Terza parte del nostro ampio discorso sull'empatia. L'empatia si può imparare?
Continuiamo a leggere il libro di Albiero e Matricardi.
La necessità di completare i più consueti curricula scolastici con l’educazione affettiva è un’esigenza sentita a livello internazionale, tanto che addirittura l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha messo a punto delle linee guida per la strutturazione di training sull’educazione affettiva.
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In particolare, Marmocchi, Dall’Aglio e Zannini (2004) evidenziano quattro capisaldi utili per impostare corsi di educazione affettiva:
• Metodologia per l’insegnamento delle life skills: rispetto al metodo di insegnamento classico si sostiene un tipo di apprendimento attivo che «si costruisce con il contributo sinergico di discente e docente: è solo attraverso l’esperienza, il vivere in prima persona ciò di cui si parla, riflettendo e confrontandosi con gli altri che diventa possibile unire aspetti emotivi e cognitivi; apprendere dall’esperienza diventa l’unica strada per il cambiamento»
La proposta è, in sintesi, quella di un apprendimento partecipante che è facilitato dall’impiego di metodi attivi quali ad esempio il brainstorming (una tecnica in cui il gruppo esprime idee su un tema in modo libero e creativo) e il role playing (la messa in scena di una situazione in cui alcuni partecipanti svolgono il ruolo di attori e altri di osservatori).
• Competenze del conduttore: il conduttore dovrà essere in grado di padroneggiare una tecnica attiva per raggiungere gli obiettivi attesi, tenendo conto delle esigenze del gruppo a cui l’attività è proposta. In ragione di ciò un conduttore deve essere anche in grado di costruire con il gruppo regole condivise, di coinvolgere i partecipanti nelle attività, di essere un buon moderatore nelle discussioni di gruppo, di utilizzare in modo flessibile gli strumenti a sua disposizione, per creare e mantenere un clima armonioso, stimolante e responsivo rispetto ai bisogni del gruppo.
• Gruppo di progetto: un corso di educazione affettiva richiede il sostegno delle scuole e delle istituzioni preposte all’educazione per la sua attuazione, per cui è pensabile come un intervento di rete integrato e multiprofessionale. Sarà infatti necessario formare gli insegnanti, realizzare il materiale didattico e garantire la continuità degli interventi. In questo senso sarà utile costituire un vero e proprio gruppo di progetto che utilizzi le competenze di tecnici del settore con l’obiettivo di sviluppare il progetto in modo ottimale.
• Valutazione del training: un altro aspetto indispensabile riguarda la necessità di una valutazione dell’efficacia di questi programmi, sia nei termini dell’effettivo raggiungimento degli obiettivi attesi sia nei termini del gradimento del corso da parte dei partecipanti e della scuola che ne ha permesso l’attuazione.
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