giovedì 31 maggio 2018

Come gestire un team (2)

(Fonte: "Uomo&Manager") 

OSSERVAZIONE
 

Spesso può capitare di non conoscere bene le capacità del team che si sta guidando. In questo caso può essere utile iniziare da osservatore e assegnare un progetto al resto del gruppo senza definire un leader, sia pur temporaneo.
Come in ogni situazione, sarà l’approccio di ciascuno al problema da risolvere a guidare le dinamiche di gruppo e definire immediatamente i ruoli. Accanto ai “cervelloni” ci sarà sempre la
persona che avanza idee fuori dagli schemi creando un’alternativa creativa che spesso si rivela
il principio di una strada promettente per il raggiungimento del risultato atteso. In ogni caso,
lasciare al team dei momenti di “autogestione” si rivela sempre una scelta utile in grado di creare degli equilibri naturali che altrimenti non si creerebbero. Diversi studi di psicologia e organizzazione aziendale hanno dimostrato come non sia necessario che tutti abbiano spiccate conoscenze per raggiungere un risultato. All’interno di un gruppo ognuno ha la sua funzione e il grado di performance si misura anche sulla sensibilità sociale. L’intelligenza del gruppo di lavoro, infatti, non dipende dall’intelligenza individuale dei membri del gruppo, ma è correlata con la loro sensibilità sociale: saper ascoltare, accogliere le critiche in modo costruttivo, avere una mentalità aperta sono solo alcuni esempi di sensibilità sociale. Una buona dose di umorismo crea affidabilità e contribuisce ad accrescere il senso di appartenenza e il piacere di lavorare con un determinato staff. Utilizzare l’umorismo in un gruppo di lavoro riduce lo stress, aumenta la creatività, la comunicazione e l’unione di squadra e alcuni studi hanno anche scoperto che proprio lo humor può aumentare le prestazioni e l’efficacia della leadership.


IL TEAM PERFETTO? UN MIX DI PERSONALITÀ


Una buona condizione di partenza per un team performante, è che questo sia formato da persone con caratteristiche diverse. Negli anni ‘70, due gruppi di ricercatori sulla personalità arrivarono indipendentemente alla conclusione che la maggior parte dei tratti caratteriali possono racchiudersi in cinque categorie, conosciute come The Big Five:

  • Trasparenza: coloro che tendono a gioire delle avventure e sono aperti a nuove esperienze
  • Scrupolosità: i componenti organizzati e affidabili
  • Estroversione: tutti coloro che aumentano la propria energia e produttività stando in mezzo
    agli altri
  • Amabilità: le persone amabili sono spesso affidabili, di aiuto e compassionevoli
  • Stabilità emotiva: chi possiede sicurezza e calma è a proprio agio nell’affrontare anche momenti critici
Per gestire al meglio un team è bene definire un certo equilibrio anche tra neoassunti e leve
consolidate, possibilmente facendoli interagire secondo personalità omogenee.
 

MA ESSERE UN BRAVO LEADER COSA IMPLICA?

Oltre ad organizzare in modo efficace il lavoro, far rispettare i tempi di consegna/esecuzione e
definire le priorità, è necessario saper dare spazio all’autonomia delle singole persone, lasciando
che non siano meri esecutori ma, piuttosto, siano stimolati ad approcciare alla dinamica di gruppo
in modo diretto e propositivo. Essere autoritari aiuta a delimitare i confini e creare una giusta
distanza con i componenti del gruppo ma la giusta dose di disponibilità e collaborazione si rivela
sempre vincente in ottica di risultato. In generale, è chiaro che non esiste una formula magica per
la gestione delle risorse e, in qualunque modo si scelga di guidare il proprio team, è necessario tenere sempre in considerazione il fatto che ogni situazione contiene un numero quasi infinito di
sfumature e, a seconda delle competenze e della sensibilità di chi si trova a farvi fronte, può essere
sviluppata in altrettanti infiniti modi.


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