(Fonte: "L'Economia")
Si conquista negli anni e si può perdere in un attimo. È la reputazione aziendale. Come costruirla?
Bisogna sapersi comportare bene. «La reputazione è il legame emotivo tra un’azienda e i
portatori di interesse, che in Italia sono soprattutto i consumatori», dice Fabio Ventoruzzo, director consulting di Reputation Institute, che ha svolto un’analisi sulle maggiori aziende operanti. «La reputazione si basa su quattro indicatori: stima, fiducia, ammirazione e feeling positivo. È la “pancia” che dice quanto mi sento legato all’azienda». Non stupisce, allora, se in cima alla classifica ci siano aziende che con il loro prodotto sono in grado di dare emozioni positive: dalla capolista Walt Disney alle italiane Ferrero e Ferrari, per poi passare a Lego ma anche a Lavazza e Armani. «L’analisi ha rivelato che la reputazione, nel nostro Paese, è legata più ai comportamenti dell’azienda che non alla qualità dei suoi prodotti. Quando gli italiani giudicano, guardano soprattutto agli aspetti soft dell’azienda, come il contributo alla società. Gli italiani ritengono più importante chi si è e come ci si comporta rispetto a ciò che si vende. Il ruolo sociale, quindi, è un tema che sta diventando sempre più importante». In Italia il 66% della reputazione deriva dalla percezione che l’opinione pubblica ha dell’azienda che sta dietro il prodotto, e solo il 34% dal giudizio sul prodotto o servizio venduto. Un esempio su tutti è quello di Heineken, nel beverage. «Ha una reputazione alta perché ha affrontato il tema del bere responsabile nel modello di business e nella comunicazione». Certo, le «buone azioni» che si compiono vanno fatte sapere. Ecco perché i
brand in cima alla classifica sono tutti grandi comunicatori.
Se guardiamo la classifica per settori, l’ultimo è il gaming, il penultimo sono le banche e poi le utilities— con queste ultime che probabilmente scontano il fatto che comunicano al consumatore attraverso il pagamento della bolletta. «Per ambire ad avere reputazione più alta le aziende devono rispondere alle aspettative. E le aspettative cambiano a seconda del momento storico. Le banche sono state coinvolte dagli scandali e gli italiani non giudicano soltanto la solidità, ma anche la
trasparenza». Consigli? Le aziende dovrebbero determinare i temi, non subirli e stare ad aspettare che sia qualcun altro a raccontare la loro storia.
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Si conquista negli anni e si può perdere in un attimo. È la reputazione aziendale. Come costruirla?
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portatori di interesse, che in Italia sono soprattutto i consumatori», dice Fabio Ventoruzzo, director consulting di Reputation Institute, che ha svolto un’analisi sulle maggiori aziende operanti. «La reputazione si basa su quattro indicatori: stima, fiducia, ammirazione e feeling positivo. È la “pancia” che dice quanto mi sento legato all’azienda». Non stupisce, allora, se in cima alla classifica ci siano aziende che con il loro prodotto sono in grado di dare emozioni positive: dalla capolista Walt Disney alle italiane Ferrero e Ferrari, per poi passare a Lego ma anche a Lavazza e Armani. «L’analisi ha rivelato che la reputazione, nel nostro Paese, è legata più ai comportamenti dell’azienda che non alla qualità dei suoi prodotti. Quando gli italiani giudicano, guardano soprattutto agli aspetti soft dell’azienda, come il contributo alla società. Gli italiani ritengono più importante chi si è e come ci si comporta rispetto a ciò che si vende. Il ruolo sociale, quindi, è un tema che sta diventando sempre più importante». In Italia il 66% della reputazione deriva dalla percezione che l’opinione pubblica ha dell’azienda che sta dietro il prodotto, e solo il 34% dal giudizio sul prodotto o servizio venduto. Un esempio su tutti è quello di Heineken, nel beverage. «Ha una reputazione alta perché ha affrontato il tema del bere responsabile nel modello di business e nella comunicazione». Certo, le «buone azioni» che si compiono vanno fatte sapere. Ecco perché i
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Se guardiamo la classifica per settori, l’ultimo è il gaming, il penultimo sono le banche e poi le utilities— con queste ultime che probabilmente scontano il fatto che comunicano al consumatore attraverso il pagamento della bolletta. «Per ambire ad avere reputazione più alta le aziende devono rispondere alle aspettative. E le aspettative cambiano a seconda del momento storico. Le banche sono state coinvolte dagli scandali e gli italiani non giudicano soltanto la solidità, ma anche la
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