venerdì 29 aprile 2016

I passi per la transizione dalla ISO 9001:2008 alla ISO 9001:2015 (9)

La nona attività base da compiere per certificarsi secondo la nuova ISO 9001:2015 è quella di riesaminare il processo di progettazione e sviluppo dato che ci sono importanti modifiche rispetto alla versione del 2008 per quanto riguarda il livello di controllo esercitato.

Concentratevi su:
  • responsabilità;
  • input;
  • output;
  • controlli;
  • controllo delle modifiche;
  • autorizzazioni;
  • azioni rischieste per gestire i rischi
Naturalmente sarà fondamentale documentare tutti questi aspetti. Ad esempio, se avete un prodotto per il quale sono cambiate le specifiche, dovete essere in grado di documentare chi ha autorizzato la modifica e l'ha approvata e che la persona che l'ha fatto era qualificata per farlo.

E' questo il livello di dettaglio che viene richiesto nella nuova norma per proteggere l'integrità del processo e del prodotto/servizio oltre che per garantire il rispetto dei requisiti.

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giovedì 28 aprile 2016

I passi per la transizione dalla ISO 9001:2008 alla ISO 9001:2015 (8)

L'ottavo punto per la transizione riguarda il controllo dell'operatività quotidiana che va condotto in base ai criteri che avrete stabilito.

In poche parole, la vostra organizzazione dovrà stabilire tutti i criteri necessari affinché prodotti e servizi vengano forniti al cliente nel migliore dei modi, le informazioni documentate necessarie vengano messe a disposizione e vengano stanziate tutte le risorse necessarie.

E' importante che i vostri documenti riflettano questa accuratezza nel controllare il lavoro svolto perché devono esistere criteri e processi in grado di assicurare i risultati attesi dal sistema, va dimostrato che si è fatto un ragionamento approfondito sulle risorse da mettere a disposizione e che i prodotti e i servizi venduti ai clienti sono conformi.

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mercoledì 27 aprile 2016

I passi per la transizione dalla ISO 9001:2008 alla ISO 9001:2015 (7)

Il settimo step per certificarsi secondo la ISO 9001:2015 è quella di controllare le informazioni documentate che vanno a sostituire i "vecchi" documenti, cioè le procedure, le istruzioni di lavoro, i moduli, ecc.

Mentre vi concetrate sull'allineare il vostro sistema documentale ai nuovi requisiti dello standard, perché non cogliere l'opportunità di migliorarlo eliminando tutto ciò che non vi serve davvero e decidendovi - finalmente - a mettere nero su bianco ciò che vi può davvero essere utile?
Ad esempio, dato che oggi è ancora più importante avere un approccio per processi, perché non eliminare i documenti di processo che nessuno ha mai compreso veramente e rimpiazzarli con un bel diagramma chiaro, conciso e più immediato?

Non dimenticate, inoltre, che migliorando i vostri documenti dimostrerete:

- l'intenzione di migliorare il sistema su base continua
- di cogliere un'opportunità al balzo

Non male, vero?

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martedì 26 aprile 2016

I passi per la transizione dalla ISO 9001:2008 alla ISO 9001:2015 (6)

Il sesto punto sul quale occorre concentrarsi per passare da una certificazione secondo la ISO 9001:2008 ad una che sia conforme al nuovo standard emesso nel 2015 è quello di gestire rischi e opportunità.

Come sappiamo, questo è un requisito chiave per la nuova norma ed è anche del tutto nuovo. Viene trattato nel sesto capitolo dove si spiega che, per ogni aspetto del sistema, vanno presi in considerazione i rischi (che vanno esaminati al fine di essere eliminati o ridotti) e le opportunità.
Ci deve, quindi, essere un piano documentato che spieghi come ci occupiamo di questo aspetto e che deve diventare una componente essenziale del Sistema Qualità e del processo decisionale.

Se unite questo aspetto a quello della leadership che abbiamo già trattato, è facile accorgersi che - lavorando in questo modo - per le organizzazioni ci sono solamente vantaggi.

