Se vi siete riconosciuti nel ciclo della procrastinazione che abbiamo descritto nei giorni scorsi, forse avete perso la speranza di riuscire in qualche modo a uscirne.
Niente paura. Prendere coscienza del problema, come sempre, è il primo passo per risolverlo e per spezzare questo meccanismo.
Non siamo costretti per sempre ad essere procrastinatori perché non ci manca nulla per non esserlo più. Possiamo provare a sforzarci per cambiare le nostre abitudini quotidiane.
Uno dei problemi enormi con la procrastinazione, però, è che spesso non decidiamo in maniera cosciente di rimandare. Perché, in caso contrario, ci ridurremo in questo modo, dato che ci fa stare ogni volta così male? Non avrebbe senso, eppure lo facciamo.
La prima cosa da fare è chiedersi perché ogni volta ci ritroviamo nelle condizioni di dover procrastinare.
In teoria dovrebbe essere facile rispondere, no? Evitiamo di fare ginnastica perché non ci piace sudare o perché siamo semplicemente pigri, mangiamo troppo perché ci piace la buona cucina, evitiamo di mettere in ordine la casa perché è noioso ma perché procrastiniamo?
A volte rispondere non è così immediato, soprattutto quando rimandiamo le cose spiacevoli ma anche quelle piacevoli, cose che richiederebbero solamente pochi minuti e compiti importanti per la realizzazione dei nostri obiettivi professionali.
Ognuno di noi ha motivazioni diverse per rimandare qualcosa ma, una volta che saremo in grado di individuarle chiaramente, sarà facile affrontarle adottando la giusta strategia.
Individuare il motivo che ci porta a rimandare all'infinito lo svolgimento dei nostri compiti ci farà scendere a patti con la nostra avversione a gestire quelle emozioni negative che temiamo potrebbero emergere durante il lavoro.
Dobbiamo imparare a controllare i nostri impulsi, a gestire meglio le nostre abitudini. E' su questo che dobbiamo lavorare per affrontare tutte le volte che non abbiamo voglia di fare qualcosa e ci mentiamo dicendoci: "lo farò domani".
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)
Niente paura. Prendere coscienza del problema, come sempre, è il primo passo per risolverlo e per spezzare questo meccanismo.
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La prima cosa da fare è chiedersi perché ogni volta ci ritroviamo nelle condizioni di dover procrastinare.
In teoria dovrebbe essere facile rispondere, no? Evitiamo di fare ginnastica perché non ci piace sudare o perché siamo semplicemente pigri, mangiamo troppo perché ci piace la buona cucina, evitiamo di mettere in ordine la casa perché è noioso ma perché procrastiniamo?
A volte rispondere non è così immediato, soprattutto quando rimandiamo le cose spiacevoli ma anche quelle piacevoli, cose che richiederebbero solamente pochi minuti e compiti importanti per la realizzazione dei nostri obiettivi professionali.
Ognuno di noi ha motivazioni diverse per rimandare qualcosa ma, una volta che saremo in grado di individuarle chiaramente, sarà facile affrontarle adottando la giusta strategia.
Individuare il motivo che ci porta a rimandare all'infinito lo svolgimento dei nostri compiti ci farà scendere a patti con la nostra avversione a gestire quelle emozioni negative che temiamo potrebbero emergere durante il lavoro.
Dobbiamo imparare a controllare i nostri impulsi, a gestire meglio le nostre abitudini. E' su questo che dobbiamo lavorare per affrontare tutte le volte che non abbiamo voglia di fare qualcosa e ci mentiamo dicendoci: "lo farò domani".
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