Molti di voi non saranno d'accordo col titolo di questa riflessione perché, in passato, hanno affermato fortemente che leader non si diventi ma si nasca.
In parte, forse, questa affermazione è dettata dal fatto che alcune persone vengano etichettate come "leader naturali" ma questo, a mio giudizio, è dovuto semplicemente al fatto che hanno dimostrato senza grande sforzo, spontaneamente e con costanza alcune competenze specifiche che portano le altre persone a seguirle volentieri.
La leadership, però, non è una funzione innata e, anche se c'è una predisposizione di base, va appresa riconoscendo in maniera intelligente quali comportamenti possano generare una valutazione positiva da parte dei follower.
Se nessuno segue un leader, infatti, il leader non esiste. Sono i follower, in un certo senso, che lo rendono ciò che è.
Quanti leader nella storia, però, sono stati dimenticati?
Quanti, improvvisamente, non sono stati più seguiti dai loro seguaci?
Non dovrebbe accadere se avessero le capacità innate di farsi seguire sempre e in ogni situazione ma non è così.
I cosiddetti leader nati padroneggiano un insieme di capacità che sono semplicemente tese a guadagnare la fiducia di persone disposte a seguirli, di uomini e donne che sono naturalmente predisposti, loro sì, ad essere seguaci di qualcuno.
Certo, ci sono alcune attitudini comportamentali e legate alla personalità che influenzano questa capacità e che possono arrivare a far eccellere una persona in questo campo ma anche chi non è predisposto naturalmente alla leadership può imparare a guidare gli altri, esattamente come il leader che definiamo "naturale" può improvvisamente perdere il suo tocco magico semplicemente perché non ha la minima idea di come sia riuscito a tirarsi dietro un bel po' di gente.
Essere leader, insomma, non è una caratteristica innata come quella di avere gli occhi azzurri o le mani grandi perché una certa attitudine comportamentale o un certo temperamento non garantiscono che queste attitudini o comportamenti vengano davvero espressi al meglio.
Occorrono le occasioni, ci vuole un po' di incoraggiamento e, importantissimo, è necessaria una formazione di base per padroneggiare ciò che succede.
Anche i pianisti prodigio devono studiare; non nascono già completamente formati come artisti. Alcuni possono avere una capacità innata di imparare più facilmente di altri e di essere più portati alla musica ma non è affatto detto che un bambino che si dedichi anima e corpo allo studio del pianoforte, anche senza essere "predisposto", non possa raggiungere e superare i livelli di quello che viene considerato un piccolo genio fin dalla tenera infanzia.
La predisposizione ci dà una possibilità in più rispetto agli altri ma questa possibilità può restare latente, inespressa. Al contrario, se c'è la volontà, se ci si dedica all'apprendimento e se si applica la costanza, ci possono essere grandi risultati in ogni campo, anche in quello della leadership.
Forse siamo portati a negare questa possibilità perché il leader viene sempre percepito dai follower più con l'istinto che con la ragione e questo istinto ci impedisce di riconoscere comportamenti appresi e poco "naturali".
La vera grandezza richiede capacità, pratica e dedizione.
A partire da domani, vedremo come deve muoversi una persona che voglia imparare ad essere un leader. Nel frattempo, se volete, fuoco alle polveri!
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)
In parte, forse, questa affermazione è dettata dal fatto che alcune persone vengano etichettate come "leader naturali" ma questo, a mio giudizio, è dovuto semplicemente al fatto che hanno dimostrato senza grande sforzo, spontaneamente e con costanza alcune competenze specifiche che portano le altre persone a seguirle volentieri.
La leadership, però, non è una funzione innata e, anche se c'è una predisposizione di base, va appresa riconoscendo in maniera intelligente quali comportamenti possano generare una valutazione positiva da parte dei follower.
Se nessuno segue un leader, infatti, il leader non esiste. Sono i follower, in un certo senso, che lo rendono ciò che è.
Quanti leader nella storia, però, sono stati dimenticati?
Quanti, improvvisamente, non sono stati più seguiti dai loro seguaci?
Non dovrebbe accadere se avessero le capacità innate di farsi seguire sempre e in ogni situazione ma non è così.
I cosiddetti leader nati padroneggiano un insieme di capacità che sono semplicemente tese a guadagnare la fiducia di persone disposte a seguirli, di uomini e donne che sono naturalmente predisposti, loro sì, ad essere seguaci di qualcuno.
Certo, ci sono alcune attitudini comportamentali e legate alla personalità che influenzano questa capacità e che possono arrivare a far eccellere una persona in questo campo ma anche chi non è predisposto naturalmente alla leadership può imparare a guidare gli altri, esattamente come il leader che definiamo "naturale" può improvvisamente perdere il suo tocco magico semplicemente perché non ha la minima idea di come sia riuscito a tirarsi dietro un bel po' di gente.
Essere leader, insomma, non è una caratteristica innata come quella di avere gli occhi azzurri o le mani grandi perché una certa attitudine comportamentale o un certo temperamento non garantiscono che queste attitudini o comportamenti vengano davvero espressi al meglio.
Occorrono le occasioni, ci vuole un po' di incoraggiamento e, importantissimo, è necessaria una formazione di base per padroneggiare ciò che succede.
Anche i pianisti prodigio devono studiare; non nascono già completamente formati come artisti. Alcuni possono avere una capacità innata di imparare più facilmente di altri e di essere più portati alla musica ma non è affatto detto che un bambino che si dedichi anima e corpo allo studio del pianoforte, anche senza essere "predisposto", non possa raggiungere e superare i livelli di quello che viene considerato un piccolo genio fin dalla tenera infanzia.
La predisposizione ci dà una possibilità in più rispetto agli altri ma questa possibilità può restare latente, inespressa. Al contrario, se c'è la volontà, se ci si dedica all'apprendimento e se si applica la costanza, ci possono essere grandi risultati in ogni campo, anche in quello della leadership.
Forse siamo portati a negare questa possibilità perché il leader viene sempre percepito dai follower più con l'istinto che con la ragione e questo istinto ci impedisce di riconoscere comportamenti appresi e poco "naturali".
La vera grandezza richiede capacità, pratica e dedizione.
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