giovedì 21 febbraio 2013

Questionari cliente: raccogliere più feedback

Su uno degli ultimi numeri della rivista "Mente & Cervello" ho letto l'articolo "L'arte della lusinga" che, in alcune parti, ho trovato interessante per ciò che riguarda l'invio dei questionari (nel nostro caso ho pensato ai classici questionari di customer satisfaction.

Vi riporto cosa scrive in proposito l'articolista:

"Si può immaginare di adulare qualcuno senza nemmeno parlargli? E' ciò che hanno cercato di scoprire Clyde Hendrick e i colleghi della Ohio State University di Kent.

L'obiettivo dell'esperimento era indurre i residenti di una città a rispondere a un questionario che era stato spedito loro a domicilio. In un caso veniva chiesto solamente di dare informazioni anagrafiche 

(...)

nell'altro figuravano numerose domande relative a suggerimenti per migliorare l'ambiente, lo stato psicologico delle persone, il loro stato d'animo rispetto al proprio quartiere.

Alcuni cittadini ricevevano un questionario di una pagina, in cui figuravano 24 domande, altri un questionario di sette pagine che conteneva 182 domande. Il questionario era accompagnato da una lettera che, in certi casi, comportava degli aggettivi qualificativi piuttosto positivi e che valorizzavano il destinatario. Per altre persone, invece, questi aggettivi non erano presenti ma la lettera era identica.

Per esempio, una versione senza aggettivi valorizzanti prendeva la seguente forma: «Il suo contributo ci sarà utile per far progredire lescienze sociali». Una versione con un'adulazione discreta era: «Il suo generoso contributo ci sarà utile per far progredire le scienze sociali». Nel corso della lettera erano poi disseminati qua e là diversi aggettivi (gentile, amabile, generoso, benevolente).

I risultati hanno rivelato che sulle persone che avevano ricevuto il questionario breve (una pagina, 24 domande), l'adulazione non aveva avuto un effetto notevole, con un tasso di ritorno, in entrambi i casi, di circa il 26 per cento. Nel caso del questionario di 184 domande, invece, è stato osservato un tasso di riotrno del 29 per cento in condizioni di adulazione, contro solo il 10 per cento in assenza di adulazione.

Insomma, più il compito è difficile, più l'adulazione sembra funzionare. Secondo gli psicologi, gli aggettivi valorizzanti presenti nella lettera  avrebbero attivato, nella persona che la leggeva, una percezione positiva di se stessa, inducendola a considerarsi implicitamente come generosa, benevolente, amabile. Così condizionato il soggetto agirebbe quindi in conformità a questa concezione implicita di se stesso.

(...)

Quando si tratta di compilare il questionario breve, il compito è talmente facile che tutti possono svolgerlo e gli aggettivi adulatori della lettera non trovano eco nella persona che la legge. Siamo abituati a non ricevere lodi per un'azione insignificante."

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