lunedì 13 novembre 2017

Made in Italy competitivo se sostenibile

(Fonte: "Il Sole 24 Ore")

Più di un’impresa su quattro dall’inizio della crisi ha scommesso sulla green economy, che in Italia significa più ricerca, innovazione, design, qualità e bellezza. Sono infatti 355mila le aziende italiane (ossia il 27,1% del totale) dell’industria e dei servizi che dal 2011 hanno investito, o lo faranno
quest’anno, in tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2. Una quota che sale al 33,8% nell’industria manifatturiera, dove
l’orientamento green si conferma un driver strategico per il made in Italy, traducendosi in
maggiore competitività, crescita delle esportazioni, dei fatturati e dell’occupazione. E
quest’anno si registra una vera e propria accelerazione della propensione delle imprese a investire green: ben 209mila aziende hanno investito, o lo faranno entro fine dicembre, su sostenibilità ed efficienza, con una quota sul totale (15,9%) che ha superato di 1,6 punti percentuali i livelli del 2011.
 

È il quadro che si coglie dai dati di GreenItaly 2017, l’ottavo rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere, promosso in collaborazione con il Conai, uno studio che come da tradizione pesa la forza della green economy nazionale. Ne emerge, innanzitutto, che alla nostra green economy si devono già 2,9 milioni di green jobs, ossia occupati che applicano competenze “verdi”. Una cifra che corrisponde al 13,1% dell’occupazione complessiva nazionale, destinata a salire ancora entro
dicembre. Dalla nostra economia verde infatti arriveranno quest’anno 320mila green jobs
e, considerando anche le assunzioni per le quali sono richieste competenze green, si aggiungono altri 863mila occupati. Assieme all’occupazione, la green economy crea anche ricchezza: i quasi 3 milioni di green jobs italiani contribuiscono infatti alla formazione di 195,8 miliardi di valore aggiunto, pari al 13,1% del totale complessivo.
 

Le aziende della “green Italy” sono più propense a investire in ricerca: nel 2017 la diffusione
della divisione ricerca e sviluppo tra le medie imprese manifatturiere che hanno investito in prodotti e tecnologie green nel triennio 2014-2016 è a quota 27%, contro il 18% delle non investitrici. «Oltre a un tema di sostenibilità - sottolinea Domenico Sturabotti, direttore di Symbola - c’è anche un tema di dinamismo imprenditoriale: chi investe in green ottiene risultati migliori rispetto a chi non lo fa».
Ricerca e sviluppo sostengono i risultati in termini di fatturato ed export. Nel 2016 le medie imprese manifatturiere che investono green hanno avuto un dinamismo sui mercati esteri nettamente superiore rispetto al resto delle imprese: hanno incrementato l’export nel 49% dei casi, a fronte del 33% di quelle che non investono nel verde.
 

Spinto da export e innovazione, il fatturato è aumentato, fra 2015 e 2016, nel 58% delle imprese che
investono green, contro il 53% delle altre. E per quest’anno si aspettano di avere un incremento del fatturato il 57% delle imprese green contro il 53% delle altre. «Il fattore green - sottolinea Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere - è un elemento sempre più distintivo, che connota la parte più innovativa del sistema produttivo nazionale. Le imprese che investono sull’economia verde sono una fascia di eccellenza che mette insieme capacità di fare business e sostenibilità».
Qual è la cartina geografica dell’Italia degli eco-investimenti? Molte le imprese green nelle regioni del Nord, ma la loro presenza è diffusa in tutto il territorio nazionale. La Lombardia è la regione con il più alto numero di imprese sensibili al tema (63.170), seguono il Veneto con 35.370 unità, il Lazio con 30.020 imprese green, l’Emilia Romagna a quota 29.480 e la Toscana con 29.340. Quindi troviamo il Piemonte con 24.470, la Campania (24.230), la Sicilia (23.940), la Puglia (22.070) e
Marche (9.820). A livello provinciale, in termini assoluti, Milano e Roma guidano la graduatoria staccando nettamente le altre province italiane grazie alla presenza, rispettivamente, di 22.300 e 20.700 imprese che investono in tecnologie green. In terza, quarta e quinta posizione, con oltre 10mila imprese ecoinvestitrici si collocano Napoli, Torino e Bari. La prima regione per numerosità assoluta di assunzioni programmate di green jobs in senso stretto è sempre la Lombardia, dove se ne contano 81.620, pari a poco più di un quarto del totale nazionale (25,7%). Seguono a distanza il
Lazio, con 35.080 assunzioni (11% del totale nazionale), l’Emilia Romagna con 32.960 di green jobs (10,4%), quindi Veneto a quota 30.940 e Piemonte con 24.340.


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