Vi riporto questo articolo tratto da "Altroconsumo" che riassume, a grandi linee, i cambiamenti che a partire dal 13 dicembre ritroviamo nelle etichette alimentari.
In particolare, aggiungo - sempre usando come fonte la rivista - che:
Io, ad esempio, sono abituata a leggerle sempre e tendo a scartare quei prodotti che non presentano etichette suffiucientemente esaurienti.
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In particolare, aggiungo - sempre usando come fonte la rivista - che:
- per ciò che riguarda i valori nutrizionali chi deciderà di riportare sulle confezioni dei generi alimentari l'etichetta nutrizionale (l'obbligo scatta tra due anni), dovrà farlo seguendo i dettami del regolamento che prevede che siano indicate anche le informazioni finora facoltative, come quelle su zuccheri e grassi saturi. Le indicazioni relative al sodio vanno invece sostituite con quelle sul sale. In definitiva la tabella nutrizionale dovrà contenere: calorie, carboidrati, zuccheri, grassi, grassi saturi e sale. Restano facoltativi altri nutrienti, tra cui la fibra
- indicazione d'origine: dal prossimo aprile dovrà essere indicato il luogo di allevamento e macellazione anche sulle carni suine, ovine, caprine e sul pollame. Finora l'obbligo, introdotto sulla scia dello scandalo "mucca pazza", vigeva solo per la carne bovina. Stretta sulle indicazioni d'origine anche per denominazioni come "yogurt greco", che risultano ingannevoli se, per esempio, lo yogurt in questione è stato prodotto con latte tedesco. Per questo motivo, in tutti i casi in cui l'origine dell'ingrediente principale sia diversa da quella presente nella denominzazione del prodotto, il regolamento prevede che venga chiaramente specificato.
- leggibile prima di tutto: perché un'etichetta sia utile al consumatore deve essere prima di tutto leggibile: bando alle informazioni nascoste nelle pieghe delle confezioni e ai caratteri troppo piccoli, impossibili da decifrare per chi non abbia una vista aquilina o una lente di ingrandimento. Il nuovo regolamento europeo prescrive che l'altezza dei caratteri non sia inferiore a 1,2 millimetri. Per i piccoli imballaggi il limite scende a 0,90 millimetri. Rimandati a una futura norma dettagli su colore dei caratteri e contrasto con lo sfondo, escamotage spesso utilizzati dai produuttori per rendere poco leggibili informazioni scomode, ma obbligatorie.
Io, ad esempio, sono abituata a leggerle sempre e tendo a scartare quei prodotti che non presentano etichette suffiucientemente esaurienti.
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