La ricerca è stata condotta su un campione di 2.130 intervistati, di cui 614 imprenditori e 1.516 manager. Secondo il 44% degli imprenditori la principale carenza riscontrata è relativa alle cosiddette «soft skills»: capacità di leadership e di motivazione, conoscenza delle lingue, orientamento all’innovazione e al cambiamento, capacità di adattarsi a scenari in continua evoluzione. I manager, «prima linea» della trasformazione insieme agli imprenditori, sono pienamente consapevoli dei cambiamenti in atto, tanto da concentrare la loro formazione su innovazione e change management (43,5%), leadership (36,3%), people management (35,2%).
L’innovazione è percepita come un obbligo da parte di tutti intervistati, tanto da indurre gli stessi imprenditori a investire nella propria formazione su innovazione e change management (59%); competenze digitali (33%). Il ruolo richiesto ai manager passa dal fornire competenze specialistiche (Marketing, Finanza, ecc.) a essere sempre più business partner con compiti più ampi e complessi: individuare tendenze, accelerare e facilitare i cambiamenti, velocizzare i ritmi di apprendimento dell’organizzazione e valorizzare il capitale umano aziendale, creare processi e team di lavoro resilienti, valorizzare le diversità, sviluppare modi e processi di lavoro di tipo collaborativo, operare tenendo conto dell’etica e della responsabilità sociale.
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Imprenditori e manager (...) formano un binomio inscindibile. E le imprese del futuro che dovranno imparare ad essere eccellenti in ogni funzione, hanno bisogno di manager preparati e competenti – dedicati alla missione aziendale – per migliorare la propria capacità competitiva e vincere la sfida dei mercati. Non solo. Le imprese devono accentuare la loro condizione di agenti del cambiamento promuovendo, come già stanno facendo, una svolta green e sostenibile che deve determinare un cambiamento profondo nella società. A maggior ragione, abbiamo bisogno di manager che sappiano accompagnarci in questo indispensabile cammino verso la modernità.