Voi avete già iniziato a lavorare su questo punto?

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venerdì 22 aprile 2016

I passi per la transizione dalla ISO 9001:2008 alla ISO 9001:2015 (5)

Siamo quasi a metà del nostro percorso. Per adeguare il Sistema Qualità ai nuovi dettami della ISO 9001:2015, è fondamentale allineare gli obiettivi del sistema con la strategia dell'organizzazione.

Se ci pensate, è assolutamente logico dato che sarebbe del tutto assurdo lavorare su obiettivi non  compatibili con la direzione strategica decisa dai vertici aziendali.

Tutto questo, però, non basta perché il nuovo standard chiede anche che vengano adottati dei piani per raggiungere gli obiettivi. Tenetene conto quando inizierete a lavorare su questo aspetto.

Martedì proseguiremo con il sesto punto.

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giovedì 21 aprile 2016

I passi per la transizione dalla ISO 9001:2008 alla ISO 9001:2015 (4)

Senza leadership non si può mettere in piedi un sistema e la ISO 9001:2015 lo ribadisce ancora una volta senza possibilità di fraintendimento alcuno.

E' questo il quarto passaggio sul quale dovrete concentrarvi per "migrare" dalla versione del 2008 della norma a quella del 2015.

Nel nuovo standard si parla moltissimo di leadership e i requisiti che la riguardano sono diventati decisamente più stringenti perché si pretende che l'Alta Direzione sia attiva nel processo di definizione, progettazione, implementazione e mantenimento del Sistema Qualità e che se ne assuma la piena responsabilità.

La ISO 9001:2015 assegna al top management la responsabilità per:
  • definire gli obiettivi strategici per la qualità;
  • determinare il campo di applicazione del sistema;
  • garantire i risultati del SGQ;
  • stabilire le politiche;
  • assicurare l'efficacia dei processi;
  • comunicare nel modo migliore;
  • favorire la cultura giusta per l'implementazione della Qualità all'interno dell'organizzazione;
  • fornire tutte le risorse necessarie;
  • formare le persone;
  • supportare, incoraggiare i collaboratori;
  • riconoscere il merito di chi ha lavorato benen
Da tutto questo si deduce che non c'è aspetto della Qualità che possa essere portato avanti senza il pieno coinvolgimento della Direzione e che prendere decisioni in merito a rischi e opportunità è del tutto impossibile senza una leadership forte.

Domani parleremo del quinto elemento di questo elenco di 12 step.

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mercoledì 20 aprile 2016

I passi per la transizione dalla ISO 9001:2008 alla ISO 9001:2015 (3)

La terza cosa da fare se si vuole effettuare un passaggio indolore dalla ISO 9001:2008 alla ISO 9001:2015 è determinare il campo di applicazione del Sistema Qualità.

Avere un sistema efficace, infatti, dipende direttamente da come riuscirete a definire il suo campo di applicazione e tutti i parametri ad esso collegati.

Il periodo di transizione dalla 9008 alla 2015 ci dà abbastanza tempo e ci fornisce una grande opportunità per assicurarci che questo passaggio venga fatto correttamente e accuratamente.
Quello che intendiamo dire è che siamo assolutamente certi che tutti voi, in passato, abbiate preso in esame i fattori interni da inserire nel campo di applicazione del vostro Sistema Qualità ma non siamo così sicuri che abbiate fatto la stessa cosa per quelli esterni. Questa è sicuramente una buona occasione per accertarsi di sapere tutto ciò che serve per definire chiaramente i fattori esterni che riguardano, ad esempio, chi lavora in outsourcing per voi, la vostra catena di fornitura, ecc.

A domani per il quarto step!

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martedì 19 aprile 2016

I passi per la transizione dalla ISO 9001:2008 alla ISO 9001:2015 (2)


Il secondo passo per certificarsi ISO 9001:2015 se si ha una certificazione secondo la ISO 9001:2008 è di fare un elenco di tutte le parti interessate. Anche questo è un requisito che appartiene al capitolo 4 della norma.

