(Fonte: Il Sole 24 Ore)
Sei mesi a Londra. Un anno a Berlino, sulla rotta del tedesco o di un master d'eccellenza. E poi: esperienze in India, ragazze alla pari in Francia e Inghilterra, scambi di un trimestre in Sud America per rifinire la tesi di laurea. Altro che "anno buco": il gap year, l'anno sabbatico, può essere la soluzione a dubbi o periodi di stallo da un'iscrizione universitaria all'altra.
L'idea affascina, se è vero che i "gappers" (oltre 2,5 milioni nel solo Regno Unito) stanno prendendo piede anche in Italia.
(...)
Un gap year con un suo valore per curriculum e formazione va pianificato con cura, senza scelte dellì'ultimo minuto che rischiano di ritorcersi contro per utilità, costi e sicurezza.
(...)
Prima bisogna pensare dove e quando partire, leggere benissimo la documentazione che ci è fornita, prenotare i voli in anticipòo, controllare le vaccinazioni, ottenere visti e permessi di ingresso.
(...)
Va da sé: il gap year non è quasi mai uno "year" di 12 mesi. Ma da qui a esperienze troppo brevi, il passo è lungo. Si sconsigliano trasferimenti inferiori ai tre mesi, la base minima per attività di sostanza nel lavoro e nel volontariato.
Le destinazioni più fruttuose, in vista di un futuro in Italia o all'estero?
Per un'esperienza di lavoro ordinaria e/o con finalità precise (ad esempio un certificato di lingua), conviene orientarsi su mete più comuni come Regno Unito, Francia e Germania. In caso contrario la bussola può sbilanciarsi su orizzonti nuovi e meno conosciuti, soprattutto se si sogna una carriera in cooperazione o consulenza sui mercati emergenti.
Per una prima esperienza si consiglia qualcosa di impatto forte e gratificante, come Africa e India. E' interessante respirare l'energia e la voglia di crescere di questi paesi, conoscendo dinamiche un po' meno familiari rispetto a quelle che si vivrebbero in paesi più vicini o comunque europei.
Continueremo la lettura dell'articolo domani. Non mancate!
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)
Sei mesi a Londra. Un anno a Berlino, sulla rotta del tedesco o di un master d'eccellenza. E poi: esperienze in India, ragazze alla pari in Francia e Inghilterra, scambi di un trimestre in Sud America per rifinire la tesi di laurea. Altro che "anno buco": il gap year, l'anno sabbatico, può essere la soluzione a dubbi o periodi di stallo da un'iscrizione universitaria all'altra.
L'idea affascina, se è vero che i "gappers" (oltre 2,5 milioni nel solo Regno Unito) stanno prendendo piede anche in Italia.
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Un gap year con un suo valore per curriculum e formazione va pianificato con cura, senza scelte dellì'ultimo minuto che rischiano di ritorcersi contro per utilità, costi e sicurezza.
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Prima bisogna pensare dove e quando partire, leggere benissimo la documentazione che ci è fornita, prenotare i voli in anticipòo, controllare le vaccinazioni, ottenere visti e permessi di ingresso.
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Va da sé: il gap year non è quasi mai uno "year" di 12 mesi. Ma da qui a esperienze troppo brevi, il passo è lungo. Si sconsigliano trasferimenti inferiori ai tre mesi, la base minima per attività di sostanza nel lavoro e nel volontariato.
Le destinazioni più fruttuose, in vista di un futuro in Italia o all'estero?
Per un'esperienza di lavoro ordinaria e/o con finalità precise (ad esempio un certificato di lingua), conviene orientarsi su mete più comuni come Regno Unito, Francia e Germania. In caso contrario la bussola può sbilanciarsi su orizzonti nuovi e meno conosciuti, soprattutto se si sogna una carriera in cooperazione o consulenza sui mercati emergenti.
Per una prima esperienza si consiglia qualcosa di impatto forte e gratificante, come Africa e India. E' interessante respirare l'energia e la voglia di crescere di questi paesi, conoscendo dinamiche un po' meno familiari rispetto a quelle che si vivrebbero in paesi più vicini o comunque europei.
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