lunedì 25 marzo 2013

Il Lean thinking spiegato da J. P. Womack e da D. T. Jones

A volte, per comprendere bene la materia, conviene tornare ai fondamentali. Ecco perché quando mi chiedono di consigliare un libro che spieghi in modo semplice e completo il Lean thinking consiglio sempre il famosissimo testo di James P. Womack e di Daniel T. Jones: "Lean Thinking. Per i manager che cambieranno il mondo".

Sono tantissime le riflessioni interessanti che nascono dalla lettura di questo libro. Qui ho provato a raccoglierne qualcuna, conscia di non essere stata esaustiva. Ah, la traduzione è mia perché io ho il testo in inglese ma sul mercato, fortunatamente, ora si trova anche quello in italiano.

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Il flusso del valore è dato da tutte le azioni richieste per condurre un prodotto (o un servizio o una combinazione tra i due) lungo le tre attività che risultano critiche per ogni settore:
  • l'attività di problem solving che nasce con l'idea di un nuovo prodotto/servizio, si sviluppa con la sua progettazione e termina con il lancio
  • la gestione delle informazioni che inizia con il ricevimento dell'ordine e termina con la programmazione della spedizione del prodotto o dell'erogazione del servizio
  • la trasformazione che, nel caso di un prodotto fisico, parte dalle materie prime  e termina con la realizzazione di qualcosa richiesto dal cliente
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Il Lean thinking deve basarsi sulla definizione precisa di ciò che intendiamo per valore in termini di prodotti specifici ovvero abilità ben definite offerte a prezzi stabiliti attraverso il dialogo costante con clienti specifici.

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Il Lean thinking può essere riassunto in 5 principi:
  • precisare il valore per un prodotto specifico
  • identificare il flusso del valore per ogni prodotto
  • fare in modo che il flusso del valore si svolga senza interruzioni
  • far sì che sia il cliente a tirare la produzione
  • ricercare la perfezione
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E' il cliente che definisce il valore e questa definizione ha senso solamente quando viene espressa in termini specifici per un certo prodotto capace di soddisfare le necessità del cliente, a un prezzo definito e in un tempo stabilito.

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Al diavolo la concorrenza! Si combatte perfezionando il proprio modo di lavorare identificando per bene tutte le attività che sono sprechi ed eliminandole.

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"Muda" è la sola parola giapponese che vi serva davvero conoscere. Suona male, vero? Beh, è giusto che sia così perché muda significa spreco e si riferisce nello specifico alle attività umane che assorbono risorse ma non creano valore.

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Le attività che le persone segnalano come le più gratificanti quelle, cioè, in grado di farle sentire meglio riguardano avere degli obiettivi da perseguire ben specificati, non venire continuamente interrotti, ottenere un feedback chiaro e immediato sui progressi compiuti, provare un senso di sfida continua dato dallla percezione che le proprie competenze siano adeguate per svolgere un certo lavoro ma che, per continuare a far fronte a compiti sempre più complessi, occorra ogni volta migliorarle un pochino. 

A domani per altre utili riflessioni tratte dal testo.

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