Riaggandoci al discorso che abbiamo incominciato ieri, aggiungo anche questa riflessione di Odile Robotti che ho letto su "Elle". La Robotti, per chi fosse interessato, è l'autrice del libro "Il talento delle donne".
"Il nostro è un mondo incentrato sugli stereotipi. Il sesso femminile è associato a comportamenti come l'accudimento, la comprensione e l'abnegazione. Questo è il motivo principale per il quale sul lavoro sono invece biasimati comportamenti femminili individualisti come fare carriera, mentre sono premiati gli atteggiamenti collaborativi".
(...)
Come muoversi, dunque, al meglio in un mondo che è ostile alle donne? Secondo Robotti dobbiamo imparare a sfruttare il networking, ovvero la costruzione delle nostre reti di conoscenze. Impariamo dagli uomini che tendono ad avere una rete di contatti molto ampia ma tendenzialmente superficiale (mentre le donne preferiscono un numero inferiore di relazioni ma più profonde). Per far carriera, in realtà, conta conoscere e farsi conoscere da più persone possibili.
(...)
Osservate i leader. Seguite le loro orme, imitandone i comportamenti in azienda.
(...)
Il primo passo è imparare a conoscersi a fondo per individuare le proprie eccellenze, quelle che il datore di lavoro dovrà trovare irresistibili.
(...)
Due le cose da tenere a mente. La prima è che un brand ha delle grandi virtù ma non è eccezionale in tutto. Niente sindrome da prime della classe: non si può essere competenti in tutto. Secondo, per promuovere se stesse bisogna essere martellanti come una canzone-tormentone ma mai fastidiose come lo stillicidio della goccia d'acqua nel lavandino che perde. Occorre farsi pubblicità in ogni occasione possibile.
(...)
E' opportuno stilare una frase in grado di racchiudere tutte le nostre capacità. Un rigo che sia in grado di dare l'esatta visione dei nostri innumerevoli talenti. Una battuta coerente in grado di trasmettere nell'immediato tutte le nostre competenze. Per farlo è necessario innanzitutto trovare l'intersezione tra i nostri punti di forza e ciò che ci piace fare. Stilata la frase, un suggerimento finale: bisogna imparare a porsi sempre come problem solver. E' questo il messaggio da trasmettere.
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)
"Il nostro è un mondo incentrato sugli stereotipi. Il sesso femminile è associato a comportamenti come l'accudimento, la comprensione e l'abnegazione. Questo è il motivo principale per il quale sul lavoro sono invece biasimati comportamenti femminili individualisti come fare carriera, mentre sono premiati gli atteggiamenti collaborativi".
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Come muoversi, dunque, al meglio in un mondo che è ostile alle donne? Secondo Robotti dobbiamo imparare a sfruttare il networking, ovvero la costruzione delle nostre reti di conoscenze. Impariamo dagli uomini che tendono ad avere una rete di contatti molto ampia ma tendenzialmente superficiale (mentre le donne preferiscono un numero inferiore di relazioni ma più profonde). Per far carriera, in realtà, conta conoscere e farsi conoscere da più persone possibili.
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Il primo passo è imparare a conoscersi a fondo per individuare le proprie eccellenze, quelle che il datore di lavoro dovrà trovare irresistibili.
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Due le cose da tenere a mente. La prima è che un brand ha delle grandi virtù ma non è eccezionale in tutto. Niente sindrome da prime della classe: non si può essere competenti in tutto. Secondo, per promuovere se stesse bisogna essere martellanti come una canzone-tormentone ma mai fastidiose come lo stillicidio della goccia d'acqua nel lavandino che perde. Occorre farsi pubblicità in ogni occasione possibile.
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E' opportuno stilare una frase in grado di racchiudere tutte le nostre capacità. Un rigo che sia in grado di dare l'esatta visione dei nostri innumerevoli talenti. Una battuta coerente in grado di trasmettere nell'immediato tutte le nostre competenze. Per farlo è necessario innanzitutto trovare l'intersezione tra i nostri punti di forza e ciò che ci piace fare. Stilata la frase, un suggerimento finale: bisogna imparare a porsi sempre come problem solver. E' questo il messaggio da trasmettere.
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