Continuiamo a leggere l'articolo di "Sette" che abbiamo iniziato ieri e ad esaminare le nostre distorsioni cognitive.
Bias del gruppo
Figlio del precedente, ci spinge a pensare che la nostra "tribù" sia più forte e abbia idee migliori di qualsiasi altra comunità.
(...)
Ci rende sospettosi, paurosi, a volte ostili e sprezzanti verso chi non riconosciamo parte del "gruppo".
Bias dello status quo
Il cambiamento ci spaventa e per questo preferiamo restare fedeli a una routine, magari noiosa ma rassicurante.
(...)
E spesso ci spinge al pensiero, distorto, che qualsiasi scenario diverso dalla situazione corrente implicherebbe un peggioramento.
Di verso opposto a questo conservatorismo automatico, è il progressismo tout court, nelle parole e non nella sostanza.
Bias della negatività
Le brutte notizie ci attirano più di quelle buone.
(...)
Secondo gli psicologi è la nostra attenzione selettiva che ci fa percepire le brutte notizie come più importanti: da un punto di vista evolutivo, prepararci al peggio può salvarci.
Bias dell'àncora
Noto anche come "trappola della relatività", ci porta a fissarci su un insieme limitato di elementi, le "ancore", intorno a cui facciamo ruotare tutto il resto.
Un esempio è la scelta di un vestito in un negozio: tendiamo a confrontare subito il prezzo rispetto a un valore di riferimento dato, non a valutare il prezzo del prodotto in sé.
Fallacia di Gambler
Tendiamo a dare particolare importanza agli eventi del passato pensando che influenzeranno in qualche modo i risultati futuri.
L'esempio classico è quello del lancio della monetina: dopo che è uscito per cinque volte "testa", riteniamo molto più probabile che la volta successiva esca "croce". In realtà, i risultati in lanci diversi sono statisticamente indipendenti e quindi le probabilità restano 50/50.
Allora, cosa ne pensate? Credete di essere immuni da queste distorsioni mentali oppure vi è capitato di fermarvi e di ragionarci su per migliorare le vostre reazioni nei confronti degli altri?
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)
Bias del gruppo
Figlio del precedente, ci spinge a pensare che la nostra "tribù" sia più forte e abbia idee migliori di qualsiasi altra comunità.
(...)
Ci rende sospettosi, paurosi, a volte ostili e sprezzanti verso chi non riconosciamo parte del "gruppo".
Bias dello status quo
Il cambiamento ci spaventa e per questo preferiamo restare fedeli a una routine, magari noiosa ma rassicurante.
(...)
E spesso ci spinge al pensiero, distorto, che qualsiasi scenario diverso dalla situazione corrente implicherebbe un peggioramento.
Di verso opposto a questo conservatorismo automatico, è il progressismo tout court, nelle parole e non nella sostanza.
Bias della negatività
Le brutte notizie ci attirano più di quelle buone.
(...)
Secondo gli psicologi è la nostra attenzione selettiva che ci fa percepire le brutte notizie come più importanti: da un punto di vista evolutivo, prepararci al peggio può salvarci.
Bias dell'àncora
Noto anche come "trappola della relatività", ci porta a fissarci su un insieme limitato di elementi, le "ancore", intorno a cui facciamo ruotare tutto il resto.
Un esempio è la scelta di un vestito in un negozio: tendiamo a confrontare subito il prezzo rispetto a un valore di riferimento dato, non a valutare il prezzo del prodotto in sé.
Fallacia di Gambler
Tendiamo a dare particolare importanza agli eventi del passato pensando che influenzeranno in qualche modo i risultati futuri.
L'esempio classico è quello del lancio della monetina: dopo che è uscito per cinque volte "testa", riteniamo molto più probabile che la volta successiva esca "croce". In realtà, i risultati in lanci diversi sono statisticamente indipendenti e quindi le probabilità restano 50/50.
Allora, cosa ne pensate? Credete di essere immuni da queste distorsioni mentali oppure vi è capitato di fermarvi e di ragionarci su per migliorare le vostre reazioni nei confronti degli altri?
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