Come abbiamo spesso ricordato, le parti interessate possono essere clienti, fornitori, proprietari dell'organizzazione, sindacati, banche, enti certificatori, concorrenti, ecc.
La norma ci chiede semplicemente di tenere conto di quali tra queste parti interessate possano avere effetto sul nostro Sistema Qualità e di prendere in considerazione quelle che rientrano in questo gruppo, analizzandone le necessità e le esigenze.

Domani parleremo del terzo punto e, cioè, di come determinare il campo di applicazione di un sistema.

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lunedì 18 aprile 2016

I passi per la transizione dalla ISO 9001:2008 alla ISO 9001:2015

La nuova ISO 9001:2015 è stata pubblicata il 22 settembre e, a partire da quella data, le organizzazioni hanno tre anni di tempo per completare la transizione dalla certificazione secondo la ISO 9001:2008 a quella secondo il nuovo standard.

Per completare la transizione ci sono 12 passaggi fondamentali da compiere. Oggi e nei prossimi giorni li esamineremo uno ad uno.

1) Definire il contesto dell'organizzazione 

Il capitolo 4 della nuova ISO 9001:2015 costituisce un requisito completamente nuovo e richiede di definire il contesto dell'organizzazione.

Questo è sicuramente un passaggio critico perché costituisce le basi del nuovo Sistema Qualità e va gestito nel migliore dei modi per assicurare un passaggio fluido dalla versione del 2008 a quella del 2015 della norma.

Le organizzazioni devono considerare tutto ciò che può influenzare le performance del Sistema Qualità, gli obiettivi, lo scopo analizzando i fattori interni, esterni, culturali, sociali, economici, tecnologici, legali, ecc.

E' un buon punto di partenza per chiunque desideri iniziare a lavorare sul passaggio alla nuova versione dello standard.

Domani esamineremo insieme il secondo passaggio e parleremo di ciò che va fatto per quanto riguarda le parti interessate.


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venerdì 15 aprile 2016

Elenco delle informazioni documentate NON obbligatorie per la ISO 9001:2015

Dopo aver visto la lista dei documenti assolutamente obbligatori da presentare per certificarsi secondo la nuova ISO 9001:2015, diamo ora un'occhiata a quelle informazioni documentate che, pur non essendo obbligatorie, potrebbero essere utilizzate per implementare sistemi di questo tipo.
  • Procedura per determinare il contesto di un'organizzazione e le parti interessate (paragrafi 4.1 e 4.2)
  • Procedura per gestire rischi e opportunità (paragrafo 6.1)
  • Procedura per assicurare competenza e presa di coscienza (paragrafi 7.1.2, 7.2 e 7.3)
  • Procedura per manutenere gli strumenti di misura (paragrafo 7.1.5)
  • Procedura per la gestione dei documenti (paragrafo 7.5)
  • Procedura per la gestione commerciale (paragrafo 8.2)
  • Procedura per la progettazione e sviluppo (paragrafo 8.3)
  • Procedura per la produzione e per la fornitura del servizio (paragrafo 8.5)
  • Procedura per la gestione del magazzino (paragrafo 8.5.4)
  • Procedura per la gestione delle non confomrità e delle azioni correttive (paragrafi 8.7 and 10.2)
  • Procedura per monitorare la customer satisfaction (paragrafo 9.1.2)
  • Procedura per gli audit interni (paragrafo 9.2)
  • Procedura per il riesame della Direzione (paragrafo 9.3)
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giovedì 14 aprile 2016

Elenco delle informazioni documentate obbligatorie per la ISO 9001:2015

Da quando è stata pubblicata la nuova ISO 9001:2015, molte persone si sono chieste quanti e quali fossero i documenti ("documented information" per dirla con il nuovo standard) assolutamente indispensabili in questa versione della norma.
Abbiamo quindi pensato di farvi una lista aggiornata dei documenti e delle registrazioni (vecchia terminologia che usiamo per farvi capire meglio di quali tipologie di documented information stiamo parlando) strettamente necessari perr implementare la nuova ISO 9001, ricordandovi - ovviamente - che questo elenco non può in alcun modo essere esaustivo perché ogni organizzazione dovrà affiancare a queste documented information tutte quelle che ritiene fondamentali per poter lavorare al meglio.

