Brano tratto dal libro: "Manuale interiore del contatto terapeutico".
L'eterna storia che si racconta su Agassiz (famoso zoologo, geologo e paleontologo del XIX secolo) è quella di un giovane studente universitario che aspirava a divenire un assistente nel laboratorio di Agassiz.
Arrivato al laboratorio per il suo colloquio iniziale, lo studente fu fatto aspettare diverse ore prima che Agassiz si facesse vedere. La stanza era contornata da modelli di pesci di varie specie e lo studente trascorse parte dell'attesa a studiare i pesci.
Quando Agassiz finalmente arrivò e le prime formalità introduttive furono completate, lo studente fece una garbata osservazione sulla disposizione dei pesci. Agassiz gli chiese cosa aveva notato sui pesci e lo studente snocciolò con orgoglio una conoscenza enciclopedica sulla tassonomia del pesce.
Dopo un po' Agassiz disse: "Sì, e cosa ha visto?"
Lo studente era perplesso e riuscì a balbettare soltanto una risposta inadeguata. Agassiz disse: "Sì, guardi ancora, guardi ancora", e se ne andò.
Lo studente riesaminò i pesci fino all'imbrunire e poi se ne andò a casa.
Ritornò il giorno successivo. Agassiz non c'era e così lo studente ricominciò ad esaminare i pesci.
Quando Agassiz tornò al laboratorio sul tardi, lo studente gli recitò la propria litania di osservazioni. Annuendo col capo, Agassiz disse: "Sì. Guardi, guardi ancora!", e se ne andò.
Oscuri sogni di pesci accompagnarono quella notte il sonno travagliato dello studente. Il giorno dopo egli potè a stento affrontare il compito a portata di mano, ma insistè.
Con sua sorpresa notò tratti dei pesci che non aveva notato prima. Le nuove osservazioni lo intrigarono, e non si accorse del ritorno di Agassiz.
La storia continua ancora, ma la conclusione è che lo studente alla fine trova la risposta verso cui Agassiz lo spinge: i pesci sono simmetrici , e la simmetria è la chiave della loro fortunata sopravvivenza come esseri acquatici.
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