(Fonte: "La Stampa")
Sono molti i giovani che vorrebbero lavorare all’estero o gli over 50 che vorrebbero cambiare lavoro.
Ma spesso non conoscono le regole per scrivere un curriculum e per affrontare il colloquio.
Curriculum
Secondo un campione di 619 selezionatori in 12 paesi europei intervistati da Page Personnel
queste sono le mosse da non trascurare.
Il numero di pagine.
Nei paesi del Sud Europa come Spagna, Portogallo e Italia, dove le aziende ricevono un altissimo volume di candidature, è importante limitare il curriculum entro le due pagine. Il 98% dei consulenti Hr italiani conferma questa misura, seguito dal 92% degli spagnoli e dall’85% della Turchia. In controtendenza la Germania, dove solo il 27% dei “recruiter” richiede un cv inferiore alle due pagine.
La foto.
Chi intende cercare lavoro in Germania dovrebbe sapere che, nonostante le rigide leggi sulla privacy, il 100% dei selezionatori si aspetta di vedere un’immagine professionale all’interno del cv. Segue la Polonia con il 79%. Percentuali simili si trovano in Olanda, Svizzera, Spagna e Portogallo. In Italia, il 75% dei selezionatori considera la foto un elemento importante, mentre in Francia e Belgio la foto viene considerata un’extra.
Esperienza.
Avere una precedente esperienza all’estero è importante per i selezionatori dei paesi mediterranei. L’Italia è al vertice con il 91%, seguita da Spagna (83%) e Turchia (80%).
Ovviamente vanno certificate le conoscenze delle lingue straniere.
Interessi e motivazione.
Se si desidera ricercare delle opportunità lavorative nei Paesi Bassi bisogna sapere che il
74% dei selezionatori trova decisivo leggere nel cv dettagli sui propri interessi personali. Lo
stesso succede in Portogallo (68%) e Germania (64%). Dimostrare una forte motivazione
personale è fondamentale anche per cambiare lavoro. Lo richiedono Paesi Bassi (90%) e
Belgio (78%).
Colloquio
Se il cv ha fatto centro, arriva l’ora del colloquio faccia a faccia con i selezionatori. Secondo Jobrapido, primo motore di ricerca attivo in 58 paesi che lo ha chiesto a 2.300 candidati
della sua community, in fase di colloquio la difficoltà più grande è quella di rispondere a domande non strettamente legate al proprio percorso professionale. Meno se si tratta di domande di cultura generale o relative alla propria personalità. I candidati sdrammatizzano le domande sulla motivazione a cambiare lavoro solo se ci si prepara prima: affermano che l’azienda assegna una
grossa importanza alla motivazione e alla voglia di affrontare nuove sfide professionali
(45%). Oltre alla forte motivazione, il 17% pensa che sia importante dimostrare le proprie competenze tecniche, segnalare i tratti del carattere e la personalità (16%), puntare
sull’aspetto fisico e l’abbigliamento (7%), mentre solo il 3% scommette sul proprio livello
di cultura generale.
Oltre il 65% raccoglie numerose informazioni sull’azienda e il 18% prepara un discorso sul
proprio background professionale. La cura del profilo social, spesso uno dei fattori che invece i recruiter tengono in maggiore considerazione, viene invece abbastanza trascurata (se ne preoccupa solo il 4%). Al termine dell’intervista di lavoro, le domande sono un buon modo
per mostrare l’interesse verso l’azienda (47%).
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)
Sono molti i giovani che vorrebbero lavorare all’estero o gli over 50 che vorrebbero cambiare lavoro.
Ma spesso non conoscono le regole per scrivere un curriculum e per affrontare il colloquio.
Curriculum
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queste sono le mosse da non trascurare.
Il numero di pagine.
Nei paesi del Sud Europa come Spagna, Portogallo e Italia, dove le aziende ricevono un altissimo volume di candidature, è importante limitare il curriculum entro le due pagine. Il 98% dei consulenti Hr italiani conferma questa misura, seguito dal 92% degli spagnoli e dall’85% della Turchia. In controtendenza la Germania, dove solo il 27% dei “recruiter” richiede un cv inferiore alle due pagine.
La foto.
Chi intende cercare lavoro in Germania dovrebbe sapere che, nonostante le rigide leggi sulla privacy, il 100% dei selezionatori si aspetta di vedere un’immagine professionale all’interno del cv. Segue la Polonia con il 79%. Percentuali simili si trovano in Olanda, Svizzera, Spagna e Portogallo. In Italia, il 75% dei selezionatori considera la foto un elemento importante, mentre in Francia e Belgio la foto viene considerata un’extra.
Esperienza.
Avere una precedente esperienza all’estero è importante per i selezionatori dei paesi mediterranei. L’Italia è al vertice con il 91%, seguita da Spagna (83%) e Turchia (80%).
Ovviamente vanno certificate le conoscenze delle lingue straniere.
Interessi e motivazione.
Se si desidera ricercare delle opportunità lavorative nei Paesi Bassi bisogna sapere che il
74% dei selezionatori trova decisivo leggere nel cv dettagli sui propri interessi personali. Lo
stesso succede in Portogallo (68%) e Germania (64%). Dimostrare una forte motivazione
personale è fondamentale anche per cambiare lavoro. Lo richiedono Paesi Bassi (90%) e
Belgio (78%).
Colloquio
Se il cv ha fatto centro, arriva l’ora del colloquio faccia a faccia con i selezionatori. Secondo Jobrapido, primo motore di ricerca attivo in 58 paesi che lo ha chiesto a 2.300 candidati
della sua community, in fase di colloquio la difficoltà più grande è quella di rispondere a domande non strettamente legate al proprio percorso professionale. Meno se si tratta di domande di cultura generale o relative alla propria personalità. I candidati sdrammatizzano le domande sulla motivazione a cambiare lavoro solo se ci si prepara prima: affermano che l’azienda assegna una
grossa importanza alla motivazione e alla voglia di affrontare nuove sfide professionali
(45%). Oltre alla forte motivazione, il 17% pensa che sia importante dimostrare le proprie competenze tecniche, segnalare i tratti del carattere e la personalità (16%), puntare
sull’aspetto fisico e l’abbigliamento (7%), mentre solo il 3% scommette sul proprio livello
di cultura generale.
Oltre il 65% raccoglie numerose informazioni sull’azienda e il 18% prepara un discorso sul
proprio background professionale. La cura del profilo social, spesso uno dei fattori che invece i recruiter tengono in maggiore considerazione, viene invece abbastanza trascurata (se ne preoccupa solo il 4%). Al termine dell’intervista di lavoro, le domande sono un buon modo
per mostrare l’interesse verso l’azienda (47%).
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