Ricordiamo anche che, tra i documenti che stiamo per elencarvi, potrebbero essercene alcuni che - pur essendo obbligatori - potranno non essere presentati se si riferiscono a un processo che avrete escluso, motivandone l'esclusione. Per maggiore chiarezza, li abbiamo contrassegnati con un asterisco (*).

Ecco l'elenco:
  • Campo di applicazione del Sistema Qualità (paragrafo 4.3)
  • Politica per la Qualità (paragrafo 5.2)
  • Obiettivi della Qualità (paragrafo 6.2)
  • Criteri per la valutazione e la selezione dei fornitori (paragrafo 8.4.1)
  • Registrazioni relative al monitoraggio e alla misurazione degli strumenti * (paragrafo 7.1.5.1)
  • Registrazioni relative alla formazione, alle competenze, all'esperienza maturata e alle qualifiche (paragrafo 7.2)
  • Riesame dei requisiti dei prodotti e dei servizi (paragrafo 8.2.3.2)
  • Riesame degli output della progettazione e sviluppo * (paragrafo 8.3.2)
  • Riesame degli input della progettazione e sviluppo * (paragrafo 8.3.3)
  • Registrazioni relative ai controlli effettuati durante la progettazione e sviluppo * (paragrafo 8.3.4)
  • Registrazioni degli output della progettazione e sviluppo * (paragrafo 8.3.5)
  • Registrazioni delle modifiche relative a progettazione e sviluppo * (paragrafo 8.3.6)
  • Caratteristiche del prodotto da produrre e del servizio da erogare (paragrafo 8.5.1)
  • Registrazioni relative alla proprietà del cliente (paragrafo 8.5.3)
  • Registrazioni relative al controllo delle modifiche dei prodotti e servizi (paragrafo 8.5.6)
  • Registrazioni della conformità di prodotti e servizi con i relativi criteri di accettazione (paragrafo 8.6)
  • Registrazioni relative agli output non conformi (paragrafo 8.7.2)
  • Risultati del monitoraggio e misurazione (paragrafo 9.1.1)
  • Programma degli audit interni (paragrafo 9.2)
  • Risultati degli audit interni (paragrafo 9.2)
  • Risultati del riesame della Direzione (paragrafo 9.3)
  • Risultati delle azioni correttive (paragrafo 10.1)

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mercoledì 13 aprile 2016

Il sorriso e la cortesia sono sempre la chiave più giusta

Ci segnalano questa breve riflessione e noi ve la proponiamo volentieri.

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martedì 12 aprile 2016

Chi dorme lavora meglio (2)

(Fonte: "D")

(...)

Girarsi e rigirarsi nel letto può essere dovuto anche agli orari produttivi. In Europa solo il 27% dei dipendenti e l'8% degli autonomi segue un orario "normale" Gli altri fanno lavori a turni, notturni, nel weekend, o anche doppi lavori. 
Per i turnisti, quasi sempre la necessità di dormire non coincide con gli impegni professionali. E, in media, perdono un'ora di sonno al giorno.

La tolleranza ai turni dipende da età, stato di salute e profilo cronobiologico (...)
Ci sono i gufi, che faticano a svegliarsi presto al mattino; e le allodole, che si mettono in moto già all'alba. Se un gufo è obbligato a svegliarsi ogni giorno alle 5, il rischio di disturbi del sonno aumenta. (...)

Più complicata è la situazione di chi lavora di notte.
Secondo un'analisi svolta su più di 18mila turnisti in 11 diversi Paesi, i disturbi del sonno sono presenti in un range che va dal 10 all'85 per cento di chi è impegnato in orari notturni a rotazione, e nel 35-55 per cento di quelli che lavorano sempre di notte. Se poi il lavoro si prolunga oltre l'orario stabilito, il rischio è di portarsi ansia e stress a casa.

