Errare è umano. Non importa quanto siate bravi ad anticipare i problemi e quanto siate preparati perché sbaglierete.
I capi migliori sanno che sbagliare non solo è naturale ma è persino necessario nel processo di apprendimento. Invece di spingere i loro collaboratori a temere e a nascondere gli errori, molti di loro li incoraggiano portando le persone a prendere decisioni, anche se qualche volta queste possono esere sbagliate.
Il vice presidente di Compaq Computers amava raccontare che, durante i colloqui a potenziali venditori, chiedeva sempre di parlargli delle vendite che avevano perso e che, se quelli rispondevano: "mai persa una vendita", lui prontamente ribatteva che o stavano mentendo o non avevano mai venduto qualcosa in vita loro.
Tom Watson, fondatore di IBM, incoraggiava i suoi vice presidenti a prendere l'iniziativa e a sviluppare nuovi prodotti. Uno di questi giovani, però, sviluppò un prodotto che si rivelò un flop colossale con perdite dell'ordine dei 10 milioni di dollari.
Watson convocò il collaboratore nel suo ufficio per discutere la perdita e, quando questi arrivò, notò che aveva in mano la lettera di dimissioni. A quel punto Watson sbottò: "come sarebbe a dire che vuoi andartene? Abbiamo appena investito 10 milioni di dollatri nella tua formazione!"
Jan Carlzon, presidente di Scandinavian Airlines, disse ai suoi impiegati: "voglio che commettiate errori. So che siete in gamba e che per ogni errore che farete avrete preso almeno 20 o 30 decisioni giuste che proietteranno questa compagnia e voi stessi nel futuro".
Peter Drucker, del resto, interpreta bene il significato della parola "errore"quando afferma che: "l'essenza dell'innovazione è il perseguimento dell'errore, l'abilità di provare soluzioni differenti senza preoccuparsi di sbagliare. Se c'è una cosa di cui tutti i grandi leader sono assolutamente convinti è che occorra sperimentare e osare perché non si può essere innovatori senza fare errori".
Cosa ne pensate?
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I capi migliori sanno che sbagliare non solo è naturale ma è persino necessario nel processo di apprendimento. Invece di spingere i loro collaboratori a temere e a nascondere gli errori, molti di loro li incoraggiano portando le persone a prendere decisioni, anche se qualche volta queste possono esere sbagliate.
Il vice presidente di Compaq Computers amava raccontare che, durante i colloqui a potenziali venditori, chiedeva sempre di parlargli delle vendite che avevano perso e che, se quelli rispondevano: "mai persa una vendita", lui prontamente ribatteva che o stavano mentendo o non avevano mai venduto qualcosa in vita loro.
Tom Watson, fondatore di IBM, incoraggiava i suoi vice presidenti a prendere l'iniziativa e a sviluppare nuovi prodotti. Uno di questi giovani, però, sviluppò un prodotto che si rivelò un flop colossale con perdite dell'ordine dei 10 milioni di dollari.
Watson convocò il collaboratore nel suo ufficio per discutere la perdita e, quando questi arrivò, notò che aveva in mano la lettera di dimissioni. A quel punto Watson sbottò: "come sarebbe a dire che vuoi andartene? Abbiamo appena investito 10 milioni di dollatri nella tua formazione!"
Jan Carlzon, presidente di Scandinavian Airlines, disse ai suoi impiegati: "voglio che commettiate errori. So che siete in gamba e che per ogni errore che farete avrete preso almeno 20 o 30 decisioni giuste che proietteranno questa compagnia e voi stessi nel futuro".
Peter Drucker, del resto, interpreta bene il significato della parola "errore"quando afferma che: "l'essenza dell'innovazione è il perseguimento dell'errore, l'abilità di provare soluzioni differenti senza preoccuparsi di sbagliare. Se c'è una cosa di cui tutti i grandi leader sono assolutamente convinti è che occorra sperimentare e osare perché non si può essere innovatori senza fare errori".
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