mercoledì 2 maggio 2018

No alle intromissioni dell’azienda nella casella e-mail del lavoratore

Per vostra informazione visto che spesso in privato ci fate domande sull'argomento (anche se non si tratta di "qualità") ;)

(Fonte: "La Stampa")

Il  datore  di  lavoro  non  può accedere  in  modo  indiscriminato alla posta elettronica o ai dati personali contenuti nei  cellulari  in  dotazione  al personale. Lo ha ribadito nel dicembre  2016  il  Garante della  privacy,  vietando  alla multinazionale  di  consulenza Aon l’ulteriore uso dei dati trattati in violazione della legge. Si tratta infatti chiaramente di un comportamento illecito.
A fare il reclamo era stato un  dipendente,  secondo  cui la società avrebbe controllato informazioni anche private contenute nelle e-mail, sia durante  il  rapporto  di  lavoro sia  dopo  il  licenziamento  del lavoratore.
L’autorità ha spiegato che il datore di lavoro - pur potendo verificare  l’esatto  adempimento della prestazione di lavoro e il corretto uso dei mezzi forniti al dipendente - «deve in ogni caso salvaguardare la libertà e la dignità, attenendosi  ai  limiti  previsti  dalla  normativa».  La  legge  infatti  non  permette in alcun modo di realizzare un controllo massivo, prolungato  e  indiscriminato
dell’attività  del  lavoratore.  I dipendenti  inoltre  devono sempre  essere  informati  in modo chiaro e dettagliato sulle  modalità  di  utilizzo  degli strumenti aziendali e di eventuali verifiche.


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