Amo il football americano.
(...)
Ho cominciato a nove anni, e il football mi ha sempre accompagnato. Mi ha aiutato a diventare quello che sono. E benché non sia entrato nella National Football League penso spesso di avere imparato più dal perseguire questo sogno e dall'incapacità di realizzarlo che da tutti quelli che ho invece realizzato.
(...)
(I ragazzini conoscono il loro allenatore, un uomo vecchio stampo)
Alla prima seduta di allenamento eravamo tutti spaventati a morte. Lui, peraltro, non aveva portato con sé nemmeno un pallone. Uno di noi ebbe l'ardire di parlare a nome di tutti: "Scusi coach. Non ci sono palloni".
E lui: "Non ci serve nessun pallone".
Restammo muti, riflettendo sulla sua affermazione.
"Quanti uomini ci sono su un campo da football?" ci interrogò.
Rispondemmo: undici per squadra. Quindi in tutto ventidue.
"E quanti giocatori alla volta toccano il pallone?"
Uno solo.
"Esatto!" esclamò. "Quindi ci concentreremo su quello che stanno facendo gli altri ventuno".
I fondamentali. E' un grande dono che il coach ci ha fatto. Fondamentali, fondamentali, fondamentali. In qualità di professore universitario, ho notato che questa è una lezione che molti ragazzi ignorano, quasi sempre a loro discapito: dovete comprendere i fondamentali altrimenti anche gli ingranaggi più sofisticati non funzioneranno.
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martedì 10 maggio 2011
L'ultima lezione (5)
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