Rispondiamo e mandiamo e-mail alle due di notte, organizziamo riunioni sotto le coperte: tutti comportamenti che non favoriscono un sonno regolare. (...) Se poi a mezzanotte arriva un messaggio del capo che ci fa innervosire, la frittata è fatta. Si accende uno stato cognitivo di attivazione, ed è difficile addormentarsi.

(...)

Non a caso, alcune aziende - soprattutto oltreoceano - hanno disposto un blackout delle e-mail dopo un certo orario.
Altre ancora hanno vietato le riunioni serali. In Italia i programmi di sleep management non sono ancora diffusi.

(...)

E in alcuni casi la flessibilità aiuta. In una compagnia telefonica, per esempio, le neomamme, spesso reduci da notti insonni, non lavorano prima delle 8 del mattino né dopo le 9 di sera, e neanche nel weekend. In Lombardia, alcuni supermercati (...) hanno esonerato i genitori dai primi turni del mattino, e in altri hanno permesso ai cassieri di organizzare gli orari in base alle esigenze individuali.

Se si ha la fortuna di lavorare in una multinazionale, sono sempre più diffuse le aree relax. Potrebbe sembrare strano vedere qualcuno che dorme in uffico. Ma se sentiamo il bisogno di un pisolino pomeridiano (...) è meglio assecondarlo, perché dopo potremo riprendere l'attività con maggiore energia fisica e mentale. L'importante è non superare i 15-20 minuti. Altrimenti si rischia di avere problemi ad addormentarsi la sera. 
D'altronde, come diceva Bill Clinton, "ho fatto errori importanti quando ero stanco". Quindi, sempre meglio dormirci su.

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lunedì 11 aprile 2016

Chi dorme lavora meglio

(Fonte: "D")

Chi dorme non piglia pesci. Chi dorme male, idem.

Un sano riposo di sette-otto ore non giova solo alla salute, ma anche al lavoro.
Dopo una notte insonne, fatichiamo a ricordare le cose più semplici, siamo irritabili, finiamo per perdere tempo ed essere poco produttivi.

Chi resta sveglio per 17-19 ore di fila ha performance simili a chi ha un tasso alcolico di 0,5 grammi per litro di sangue; come aver bevuto due bicchieri di vino a digiuno.

In un mondo iperconnesso, in cui le e-mail ci raggiungono anche a letto, la produzione dev'essere garantita 24 ore su 24, il sonno è anche una questione di organizzazione, che le aziende non possono ignorare.
Dormire di meno non significa produrre di più. A meno che non si vogliano simil-ubriachi in giro per gli uffici.

La deprivazione di sonno provoca deficit dell'attenzione, dell'apprendimento, della memoria, della reattività emozionale e dei processi cognitivi superiori
(...) e anche le capacità creative sono a rischio.

(...)

Chi dorme poco si assenta dal lavoro di più (...) e anche gli infortuni aumentano.

Secondo uno studio condotto dall'Associazione italiana medicina del sonno (Aims) su 3284 persone, il 64 per cento lamenta di soffrire di insonnia. Di questi il 44 per cento dichiara di avere problemi ad addormentarsi o a dormire di fila per tutta la notte, con conseguenze sulle attività diurne.

Gli italiani che soffrono di insonnia da più di un anno sono circa otto milioni.
 


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venerdì 8 aprile 2016

Migliorare il proprio modo di comunicare (5)

Per completare il percorso verso un netto miglioramento della vostra capacità di comunicare con gli altri, non vi resta che seguire gli ultimi due consigli che stiamo per darvi.

Il primo è che dovete assolutamente imparare a evitare di parlare o comunicare quando siete in uno stato di forte stress emotivo.  
Prendetevi tutto il tempo necessario per calmarvi prima di parlare. In caso contrario, potreste finire per dire qualcosa di inappropriato di cui vi penstireste in brevissimo tempo.

