martedì 25 ottobre 2011

L'importanza delle parole

Sto leggendo "Leielui", ultimo romanzo di Andrea De Carlo, e - tra le altre - mi sono soffermata su una riflessione dell'autore che mi è sembrata molto centrata sul nostro lavoro di donne e uomini della Qualità: scegliere le parole giuste per comunicare i concetti.

Anch'io mi metto nel grande gruppo di coloro che parlano indifferentemente di problemi o problematiche, tipi o tipologie. Da oggi presterò più attenzione perché anche con le sfumature si rende grande il nostro lavoro e si rispetta la nostra bella lingua. Dunque, grazie a De Carlo ed eccovi l'estratto del romanzo:


Da qualche tempo, per esempio, ha notato che la parola "problema" è quasi scomparsa dalla lingua scritta e parlata, sostituita da "problematica". E' andata a controllare sul dizionario, e ha visto che le due parole non hanno affatto lo stesso significato, perché "problematica" indica un complesso di problemi, per esempio di una scienza. Lo stesso è successo con "tipo", rimpiazzato da "tipologia", e "metodo" diventato "metodologia", ma in realtà sono decine i casi in cui al posto di un termine specifico se ne usa uno che indica un'intera categoria. 
Le sembra che questo abbia a che fare con la natura vaga e incerta di un paese in cui nessuno risponde mai in modo del tutto conseguente alle sue apparenti convinzioni.

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