Qualche mese sulla rivista "Mente & Cervello" venne pubblicato un articolo dal titolo: "I vantaggi della gentilezza".
Ho pensato di proporvelo nei passaggi che mi sono sembrati più interessanti, soprattutto perché sono assolutamente convinta che il mondo di oggi abbia una grande necessità di gentilezza (attenzione! Non falsità ma gentilezza, sono due cose completamente diverse) anche se le persone gentili a volte non vengono comprese a fondo, soprattutto negli ambienti di lavoro. Ce lo spiega bene l'articolo.
(...)
Come molti tratti della personalità, la gradevolezza ha lati positivi e negativi. Le ultime ricerche suggeriscono che gli individui più affabili e gentili tendono a stringere relazioni più stabili, a godere di una salute migliore e a ottenere rendimenti più alti sul lavoro. Eppure tendono a guadagnare meno dei colleghi più esigenti e a essere scavalcati nella gerarchia professionale. Tuttavia, se scelgono di farlo, posono dominare la propria apparente debolezza e scalare i veritici.
Secondo numerose ricerche, essere cordiali procura vantaggi professionali e personali.
Intanto può aiutare a trovare lavoro. In uno studio del 2011 Michael Tews, docente di management alla Pennsylvania State University, ha esaminato il peso della personalità nel corso di una selezione del personale. Il gruppo di Tews ha creato falsi candidati, diversi per intelligenza e personalità, e i ricercatori hanno chiesto ai responsabili della selezione chi avrebbero scelto per il lavoro. La preferenza ricadeva sui candidati che mostravano alti livelli di gradevolezza, preferiti a individui più intelligenti ma meno gradevoli.
Essere cordiali può anche aiutare a mantenere il posto di lavoro. In uno studio publicato nel 2011 Timothy Judge, psicologo della University of Notre Dame, ha scoperto che le persone gradevoli sono meno esposte ai licenziamenti.
Nel 2002 lo psicologo Lawrence A. Witt ha invece indagato l'impatto della personalità sulle valutazioni delle prestazioni lavorative, constatando che gli impiegati coscienziosi ricevevano valutazioni migliori, ma solo se avevano una personalità gradevole. Chi lavorava di più ma non riscuoteva simpatia riceveva valutazioni inferiori rispetto ai più operosi e gentili.
(...)
Tutto bene, dunque? Non proprio. Lunedì scopriremo che chi è gentile spesso viene considerato inabile al comando.
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)
Ho pensato di proporvelo nei passaggi che mi sono sembrati più interessanti, soprattutto perché sono assolutamente convinta che il mondo di oggi abbia una grande necessità di gentilezza (attenzione! Non falsità ma gentilezza, sono due cose completamente diverse) anche se le persone gentili a volte non vengono comprese a fondo, soprattutto negli ambienti di lavoro. Ce lo spiega bene l'articolo.
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Come molti tratti della personalità, la gradevolezza ha lati positivi e negativi. Le ultime ricerche suggeriscono che gli individui più affabili e gentili tendono a stringere relazioni più stabili, a godere di una salute migliore e a ottenere rendimenti più alti sul lavoro. Eppure tendono a guadagnare meno dei colleghi più esigenti e a essere scavalcati nella gerarchia professionale. Tuttavia, se scelgono di farlo, posono dominare la propria apparente debolezza e scalare i veritici.
Secondo numerose ricerche, essere cordiali procura vantaggi professionali e personali.
Intanto può aiutare a trovare lavoro. In uno studio del 2011 Michael Tews, docente di management alla Pennsylvania State University, ha esaminato il peso della personalità nel corso di una selezione del personale. Il gruppo di Tews ha creato falsi candidati, diversi per intelligenza e personalità, e i ricercatori hanno chiesto ai responsabili della selezione chi avrebbero scelto per il lavoro. La preferenza ricadeva sui candidati che mostravano alti livelli di gradevolezza, preferiti a individui più intelligenti ma meno gradevoli.
Essere cordiali può anche aiutare a mantenere il posto di lavoro. In uno studio publicato nel 2011 Timothy Judge, psicologo della University of Notre Dame, ha scoperto che le persone gradevoli sono meno esposte ai licenziamenti.
Nel 2002 lo psicologo Lawrence A. Witt ha invece indagato l'impatto della personalità sulle valutazioni delle prestazioni lavorative, constatando che gli impiegati coscienziosi ricevevano valutazioni migliori, ma solo se avevano una personalità gradevole. Chi lavorava di più ma non riscuoteva simpatia riceveva valutazioni inferiori rispetto ai più operosi e gentili.
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Tutto bene, dunque? Non proprio. Lunedì scopriremo che chi è gentile spesso viene considerato inabile al comando.
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