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Cosa possiamo definire come valore aggiunto e cosa, invece, non lo è?
Il valore aggiunto è qualcosa che si riferisce a ciò che il cliente è disposto a pagare. Se un certo lavoro non porta alcun vantaggio o valore al cliente, non si può certo pretendere che questo lo paghi.
Programmi come il Six Sigma o il Lean management utilizzano proprio queste teorie per aumentare l'efficienza di un'organizzazione.
Dato che le aziende, soprattutto in periodo di crisi, cercano costantemente il modo migliore per guadagnare abbattendo i costi e costruendo, comunque, buoni prodotti, si cerca sempre di più di eliminare tutte quelle azioni che risultano prive di valore aggiunto.
I costi privi di aggiunta di valore sono, ad esempio, i lead time lunghi, gli scarti, le rilavorazioni, gli errori, le obsolescenze, le spese di trasporto, i magazzini, la mancanza di conoscenza, la poca accuratezza nella pianificazione, ecc. In poche parole tutto ciò che non aggiunge un valore diretto al prodotto,
Tutto questo costa molti soldi alle aziende senza apportare alcun beneficio. Ecco, dunque, qual è la discriminante per individuare il vero valore aggiunto: questo passaggio o questa lavorazione portano un qualche beneficio?
Per evitare tutto il lavoro privo di valore aggiunto l'uinico modo è di assicurarsi che tutto venga fatto evitando ogni tipo di spreco.
venerdì 17 aprile 2009
Cos'è il valore aggiunto e cosa, invece, non lo è?
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