Il secondo consiglio che ci sentiamo di darvi oggi è di curare maggiormente la vostra capacità di esprimervi in un italiano corretto. Una buona padronanza della lingua, infatti, vi aiuterà ad acquisire sicurezza nell'esposizione.  
Provate ad aumentare il vostro vocabolario studiando una nuova parola al giorno, in modo da avere a vostra disposizione il vocabolo con la sfumatura giusta da utilizzare in qualsiasi situazione.  
La maggior parte delle volte la confusione all'interno di una conversazione nasce proprio a causa di una scelta sbagliata delle parole.  
Leggete di più e iniziate a prendere nota delle parole che vi sono sconosciute. Cercatene il significato e memorizzatele, provando poi ad utilizzarle scrivendo un testo.  

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giovedì 7 aprile 2016

Migliorare il proprio modo di comunicare (4)

Un altro suggerimento che può sembrare scontato per migliorare la vostra capacità di comunicare è quello di imparare ad ascoltare.

Dopo aver parlato, abituatevi a fermarvi e ad ascoltare con attenzione ciò che l'altra persona ha da dire. E mentre il vostro interlocutore parla, evitare in qualunque modo di sovrapporvi al suo discorso. Aspettate che finisca di dire tutto ciò che ha da dire prima di ribattere con le vostre idee e con i punti che volete toccare in risposta alle sue parole.
C'è un'altra cosa da fare assolutamente per veicolare meglio il vostro messaggio ed è imparare a parlare una lingua che porti all'intesa, all'accordo e al consenso.
Una volta che i punti di vista saranno stati discussi, infatti, sarà il momento di rivedere il vero scopo della discussione per controllare se si è stati in grado di esporre tutti i punti che ci stavano a cuore. Nel caso in cui, poi, vi fosse una divergenza di opinioni, spendetevi per trovare una soluzione o chiarite meglio la vostra posizione per provare a mediare e a portare a casa il risultato che vi sta a cuore.  


L'idea che sta alla base di ogni comunicazione non è quello di vincere facendo perdere l'altro ma di comprendere, essere compresi e cercare un accordo che soddisfi il più possibile le parti.
Nei casi - poi - in cui non si può essere d'accordo, assicuratevi che il vostro interlocutore capisca che avete compreso il suo punto di vista anche se non siete d'accordo con lui. 
Siate sempre cordiali e rispettosi delle opinioni altrui.
 Infine, non vi scoraggiate se, le prime volte, non sarete in grado di trasmettere il messaggio così come lo intendete. La comunicazione è qualcosa che si impara col tempo, sforzandosi di migliorare e applicandosi regolarmente. 

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mercoledì 6 aprile 2016

Migliorare il proprio modo di comunicare (3)

Il secondo suggerimento per migliorare la vostra capacità di comunicare è di pensare a come dire ciò che vi sta a cuore.

Spesso, infatti, non è importante tanto quello che si dice ma come lo si dice.  

Imparare i diversi modi in cui si può dire una cosa vi aiuterà a scegliere il migliore per ottenere l'effetto desiderato e ottenere i risultati che volete raggiungere.

In una conversazione cercate, prima di tutto, di guardare il vostro interlocutore negli occhi. Questa azione - da sola - aiuta chi parla ad ottenere la fiducia di chi ascolta.


Ricordatevi, poi, che la postura del corpo di chi vi ascolta vi manda un sacco di messaggi e che, se ben interpretata, vi può aiutare a calibrare meglio il discorso. 

E' abbastanza semplice, infatti, capire se la persona che vi trovate davanti sia attivamente coinvolta nella conversazione oppure no e quale atteggiamento abbia nei vostri confronti. Se,  ad esempio, se ne sta con le braccia abbandonate lungo i fianchi è probabile che stia ascoltando con una mente aperta ciò che le state dicendo ma se sta con le braccia o i piedi incrociati o le spalle curve, è probabile che la vostra conversazione stia provocando nell'interlocutore un atteggiamento ostile.  

Ottenete una buona postura da parte della persona con la quale state parlando e avrete fatto un passo avanti  per rendere più facile da gestire anche una conversazione difficile.

Infine, prendete nota del tono che state utilizzando per comunicare e cercate di adattarlo allo scopo che intendete ottenere. 

