole socievoli col barista e a lasciare una mancia nel secondo caso perché sono più motivate a centrare l'obiettivo. I due timbrini in omaggio hanno lo stesso scopo del cibo per il topo.

Recentemente, si è visto anche che le persone si focalizzano maggiormente su ciò che resta da fare per centrare un obiettivo che su ciò che già si è fatto e questo potrebbe contribuire a spiegare maggiormente il vecchio esperimento della tessera punti.
Alla luce di quanto detto, è importante che ricordiate ai vostri uomini ciò che hanno fatto per raggiungere un risultato ma, soprattutto, ciò che resta da fare. Gli obiettivi vanno monitorati attentamente e il loro progredire va condiviso con tutti coloro che sono impegnati a raggiungerli.

Solamente così avremo la garanzia che le persone si impegneranno al massimo per terminare il lavoro.

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