venerdì 21 luglio 2017

Colloquio di assunzione? I consigli dei guru del management

(Fonte: "La Stampa")

Come comportarsi durante il colloquio di assunzione? La risposta scatena una valanga di consigli spesso fuorvianti, come soprattutto quello di recitare una parte per stupire il selezionatore. Una stroncatura arriva invece da alcuni guru del management che suggeriscono esattamente il contrario. In sostanza, dicono i ricercatori, durante un colloquio meglio rilassarsi e cercare di essere se stessi: è il modo migliore per ottenere il lavoro.
Il cambio di marcia per i jobseeker viene da una batteria di ricerche apparse sul Journal of Applied Psychology, in cui Celia Moore (dipartimento di management dell’università Bocconi), Sun Young Lee (University College London), Kawon Kim (The Hong Kong Polytechnic
University) e Daniel Cable (London Business School) confermano che i
candidati di alta qualità che si sforzano di presentare se stessi con precisione e verità aumentano la probabilità di ricevere un’offerta di lavoro.
Mentre i luoghi comuni sulla ricerca di lavoro incoraggiano a presentare solo gli aspetti migliori per apparire più attraenti agli intervistatori, gli autori della ricerca (The Advantage of Being Oneself: The Role of Applicant Self-Verification in Organizational Hiring Decisions) hanno constatato che è più vantaggioso presentarsi per come si è veramente,
specie se si è candidati di alta qualità. Al centro della ricerca è il concetto di autoverifica, il desiderio di presentarsi con precisione, in modo che gli altri si facciano di noi la stessa immagine che abbiamo di noi stessi. E la ricerca mostra, per la prima volta, che l’autoverifica può avere importanti effetti importanti proprio durante una selezione.
Tre gli studi che lo dimostrano.
Il primo utilizza un campione di insegnanti di tutto il mondo alla ricerca di un lavoro negli Stati Uniti e conclude che una forte propensione all’autoverifica aumenta la probabilità di trovare un lavoro dal 51% al 73%.
Il secondo studio conferma questo effetto in un ambito radicalmente
diverso: avvocati che fanno domanda per una posizione nelle forze armate statunitensi, nel qual caso i candidati di alta qualità aumentano
di cinque volte le possibilità di ricevere un’offerta di lavoro, dal 3% al 17 per cento, se hanno una forte propensione all’autoverifica. L’effetto si evidenzia solo per i candidati di buona qualità; per gli altri la propensione all’autoverifica può addirittura peggiorare la posizione.
Nel terzo studio i ricercatori hanno analizzato 300 persone selezionando quelli con una propensione all’autoverifica molto alta o molto bassa. Le persone con una forte propensione parlano di se stessi in maniera più fluida e sono percepite come più autentiche e meno manipolatrici. Il
che spiega perché ottengano buoni risultati nel mercato del lavoro. «In un colloquio di lavoro - conclude Celia Moore - cerchiamo spesso di presentarci come perfetti. Il nostro studio dimostra che questo istinto è sbagliato. Gli intervistatori percepiscono un’autorappresentazione
troppo perfetta come inautentica e potenzialmente sviante. In definitiva,
se si è un candidato di alta qualità, si può essere se stessi. Si può essere onesti e autentici. E si avranno maggiori probabilità di ottenere un lavoro».


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