Qualche tempo fa ragionavamo su un articolo del Sole 24 Ore (purtroppo non disponibile in rete) che si chiedeva ogni quanto cambiare lavoro e quali idee possono farsi i cacciatori di teste relativamente al curriculum di chi cambia lavoro troppo o troppo poco.
Riportiamo alcuni stralci del testo:
"Direttori delle risorse umane, cacciatori di teste e orientatori rispondono all'unisono: cambiare lavoro fa bene alla carriera, ma bisogna prima maturare la giusta esperienza."
"Se un curriculum professionale è monoazienda, possono venirmi dubbi sulla capacità di adattamento del candidato...spiega Marco Tagliabue, Ad di una società di consulenza e outplacement..."
"Ma anche troppi cambiamenti, per esempio ogni due o tre anni, sono sospetti in termini di capacità organizzativa. Se si vuole investire nella propria impiegabilità, un movimento ogni 7-8 anni è positivo."
Cosa ne pensate? Siete d'accordo?
E terminiamo con qualche "dritta" sempre ricavata dall'articolo:
"Da tutte le ricerche emerge che gli aumenti salariali più consistenti sono associati a spostamenti."
"Bisogna cambiare quando senti che impari di meno. Non ti senti più utile o apprezzato a sufficienza. O semplicemente pensi che la tua carriera si stia stoppando"
"Un esercizio utile è provare a spiegare in due o tre minuti chi sono e cosa voglio fare. Pochissimi ci riescono.
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lunedì 8 novembre 2010
Ogni quanto cambiare lavoro?
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