Un tono collaborativo e non teso alla contraddizione vi aiuterà a veicolare il vostro messaggio con più facilità. Al contrario, un tono duro che presuppone un giudizio sull'altro potrà far allontanare il vostro interlocutore e portare persino a una brusca fine del processo di comunicazione.

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martedì 5 aprile 2016

Migliorare il proprio modo di comunicare (2)

Il primo suggerimento che ci sentiamo di darvi affinché riusciate a migliorare il vostro modo di comunicare è quello di sapere cosa volete dire e perché.
Può sembrare sciocco e scontato partire proprio da qui ma non lo è affatto.

Prendetevi tutto il tempo necessario per analizzare bene per quale motivo desiderate comunicare con una certa persona e cercate di capire con chi andrete a comunicare e quali siano le sue caratteristiche. Questi semplici passaggi vi aiuteranno ad individuare in anticipo i possibili ostacoli che potrebbero sorgere durante il processo di comunicazione in modo da prepararvi per tempo le soluzioni più adatte ad affrontarli e a rimuoverli.  


Gli ostacoli potrebbero presentarsi sotto qualunque aspetto. Potremmo avere, ad esempio:
  • differenze culturali;
  • due età diverse che potrebbero far percepire le cose in maniera differente;
  • un sesso diverso e, dunque, differenti sensibilità;
  • pregiudizi di qualunque tipo;
  • ecc.  
Assicuratevi di rendervi bene conto di quale risultato desiderate ottenere dalla vostra comunicazione con questa persona e che impressione volete lasciare in lei e poi progettate nei minimi particolari come procedere.

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lunedì 4 aprile 2016

Migliorare il proprio modo di comunicare

La vostra capacità di comunicare in modo efficace dovrebbe essere uno dei mezzi per raggiungere gli obiettivi professionali che vi siete posti, dunque è uno strumento estremamente importante.

Una piccola analisi della vostra conversazione vi aiuterà a capire ciò che manca e quali siano - invece - i vostri punti forti. 

 
Partite con uno studio attento di come comunicate e, prima di iniziare una conversazione con qualcuno, cercare di rispondere a queste 5 domande:

  1. Cosa condividete con questa persona? Qual è il terreno comune sul quale vi muovete? Riuscite in qualche modo a sfruttarlo a vostro vantaggio?
  2. Durante il processo di comunicazione, avete avuto una sensazione piacevole?
  3. Con le vostre risposte, mettete la persona nelle condizioni di sentirsi compresa?
  4. Il vostro messaggio è stato compreso bene? L'interlocutore ha capito cosa volevate dirgli?
  5. A vostro giudizio, dopo questa conversazione, i vostri rapporti saranno migliori?
Ovviamente, più risposte positive riuscirete a dare a queste semplici domande e più potrete ritenervi ottimi comunicatori. 
E se, invece, il risultato non fosse stato dei migliori, potrete sempre migliorare con i suggerimenti che vi daremo nei prossimi giorni.

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venerdì 1 aprile 2016

Dal piano all'azione (2)

Gli obiettivi che le organizzazioni sono solite stabilire, spesso si rivelano troppo vaghi, poco definiti. Si tratta, in realtà, più di intenzioni che di veri e propri obiettivi. Ecco perché, se vengono raggiunti, li si ottiene con mille difficoltà e con un'enorme dilatazione delle tempistiche.  

Un obiettivo deve essere concreto ed equilibrato cioè non troppo ambizioso (potrebbe non essere raggiungibile in rapporto alle risorse a disposizione) né poco sfidante o impegnativo (annoierebbe chi deve raggiungerlo).
Equilibrio davvero difficile da raggiungere se non si ha esperienza in questo lavoro. 
Il modo migliore per uscire da questo immobilismo è proprio quello di discutere gli obiettivi all'interno di un gruppo di lavoro per prendere in esame tutti gli aspetti (anche quelli che a qualcuno potrebbero sfuggire) e per arrivare a un accordo su come procedere.
Quella che può sembrare una perdita di tempo, in realtà non farà che facilitarvi il lavoro in seguito.

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