lunedì 11 giugno 2018

Liberiamo il nostro valore (2)

(Fonte: "Starbene") 

COGLI L’ATTIMO

Procrastinare al giorno dopo una decisione che ci sta a cuore è un’altra psicotrappola piuttosto comune perché al primo domani ne segue immancabilmente un altro, e così via all’infinito.
«Infatti, rimandare a un’ipotetica data quel processo di cambiamento che sta alla base della propria realizzazione diventa un messaggio con cui inconsciamente diciamo a noi stessi di non sentirci all’altezza», sottolinea il nostro esperto. «Inoltre, sull’onda del rimanda-rimanda, è molto probabile
che si vada fuori tempo per colpire nel segno.Insomma,ci siamo fatti passare davanti occasioni mancate che non si ripropongono più. L’antidoto? Cogliere l’attimo, rischiare subito, agire nel
presente. Procrastinare indebolisce solo la volontà e le capacità personali», continua Giorgio Nardone.


ATTIVA LE TUE RISORSE


Avere tutto sotto il controllo della mente è un’idea figlia dell’epoca moderna: crediamo di poter capire qualunque cosa e di prevedere imprevisti ed eventi inattesi. In realtà, se questo in parte
è vero, quando il controllo diventa eccessivo si trasforma in una psicotrappola. «Ci rende incapaci di affrontare le novità e i cambiamenti a cui la realtà ci sottopone ogni giorno e che, se ben utilizzati, diventano un’occasione per esprimere e valorizzare le nostre energie e superare prove che non ci
saremmo mai immaginati», continua l’esperto. «Se per esempio vogliamo diventare il numero uno in uno sport, è importante imparare una tecnica e sviluppare le competenze che ci permettono di saltare un ostacolo, correre i 100 metri piani, o mandare la palla a canestro. Nello stesso tempo, però,
non possiamo razionalizzare tutto.
Dobbiamo essere pronti a dar spazio anche all’estro, alla fantasia, o alla performance dettata solo dall’istinto. In caso contrario, non riusciremo mai a superare i nostri limiti e a crescere sul fronte personale», suggerisce lo psicoterapeuta.
 

ABBASSA LE DIFESE
 
Per far emergere le nostre potenzialità è importante anche abbassare le difese e i “muri” che spesso alziamo nei confronti delle persone con cui lavoriamo. «È la cosiddetta sfida attiva che si trasforma invece in un’aggressione, capace di tarpare le ali a qualsiasi crescita personale», avverte l’esperto. «È quello che capita per esempio se temiamo che un collega possa “farci le scarpe”: ci arrocchiamo sulle difensive, rispondiamo alle provocazioni, mettiamo in atto comportamenti ritorsivi e piccole vendette, in una sorta di escalation, trasformiamo la vita relazionale in ufficio in un campo di battaglia che toglie ogni spazio all’espressione del nostro talento e al raggiungimento dei risultati. La soluzione? Scoprire la potenza della gentilezza e del sorriso, strumenti che disarmano qualsiasi nemico e rinforzano carisma, autostima e sicurezza in se stessi.


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