(Fonte: "La Stampa")
In questo momento milioni di italiani sono alle prese con fastidiosi disturbi. È la sindrome da rientro. Il ritorno alla routine, con le ansie da lavoro e gli obblighi familiari, non lascia scampo.
Depressione.
Le avvisaglie appaiono già a inizio agosto. Non a caso si parla di «August blues», uno spleen stagionale, legato al pensiero che l’estate, già nel suo fulgore, sta per terminare. Al rientro, così, molti lamentano una persistente sensazione di malinconia.
Dolori.
Nel post-vacanze si registra anche un picco di disturbi gastrointestinali.
Secondo gli esperti dell’«Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease» (Ig-Ibd), è questo lo scotto da pagare per i viaggi e le sregolatezze che ci si è concessi. Le cause sono varie. «La diarrea del viaggiatore - osservano -colpisce soprattutto chi è stato in aree subtropicali e che non ha prestato adeguata attenzione a ciò che ha mangiato e bevuto». E poi ci sono gli eccessi in cui si è caduti.
Sotto accusa un’alimentazione disordinata.
Sonno.
Vacanze e riposo vanno di rado a braccetto. Anzi, in ferie si tende a stravolgere le abitudini notturne: c’è chi dorme tutto il giorno e a tutte le ore e chi sacrifica il sonno per trascorrere notti brave. Il più delle volte, così, si rientra più stanchi di prima. Il rimedio-base - spiegano gli specialisti - è, qualche giorno prima dal rientro, riabituare l’organismo a seguire i giusti ritmi.
Emicrania.
C’è chi ne soffre al solo pensiero di riprendere la vita standard. E chi paga il prezzo di vacanze sfrenate. Alimentazione sbagliata, troppo alcol e una serie di notti in bianco possono essere fattori scatenanti.
Stress.
In questo disturbo, tanto vago quanto ampio, rientra una serie di sintomi molto temuti: sensazione di stordimento e confusione, oltre a un’«attivazione neurofisiologica» che si manifesta con tachicardia, iper-sudorazione, dolori muscolari, irritabilità. «Si avverte lo stress - spiega Giandomenico Bagatin, psicoterapeuta e autore del saggio “Riprenditi il tuo Tempo” - perché
non si riesce ad appagare i propri bisogni». Troppo stridente è la differenza tra il «prima» e le attese maturate, da una parte, e il presente dall’altra.
Contromisure.
Se gli attacchi di infelicità sono in agguato, la buona notizia è che la sindrome da rientro si può affrontare. Il tempo di compensazione è sette giorni. «Occorre darsi le corrette priorità -consiglia Bagatin - cercando di capire quello che davvero desideriamo e mettendolo in ordine». Significa - aggiunge -«fare un programma serio di gestione del tempo, trovando gli spazi per fare le cose a cui
teniamo». Non solo obblighi, quindi, ma mantenere aperta una strada personale «dedicata alla gratificazione». E, inoltre, ci si aiuta con l’alimentazione. «Per il recupero - dice Luca Piretta, specialista in scienze della nutrizione - bisogna cominciare dalla prima colazione. E, oltre al cibo, conta l’acqua: meglio quella ricca di minerali. Così si recuperano i sali persi».
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)
In questo momento milioni di italiani sono alle prese con fastidiosi disturbi. È la sindrome da rientro. Il ritorno alla routine, con le ansie da lavoro e gli obblighi familiari, non lascia scampo.
Depressione.
Le avvisaglie appaiono già a inizio agosto. Non a caso si parla di «August blues», uno spleen stagionale, legato al pensiero che l’estate, già nel suo fulgore, sta per terminare. Al rientro, così, molti lamentano una persistente sensazione di malinconia.
Dolori.
Nel post-vacanze si registra anche un picco di disturbi gastrointestinali.
Secondo gli esperti dell’«Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease» (Ig-Ibd), è questo lo scotto da pagare per i viaggi e le sregolatezze che ci si è concessi. Le cause sono varie. «La diarrea del viaggiatore - osservano -colpisce soprattutto chi è stato in aree subtropicali e che non ha prestato adeguata attenzione a ciò che ha mangiato e bevuto». E poi ci sono gli eccessi in cui si è caduti.
Sotto accusa un’alimentazione disordinata.
Sonno.
Vacanze e riposo vanno di rado a braccetto. Anzi, in ferie si tende a stravolgere le abitudini notturne: c’è chi dorme tutto il giorno e a tutte le ore e chi sacrifica il sonno per trascorrere notti brave. Il più delle volte, così, si rientra più stanchi di prima. Il rimedio-base - spiegano gli specialisti - è, qualche giorno prima dal rientro, riabituare l’organismo a seguire i giusti ritmi.
Emicrania.
C’è chi ne soffre al solo pensiero di riprendere la vita standard. E chi paga il prezzo di vacanze sfrenate. Alimentazione sbagliata, troppo alcol e una serie di notti in bianco possono essere fattori scatenanti.
Stress.
In questo disturbo, tanto vago quanto ampio, rientra una serie di sintomi molto temuti: sensazione di stordimento e confusione, oltre a un’«attivazione neurofisiologica» che si manifesta con tachicardia, iper-sudorazione, dolori muscolari, irritabilità. «Si avverte lo stress - spiega Giandomenico Bagatin, psicoterapeuta e autore del saggio “Riprenditi il tuo Tempo” - perché
non si riesce ad appagare i propri bisogni». Troppo stridente è la differenza tra il «prima» e le attese maturate, da una parte, e il presente dall’altra.
Contromisure.
Se gli attacchi di infelicità sono in agguato, la buona notizia è che la sindrome da rientro si può affrontare. Il tempo di compensazione è sette giorni. «Occorre darsi le corrette priorità -consiglia Bagatin - cercando di capire quello che davvero desideriamo e mettendolo in ordine». Significa - aggiunge -«fare un programma serio di gestione del tempo, trovando gli spazi per fare le cose a cui
teniamo». Non solo obblighi, quindi, ma mantenere aperta una strada personale «dedicata alla gratificazione». E, inoltre, ci si aiuta con l’alimentazione. «Per il recupero - dice Luca Piretta, specialista in scienze della nutrizione - bisogna cominciare dalla prima colazione. E, oltre al cibo, conta l’acqua: meglio quella ricca di minerali. Così si recuperano i sali persi».
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