L'economista Milton Friedman e la rivista "The Economist" sono solo due dei soggetti che hanno nutrito scarsa considerazione per la responsabilità sociale d'impresa (RSI) o corporate social responsibility. Friedman nel 1970 affermava che la responsabilità sociale di un'azienda consisteva nell'incrementare i suoi profìtti. "The Economist" lo ha definito un concetto nebuloso e pericoloso e ha pubblicato una tabella per spiegarne il significato, confrontando l'effetto della RSI sui profitti con quello sul benessere sociale.
Se la RSI aumentava il secondo e deprimeva i primi, non si trattava che di una virtù in prestito, mugugnava la rivista, e si faceva del bene a spese degli azionisti. Se aumentava i profitti e diminuiva il benessere sociale, era perniciosa, e se riduceva entrambi era un'autentica delusione.
Se però la RSI produceva un aumento win-win sia del benessere sociale che dei profitti, non dipendeva dalla RSI, ma da una buona gestione.
La rivista sosteneva che un'azienda non dovrebbe cercare di fare il lavoro del governo, e viceversa, il che è corretto. Ma date le preoccupazioni di una fetta crescente della società, il benessere sociale è una variabile più limitata rispetto alla RSI che, secondo qualsiasi definizione attuale, comprende ormai anche lo sviluppo sostenibile e la responsabilità ambientale.
La visione di un consiglio d'amministrazione vecchio stile, in sintonia con l'Economist, può essere probabilmente quella che considera la RSI poco più di una cassetta delle elemosine, da riempire nel migliore dei casi contribuendo agli hobby del presidente o alle attività caritatevoli di sua moglie. Ma i tempi stanno cambiando. Alla luce degli scandali di bilancio e dei disastri ambientali ricorrenti, l'opinione pubblica è incline a richiedere più regole di comportamento alle aziende, e può non essere tenera (almeno all'estero).
Ma che cos'è la RSI? Possiamo dire che riguarda il modo in cui le imprese gestiscono i processi aziendali
allo scopo di produrre un impatto complessivo positivo sulla società.
I sostenitori della RSI non sono aiutati dal fatto che essa abbia un significato in Europa e un altro negli Stati Uniti. La visione europea è più ampia e considera la RSI come un comportamento onesto e ragionevole attraverso il quale si tenta seriamente di migliorare il mondo. In America l'idea del "good corporate citizen", ossia delle imprese che si comportano da buoni cittadini, presenta due aspetti separati. L'equivalente più prossimo alla RSI europea è l'etica aziendale, ossia tenersi fuori dai guai e favorire norme etiche. La RSI è piuttosto un'attività caritatevole o filantropica, un modo di ringraziare per i profitti ottenuti senza aspettarsi niente in cambio - altrimenti non sarebbe filantropia.
Gli investitori istituzionali, ultimamente, prestano un'attenzione crescente al tema della responsabilità sociale e sempre più spesso chiedono alle aziende di mostrare le loro credenziali in materia di RSI. Gli investimenti
etici stanno mostrando di poter superare altri indicatori generali di confronto ed è l'effetto finale in termini di quotazione delle azioni che alla fine potrebbe sconfiggere le posizioni dei seguaci di Friedman.
Esistono dati che confermano l'impatto benefico della RSI sugli utili delle aziende, ma non sono ancora completamente convincenti. È più facile dimostrare i costi legati alla sua mancata adozione con un numero crescente di esempi di danno di immagine dovuto a una RSI negativa.
Nelle vostre aziende state iniziando a parlare di responsabilità sociale o ancora no?
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martedì 28 giugno 2011
La responsabilità sociale danneggia le aziende?
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