Su "Donna Moderna" mi hanno segnalato e ho letto l'intervista a Francesca Gino, economista con la passione per la psicologia, che studia i meccanismi mentali che stanno alla base delle decisioni che prendiamo.
Vi riporto i brani dell'intervista che ritengo più interessanti.
(...)
Crede che il lavoro sia fonte di frustrazione?
In molte delle aziende che analizzo è così. Dopo un certo periodo i dipendenti si disinteressano e sprecano sempre di più il loro tempo, il che li rende infelici e frustrati. Perché succede?
Già, perché?
Perdiamo la novità, quindi l'eccitazione. Si insinua la noia. Ci ho riflettuto durante il mio progetto di ricerca sulla ribellione, che è diventato un libro: "Talento ribelle. Perché paga rompere le regole sul lavoro e nella vita".
Di cosa parla?
Di come faccia bene infrangere la routine: arricchisce la nostra vita. Quando rompiamo le regole troviamo più divertimento nel lavoro e nelle interazioni con gli altri. Abbiamo tutti bisogno di più ribellione nelle nostre vite.
(...)
Ci vuole coraggio a ribellarsi
Si impara pian piano, cambiando la routine.
(...)
Da ribelli non è più dura in ufficio?
Al contrario. Il ribelle, a suo agio in situazioni nuove, si adatta naturalmente a un mondo sempre più incerto. Incoraggiare il giusto tipo di violazione delle regole è ciò che i leader di oggi devono fare. Noi però pensiamo ai ribelli nel modo sbagliato. Non sempre sono persone come Steve Jobs, creativi ma difficili da gestire, che non vorresti avere come capo né come dipendente. Ribelle non significa emarginato o piantagrane: è chi trasgredisce in modo positivo e produttivo.
(...)
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)
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Crede che il lavoro sia fonte di frustrazione?
In molte delle aziende che analizzo è così. Dopo un certo periodo i dipendenti si disinteressano e sprecano sempre di più il loro tempo, il che li rende infelici e frustrati. Perché succede?
Già, perché?
Perdiamo la novità, quindi l'eccitazione. Si insinua la noia. Ci ho riflettuto durante il mio progetto di ricerca sulla ribellione, che è diventato un libro: "Talento ribelle. Perché paga rompere le regole sul lavoro e nella vita".
Di cosa parla?
Di come faccia bene infrangere la routine: arricchisce la nostra vita. Quando rompiamo le regole troviamo più divertimento nel lavoro e nelle interazioni con gli altri. Abbiamo tutti bisogno di più ribellione nelle nostre vite.
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Ci vuole coraggio a ribellarsi
Si impara pian piano, cambiando la routine.
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Da ribelli non è più dura in ufficio?
Al contrario. Il ribelle, a suo agio in situazioni nuove, si adatta naturalmente a un mondo sempre più incerto. Incoraggiare il giusto tipo di violazione delle regole è ciò che i leader di oggi devono fare. Noi però pensiamo ai ribelli nel modo sbagliato. Non sempre sono persone come Steve Jobs, creativi ma difficili da gestire, che non vorresti avere come capo né come dipendente. Ribelle non significa emarginato o piantagrane: è chi trasgredisce in modo positivo e produttivo.
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