La ventottesima definizione della nuova ISO 9001:2015 è "miglioramento" e vediamo subito che è una novità rispetto alla sola definizione della ISO 9000:2005 che ci parlava, invece, solamente di "miglioramento continuo".
Il miglioramento, la cui definizione si affianca a quella che abbiamo già visto di miglioramento continuo, secondo la bozza della nuova norma non è più una semplice attività ricorrente mirata ad accrescere la capacità di soddisfare i requisiti - come si legge nella ISO 9000:2005 - ma un'attività per accrescere la perfomance. Limitarsi a soddisfare i requisiti, dunque, non assicura di migliorare le proprie performance.
La nuova definizione aggiunge che il miglioramento può essere raggiunto con un'attività di tipo ricorrente ma anche con un'attività singola.
Non si parla più, dunque, di un processo continuo e non si specificano più gli input alla base di questo processo (la 9000:2005 parlava di verifiche ispettive, conclusioni delle verifiche ispettive, analisi dei dati, riesami, ecc.) L'organizzazione viene lasciata libera di scegliersi da sola gli input migliori per capire quando e dove ci sia bisogno di migliorare.
Il passaggio dal miglioramento continuo al semplice miglioramento, se ci ragionate sopra un attimo, è la differenza che passa tra il concetto di Kaizen e quello di Kayro. Ricordate? Un'organizzazione può scegliere se effettuare piccoli miglioramenti su base continua per ottenere, nel tempo, un risultato articolato (Kaizen) oppure se dedicarsi a un miglioramento più veloce e di maggiore impatto (Kayro). Il tutto, naturalmente, dipende dalla problematica da affrontare, dal contesto, dalle risorse disponibili, ecc.
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Non si parla più, dunque, di un processo continuo e non si specificano più gli input alla base di questo processo (la 9000:2005 parlava di verifiche ispettive, conclusioni delle verifiche ispettive, analisi dei dati, riesami, ecc.) L'organizzazione viene lasciata libera di scegliersi da sola gli input migliori per capire quando e dove ci sia bisogno di migliorare.
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