(Fonte: "La Stampa")
Medie imprese sempre più forti. Secondo l’indagine annuale di Mediobanca eUnioncamere il loro valore è cresciuto negli ultimi vent’anni dal 12,4 per cento al18,6 del totale del settore manifatturiero. Non solo, anche il fatturato è passato dal 14,6 per cento al 19,8 con esportazioni balzate dal 15,6 al 18,7. Il 94 per cento delle medie imprese esporta destinando il 45 per cento del fatturato ai mercati esteri. L’export, in particolare,viene trainato dal made in Italy, che rappresenta il 61 per cento del loro valore aggiunto, ma anche dalla meccanica col 39 per cento del valore aggiunto e dal settore farmaceutico-cosmetico che vale il 15 per cento, raggiungendo la dimensione di quello alimentare e rappresentando così una nuova eccellenza italiana.
In un caso su quattro, le medie imprese italiane sono guidate da un amministratore over 72. Un bilancio anagrafico che impone il tema del ricambio generazionale. Nei cda gli over 50 rappresentano la fascia di età più significativa, col 47 per cento, e nei prossimi anni una media impresa familiare su quattro dovrà rinnovare i vertici. Secondo la ricerca, la base produttiva resiste alle sirene della delocalizzazione: il rapporto tra manifatturiere estere e italiane è passato dal 14,6 per cento al 26,2. Il fenomeno è stato intenso fino al 2012, ma da allora la spinta centrifuga si è esaurita e le medie imprese aggrediscono i mercati esteri più con presidi commerciali e di assistenza postvendita. Inoltre, le basi produttive estere non sono necessariamente collocate in Paesi a basso costo del lavoro: il 49 per cento si trova nell’Unione europea ed il 10 in Nord America. Resta ovviamente un peso la tassazione con un carico fiscale per le medie imprese del 32,3 per cento nel 2016, circa cinque punti sopra quello delle grandi aziende, anche se l’irap scesa sotto il 20 per cento dal 2013 è una buona notizia.
Ampi margini di miglioramento anche nella governance aziendale. Il 66,2 per cento delle medie imprese familiari è gestito da organi monocratici o con soluzioni che prevedono un cumulo di cariche con deleghe, quota che scende al 42,7 nelle medie imprese non familiari. E aprire i board a membri esterni rende: il ritorno sugli investimenti sale dal 10 per cento al 13.
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)
Medie imprese sempre più forti. Secondo l’indagine annuale di Mediobanca eUnioncamere il loro valore è cresciuto negli ultimi vent’anni dal 12,4 per cento al18,6 del totale del settore manifatturiero. Non solo, anche il fatturato è passato dal 14,6 per cento al 19,8 con esportazioni balzate dal 15,6 al 18,7. Il 94 per cento delle medie imprese esporta destinando il 45 per cento del fatturato ai mercati esteri. L’export, in particolare,viene trainato dal made in Italy, che rappresenta il 61 per cento del loro valore aggiunto, ma anche dalla meccanica col 39 per cento del valore aggiunto e dal settore farmaceutico-cosmetico che vale il 15 per cento, raggiungendo la dimensione di quello alimentare e rappresentando così una nuova eccellenza italiana.
In un caso su quattro, le medie imprese italiane sono guidate da un amministratore over 72. Un bilancio anagrafico che impone il tema del ricambio generazionale. Nei cda gli over 50 rappresentano la fascia di età più significativa, col 47 per cento, e nei prossimi anni una media impresa familiare su quattro dovrà rinnovare i vertici. Secondo la ricerca, la base produttiva resiste alle sirene della delocalizzazione: il rapporto tra manifatturiere estere e italiane è passato dal 14,6 per cento al 26,2. Il fenomeno è stato intenso fino al 2012, ma da allora la spinta centrifuga si è esaurita e le medie imprese aggrediscono i mercati esteri più con presidi commerciali e di assistenza postvendita. Inoltre, le basi produttive estere non sono necessariamente collocate in Paesi a basso costo del lavoro: il 49 per cento si trova nell’Unione europea ed il 10 in Nord America. Resta ovviamente un peso la tassazione con un carico fiscale per le medie imprese del 32,3 per cento nel 2016, circa cinque punti sopra quello delle grandi aziende, anche se l’irap scesa sotto il 20 per cento dal 2013 è una buona notizia.
Ampi margini di miglioramento anche nella governance aziendale. Il 66,2 per cento delle medie imprese familiari è gestito da organi monocratici o con soluzioni che prevedono un cumulo di cariche con deleghe, quota che scende al 42,7 nelle medie imprese non familiari. E aprire i board a membri esterni rende: il ritorno sugli investimenti sale dal 10 per cento al 13.
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)
Nessun commento:
Posta un commento