Al punto 7.1 della nuova ISO 9001:2015 e, precisamente, al 7.1.6 si parla di conoscenza dell'organizzazione che è un nuovo requisito rispetto alla versione del 2008 dello standard e che è
volto a garantire che l'organizzazione si adoperi per "catturare" e conservare le conoscenze acquisiste che sono necessarie per il funzionamento efficace dei processi e per garantire la conformità dei prodotti e dei servizi.
Si tratta di un requisito ampio rivolto, in primo luogo, a garantire che l'organizzazione abbia o ottenga le conoscenze necessarie per rispondere alle mutevoli condizioni ambientali di cui al punto 4.1 della ISO 9001:2015, ("Capire l'organizzazione e il suo contesto"), rispondere efficacemente alle esigenze e alle aspetattive dei clienti e delle parti interessate (punto 4.2 della ISO 9001:2015 "Capire le necessità e le aspettative delle parti interessate") e, dove sia il caso, capire quali iniziative tese al miglioramento possano essere applicate.
Visti in questo modo, i requisiti relativi alla conoscenza dell'organizzazione hanno forti legami con le attività di riesame della Direzione, dato che questa conoscenze devono essere messe a disposizione nella misura necessaria ed essere mantenute nel tempo.
L'organizzazione, naturalmente, potrà scegliere il modo a lei più congeniale per farlo, dato che non vi è alcun obbligo esplicito affinché le sue conoscenze vengano archiviate come informazioni documentate.Ciò che è, invece, richiesto all'organizzazione è di riesaminare periodicamente l'entità delle conoscenze che le servono anche in vista delle modifiche che vuole apportare al proprio sistema di gestione in risposta alle nuove esigenze sorte all'interno dell'ambiente nel quale opera.
Ma come si fa a dimostrare che le decisioni che un'organizzazione prende sono basate sulle informazioni raccolte che si sono trasformate in conoscenza acquisita?Fondamentalmente, l'organizzazione ha bisogno di mantenere nel tempo le conoscenze che risultano già acquisiste e, quando queste vengono ritenute insufficienti, deve adottare misure per aumentarle. Si tratta, in definitiva, di garantire che le organizzazioni prendano decisioni informate per quanto riguarda gli aggiornamenti ai loro sistemi di gestione della Qualità.
Per chiunque si occupi di Qualità, questi elementi sono simili e paragonabili all'approccio PDCA e, in effetti, se li consideriamo in questo modo, i requisiti sono meno scoraggianti e piuttosto semplici da prendere in considerazione, vero?
Le conoscenze vanno pianificate (P - "Plan"), costruite nel modo che l'organizzazione riterrà a lei più congeniale (D - "Do"), verificate (C - "Check") e, qualora ritenute insufficienti, corrette ricominciando ad applicare il ciclo da capo (A - "Act").
Stabilire all'atto della progettazione di ogni processo quali conoscenze occorrano al suo buon funzionamento in base agli obiettivi che si vogliono raggiungere tramite esso, è una buona pratica per garantire alla propria organizzazione di raggiungere gli obiettivi che si è posta.
Domani vedremo che cos'è esattamente la conoscenza di un'organizzazione e come possiamo condividerla.
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)
volto a garantire che l'organizzazione si adoperi per "catturare" e conservare le conoscenze acquisiste che sono necessarie per il funzionamento efficace dei processi e per garantire la conformità dei prodotti e dei servizi.
Si tratta di un requisito ampio rivolto, in primo luogo, a garantire che l'organizzazione abbia o ottenga le conoscenze necessarie per rispondere alle mutevoli condizioni ambientali di cui al punto 4.1 della ISO 9001:2015, ("Capire l'organizzazione e il suo contesto"), rispondere efficacemente alle esigenze e alle aspetattive dei clienti e delle parti interessate (punto 4.2 della ISO 9001:2015 "Capire le necessità e le aspettative delle parti interessate") e, dove sia il caso, capire quali iniziative tese al miglioramento possano essere applicate.
Visti in questo modo, i requisiti relativi alla conoscenza dell'organizzazione hanno forti legami con le attività di riesame della Direzione, dato che questa conoscenze devono essere messe a disposizione nella misura necessaria ed essere mantenute nel tempo.
L'organizzazione, naturalmente, potrà scegliere il modo a lei più congeniale per farlo, dato che non vi è alcun obbligo esplicito affinché le sue conoscenze vengano archiviate come informazioni documentate.Ciò che è, invece, richiesto all'organizzazione è di riesaminare periodicamente l'entità delle conoscenze che le servono anche in vista delle modifiche che vuole apportare al proprio sistema di gestione in risposta alle nuove esigenze sorte all'interno dell'ambiente nel quale opera.
Ma come si fa a dimostrare che le decisioni che un'organizzazione prende sono basate sulle informazioni raccolte che si sono trasformate in conoscenza acquisita?Fondamentalmente, l'organizzazione ha bisogno di mantenere nel tempo le conoscenze che risultano già acquisiste e, quando queste vengono ritenute insufficienti, deve adottare misure per aumentarle. Si tratta, in definitiva, di garantire che le organizzazioni prendano decisioni informate per quanto riguarda gli aggiornamenti ai loro sistemi di gestione della Qualità.
Per chiunque si occupi di Qualità, questi elementi sono simili e paragonabili all'approccio PDCA e, in effetti, se li consideriamo in questo modo, i requisiti sono meno scoraggianti e piuttosto semplici da prendere in considerazione, vero?
Le conoscenze vanno pianificate (P - "Plan"), costruite nel modo che l'organizzazione riterrà a lei più congeniale (D - "Do"), verificate (C - "Check") e, qualora ritenute insufficienti, corrette ricominciando ad applicare il ciclo da capo (A - "Act").
Stabilire all'atto della progettazione di ogni processo quali conoscenze occorrano al suo buon funzionamento in base agli obiettivi che si vogliono raggiungere tramite esso, è una buona pratica per garantire alla propria organizzazione di raggiungere gli obiettivi che si è posta.
Domani vedremo che cos'è esattamente la conoscenza di un'organizzazione e come possiamo condividerla.
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