giovedì 2 agosto 2018

Over 50, da esuberi a protagonisti del mercato

(Fonte: "Tuttosoldi")
 
Nel 2000 erano poco più di mezzo milione, nel 2016 hanno sfondato quota 1,5 milioni, tre volte tanto. È questa la cavalcata delle pantere grigie, i lavoratori over 55 che, grazie alla longevità e ad alcune misure previdenziali, sono passati dai paria degli esuberi alla categoria a più alta crescita del mercato del lavoro.
L’età si allunga, la pensione si allontana: è ora di costruire una strategia efficace per questa parte della forza lavoro. Non è possibile tenere in stand by centinaia di migliaia di over 50 in attesa della pensione, senza investire su di essi, senza dare vita a una rivoluzione formativa, organizzativa e culturale, un nuovo patto di ingaggio per la quarta età. Il numero di occupati italiani tra i 55 e i 64 anni, pari a 569.287 nel 2000, è salito a 1.588.923 nel 2016.
È la sfida che emerge dallo studio dell’Osservatorio di Itinerari Previdenziali: «Nel 2001 la strategia di Lisbona fissava al 50% l’obiettivo del tasso di occupazione per la fascia 55-64 anni; a fronte di una media Ue che allora si assestava al 38%, il tasso italiano era al 28,1%. Nel 2017, il tasso di occupazione italiano in questa fascia di età si è spinto fino al 52,2%: il differenziale europeo resta ampio (57,1%), ma l’obiettivo è stato raggiunto e con ritmi proporzionalmente superiori agli altri Paesi».
Motivare. Non si può in ogni caso fare del trionfalismo, dal momento che le strategie sono spesso solo indicate e scarsamente applicate. In questa crescita, per esempio, non rientrano gli espulsi e gli esodati: negli ultimi anni quando un over 50 perde il lavoro non riesce più a salire sulla giostra e farsi assumere.
Anche le poche pratiche di staffetta generazionale non hanno dato risultati auspicabili: è una favola quella che prevede l’uscita morbida di over 55 in cambio di assunzioni di giovani, per diverse ragioni non funziona. Gli over sono deboli nel mercato oggi concentrato sulla rivoluzione digitale, diventano osbsoleti e con competenze da recuperare. 
Quali abilità possono essere fornite ai più anziani? Quanto è diffuso il reverse mentoring (gli anziani trasmettono l’esperienza ai giovani, i giovani insegnano agli anziani le tecnologie)? È possibile uno scambio di competenze? Oltre alla flessibilità in uscita, è necessario creare ambienti lavorativi più favorevoli agli occupati senior. Si possono usare soluzioni d’orario flessibile oppure di telelavoro e smart working. Uno degli ostacoli alla fruizione digitale è anche rappresentato dalla non conoscenza della lingua inglese.
Secondo l’Osservatorio, i lavoratori anziani non sono invogliati a rimanere al lavoro e, anche quando costretti, non sono spesso messi nelle condizioni migliori per farlo. Cercasi imprese che favoriscano un uso strategico degli over 50.

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