L'idea del risk-based thinking, se ci pensate bene, non è così nuova perché, qualsiasi organizzazione minimamente avveduta decida di cambiare qualcosa o di affrontare degnamente un cambiamento derivante dall'ambiente esterno, sa che ci sono scelte da fare, opportunità da cogliere e rischi da analizzare.
Iniziare a pensare tenendo conto anche di rischi e opportunità, dunque, è qualcosa che - in teoria - si è sempre fatto e che appartiene a qualsiasi area aziendale e a qualsiasi suo livello.
Il vantaggio, naturalmente, è che qualsiasi cosa sia associata a un cambiamento - fortemente voluto o in qualche modo subito, non importa - dovreste avere ben poche sorprese se avrete fatto una buona analisi di rischi e delle opportunità.
Per capire bene i vostri rischi, dovrete comprendere a fondo l'organizzazione nella quale lavorate e le problematiche interne ed esterne che deve affrontare.
Dovrete anche avere ben chiare le esigenze di tutte le parti interessate (anche in questo caso interne ed esterne).
Se parliamo di piccole organizzazioni, anche il pensionamento di una risorsa chiave o la perdita di un fornitore importante è qualcosa che può comportare dei forti rischi (ma anche delle ottime opportunità).
A seconda dell'organizzazione nella quale lavorate, dovrete scegliere il livello di analisi del rischio da applicare dato che la ISO 9001:2015 ci lascia in tal senso tutta la flessibilità necessaria per decidere se procedere con un apporoccio di base o con qualcosa di più sistematico e articolato.
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)
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