(Fonte: "Il Venerdì")
Avete mai sentito parlare di coaching? Se la risposta è no, non vi preoccupate. Sondaggi alla mano, in Europa, il 51 per cento degli intervistati ha risposto come voi. Eppure si tratta di un business mondiale da due/tre miliardi di dollari l'anno e che in Italia è cresciuto moltissimo negli ultimi dieci anni (attualmente i professionisti sono circa 2000), attestandosi tra le aree di maggiore sviluppo del prossimo decennio.
Un settore acerbo, promettente, caleidoscopico: il coaching è, prima ancora che una professione, una metodologia, studiata per aiutare privati e imprese a migliorare le proprie strategie di realizzazione.
Chiunque può rivolgersi al coach, l'allenatore: il manager che desidera migliorare la propria leaderdhip, lo sportivo o l'artista che soffrono di ansia da prestazione, la madre che non sa conciliare maternità e carriera, l'avvocato che deve ripensarsi come imprenditore.
(...)
A lui si rivolgono persone che stanno bene, ma che vorrebbero stare meglio, magari proprio nel momento in cui hanno raggiunto un obiettivo e temono di esserne sopraffatti.
(...)
Il coach aiuta ad eliminare le sovrastrutture per arrivare all'essenza dell'individuo.
In sintesi, si tratta di un mestiere che non si impara in una facoltà, anche se la maggior parte dei coach italiani ne ha frequentata una: in particolare Economia, Giurisprudenza, Scienze politiche, Ingegneria, Filosofia (...).
In Italia quasi il 90 per cento dei coach sotto i 55 anni (cioè la maggior parte) è donna.
(...)
Secondo uno studio del Financial Times, se un classico intervento di formazione aziendale ha un effetto sulla produttività di circa il 22 per cento, il business coaching arriva all'88 per cento, prefiguarando un'imminente rivoluzione nel settore delle risorse umane.
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)
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Un settore acerbo, promettente, caleidoscopico: il coaching è, prima ancora che una professione, una metodologia, studiata per aiutare privati e imprese a migliorare le proprie strategie di realizzazione.
Chiunque può rivolgersi al coach, l'allenatore: il manager che desidera migliorare la propria leaderdhip, lo sportivo o l'artista che soffrono di ansia da prestazione, la madre che non sa conciliare maternità e carriera, l'avvocato che deve ripensarsi come imprenditore.
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A lui si rivolgono persone che stanno bene, ma che vorrebbero stare meglio, magari proprio nel momento in cui hanno raggiunto un obiettivo e temono di esserne sopraffatti.
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Il coach aiuta ad eliminare le sovrastrutture per arrivare all'essenza dell'individuo.
In sintesi, si tratta di un mestiere che non si impara in una facoltà, anche se la maggior parte dei coach italiani ne ha frequentata una: in particolare Economia, Giurisprudenza, Scienze politiche, Ingegneria, Filosofia (...).
In Italia quasi il 90 per cento dei coach sotto i 55 anni (cioè la maggior parte) è donna.
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Secondo uno studio del Financial Times, se un classico intervento di formazione aziendale ha un effetto sulla produttività di circa il 22 per cento, il business coaching arriva all'88 per cento, prefiguarando un'imminente rivoluzione nel settore delle risorse umane.
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