(Fonte: "la Repubblica")
Non aprite quella email. O meglio, apritela solo se siete in ufficio e non lasciatevi infastidire dai toni tranchant del capufficio, dalle incomprensioni con quel collega che continua a sottolineare i vostri errori, o dalle vane attese infinite di una risposta alle email che avete mandato voi. Perché, ricorda ora uno studio pubblicato sul Journal of Organizational Behaviour, l'inciviltà via email può avere un impatto negativo anche sulla vita privata, sul rapporto con il partner e perfino sulla produttività di quest'ultimo, oltre che sulla motivazione del lunedì successivo. "È colpa del cosiddetto "svuotamento dell'io": abbiamo una quantità limitata di energie mentali e durante le situazioni lavorative stressanti - che sono più frequenti via email, dove manca quel contesto, come il tono di voce e gli sguardi, che aiuta a interpretare e magari ridimensionare le questioni - consumiamo buona parte della nostra riserva energetica", spiega l'autrice dello studio, YoungAh Park, psicologa dell'università dell'Illinois. "La conseguenza è un calo di motivazione e l'impulso a risparmiare energie sul lavoro".
Non aprite quella email. O meglio, apritela solo se siete in ufficio e non lasciatevi infastidire dai toni tranchant del capufficio, dalle incomprensioni con quel collega che continua a sottolineare i vostri errori, o dalle vane attese infinite di una risposta alle email che avete mandato voi. Perché, ricorda ora uno studio pubblicato sul Journal of Organizational Behaviour, l'inciviltà via email può avere un impatto negativo anche sulla vita privata, sul rapporto con il partner e perfino sulla produttività di quest'ultimo, oltre che sulla motivazione del lunedì successivo. "È colpa del cosiddetto "svuotamento dell'io": abbiamo una quantità limitata di energie mentali e durante le situazioni lavorative stressanti - che sono più frequenti via email, dove manca quel contesto, come il tono di voce e gli sguardi, che aiuta a interpretare e magari ridimensionare le questioni - consumiamo buona parte della nostra riserva energetica", spiega l'autrice dello studio, YoungAh Park, psicologa dell'università dell'Illinois. "La conseguenza è un calo di motivazione e l'impulso a risparmiare energie sul lavoro".
È tanto vero che il consiglio comunale di New York ha di recente
discusso una proposta sul "diritto di staccare", vale a dire rivendicare
l'irreperibilità via email al di fuori dell'orario di lavoro. Potrebbe
così diventare la prima città a proibire esplicitamente
questa pratica, che per l'American psychological association riguarda
più di metà dei lavoratori americani. "Lo stress che dall'inbox invade
la vita è causato soprattutto dal nostro rimuginare. Messaggi con
critiche o toni impropri, letti senza che ci sia
il tempo di chiarire la situazione a voce, fa sì che il nostro cervello
etichetti la vicenda come "questione irrisolta"", chiarisce Park.
"L'effetto è un fastidioso strascico: il cervello continua a cercare di
risolverla, anche quando in realtà dovremmo rilassarci e ricaricare le
batterie". Come nel weekend.
Lo spiega anche Alberto Pellai psicoterapeuta e ricercatore
all'università di Milano: "Bisogna disconnettersi nei fine settimana e
in vacanza. Per avere almeno
una giornata senza cellulare e, quando lo si utilizza, vanno stabilite
delle fasce orarie in cui non ci sia spazio per la tecnologia. Le email
che arrivano anche in camera da letto ci allontanano
dalla felicità. Consiglio anche ai miei pazienti di accendere il
cellulare la mattina solo una volta usciti di casa. Sono regole che
valgono per tutta la famiglia. Abbiamo bisogno di tempo per le
relazioni, solo questo può renderci felici".
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