I manager più dinamici e tesi al miglioramento continuo e rapido amano spesso ripetere che non vogliono che i collaboratori entrino nel loro ufficio portando problemi ma soluzioni.
Questo modo di porsi indica che persone del genere non pensano minimamente che i problemi possano esistere, semplicemente perché li vedono come sfide da affrontare e superare brillantemente. Là dove la maggioranza delle persone vede una soluzione a un problema, questi manager vedono semplicemente una risposta alla sfida che si è presentata.
Non è sempre facile - però - per i collaboratori adattarsi a questa visione delle cose, soprattutto se sono stati abituati a ricercare e individuare le problematiche per ipotizzare come porvi rimedio.
Negare, dunque, che esistano i problemi davanti a persone che non solo li vedono chiari e lampanti davanti a loro ma sono anche convinte che molti di essi siano irrisolvibili, non è sempre l'approccio vincente.
Se l'obiettivo è quello di avere dai collaboratori soluzioni, è bene testare se l'approccio condotto è il migliore per ottenere i risultati auspicati. In molti ambienti muoversi in questo modo paga...è questo il caso? Se la risposta è "no", meglio abbozzare e riflettere sul fatto che, in fondo, i problemi sono un buon punto di partenza per arrivare alla famosa soluzione che auspicate.
Provate a pensare al problema come a un gap, l'espressione della differenza tra ciò che avete e ciò che vorreste. Identificare questo gap è importante e va assolutamente incoraggiato.
Un buon modo di procedere una vota individuato il problema è quello di chiedere a chi l'ha individuato cosa vorrebbe cambiare rispetto alla situazione che presenta la problematica. Se volete, è un modo per descrivere in modo positivo il gap tra ciò che vediamo e ciò che vorremmo. Fatto questo, il primo importantissimo passo - quello di vedere il problema in maniera positiva e non negativa - è stato compiuto.
A questo punto, si deve passare all'individuazione e all'analisi delle possibili soluzioni per eliminare o ridurre questo gap. Lasciate che i collaboratori si prendano il loro tempo per riflettere e ordinare le idee, non pretendete soluzioni immediate.
Una volta presentate le possibili soluzioni, chiedete a ogni persona di scegliere le tre preferite e di associare ad ognuna i pro e i contro. Se strutturerete il percorso in questo modo, sarà più semplice scegliere la soluzione migliore e, in breve tempo, otterrete soluzioni e non problemi.
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)
Questo modo di porsi indica che persone del genere non pensano minimamente che i problemi possano esistere, semplicemente perché li vedono come sfide da affrontare e superare brillantemente. Là dove la maggioranza delle persone vede una soluzione a un problema, questi manager vedono semplicemente una risposta alla sfida che si è presentata.
Non è sempre facile - però - per i collaboratori adattarsi a questa visione delle cose, soprattutto se sono stati abituati a ricercare e individuare le problematiche per ipotizzare come porvi rimedio.
Negare, dunque, che esistano i problemi davanti a persone che non solo li vedono chiari e lampanti davanti a loro ma sono anche convinte che molti di essi siano irrisolvibili, non è sempre l'approccio vincente.
Se l'obiettivo è quello di avere dai collaboratori soluzioni, è bene testare se l'approccio condotto è il migliore per ottenere i risultati auspicati. In molti ambienti muoversi in questo modo paga...è questo il caso? Se la risposta è "no", meglio abbozzare e riflettere sul fatto che, in fondo, i problemi sono un buon punto di partenza per arrivare alla famosa soluzione che auspicate.
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A questo punto, si deve passare all'individuazione e all'analisi delle possibili soluzioni per eliminare o ridurre questo gap. Lasciate che i collaboratori si prendano il loro tempo per riflettere e ordinare le idee, non pretendete soluzioni immediate.
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