Ultimo articolo tratto dal numero più recente de: "Il Corriere Economia". Riguarda la preparazione informatica delle organizzazioni italiane.
Vediamone insieme gli estratti più interessanti.
Tutto è concatenato: sviluppo tecnologico e organizzativo delle aziende, nuove forme di collaborazione tra pubblico e privato, egovernment, banda larga.
Uno dei meriti del terzo Rapporto di Nomisma sulla business intelligence (...) è quello di mostrare l'interdipendenza dei fattori che concorrono a formare la competitività dei Paesi in una fase dello sviluppo economico in cui la collaborazione tra i diversi attori è fondamentale.
(...)
Il successo della Germania come innovation leader dipende in buona parte dal fatto di saper gestire al meglio questa interdipendenza.
(...)
Sull'Italia, l'analisi del Rapporto (...) è impietosa: senza una svolta nei comportamenti, sia delle aziende che della pubblica amministrazione, la nostra posizione competitiva è destinata a peggiorare.
(...)
E' clamoroso, ad esempio, che le varie banche dati delle pubbliche amministrazioni siano ancora scollegate tra loro.
Ma i ritardi delle aziende private nel dotarsi di strumenti efficaci di business intelligence (...) non sono meno gravi.
(...)
I freni sono sostanzialmente due: i costi di informatizzazione, alti soprattutto per le piccole imprese e la scarsa qualità dei dati a disposizione, un effetto della mancanza di collegamento tra i database privati e pubblici.
La crisi fa il resto,. Se si chiede alle aziende che cosa intendano per innovazione, spiegano i ricercatori, si riceve una risposta scoraggiante: da un lato danno poca importanza agli investimenti in soluzioni informatiche; dall'altro, pungolate dalla bassa capitalizzazione e dal difficile accesso al credito, dedicano sempre maggiore attenzione al taglio dei costi di produzione e distribuzione come primo (e spesso unico) obiettivo di innovazione aziendale.
(...)
La crisi del mercato nazionale induce le aziende a concentrarsi sulla ricerca di nuovi mercati (38%), lasciando l'acquisizione di nuove tecnologie agli ultimi posti (il 12%, raggiunto solo grazie alle realtà di maggiori dimensioni).
(...)
Se si guarda più nel dettaglio, ci si accorge che l'esiguità degli investimenti si riflette sull'organizzazione dei dati produttivi e contabili: il grosso delle aziende si affida ai sistemi gestionali, che rappresentano, per così dire, la tradizione dell'informatica (61%), mentre soltanto il 14% usa i più evoluti software applicativi di business intelligence.
(...)
La sottovalutazione dei sistemi più sofisticati (...) deriva dalla non sufficiente conoscenza di strumenti come il geo marketing (...) e la location intelligence.
(...)
Non si può escludere, naturalmente, che nel gioco delle priorità pesi anche, da un lato, la valutazione negativa per i dati a disposizione e, dall'altro, un certo (fondato) pessimismo sullo sviluppo della banda larga e, di conseguenza, sulla velocità di connessione.
(...)
Si torna così a quanto detto all'inizio: tutto è correlato, tecnologia, decisioni politiche, aspetti culturali.
(..)
Cosa ne pensate?
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)
Vediamone insieme gli estratti più interessanti.
Tutto è concatenato: sviluppo tecnologico e organizzativo delle aziende, nuove forme di collaborazione tra pubblico e privato, egovernment, banda larga.
Uno dei meriti del terzo Rapporto di Nomisma sulla business intelligence (...) è quello di mostrare l'interdipendenza dei fattori che concorrono a formare la competitività dei Paesi in una fase dello sviluppo economico in cui la collaborazione tra i diversi attori è fondamentale.
(...)
Il successo della Germania come innovation leader dipende in buona parte dal fatto di saper gestire al meglio questa interdipendenza.
(...)
Sull'Italia, l'analisi del Rapporto (...) è impietosa: senza una svolta nei comportamenti, sia delle aziende che della pubblica amministrazione, la nostra posizione competitiva è destinata a peggiorare.
(...)
E' clamoroso, ad esempio, che le varie banche dati delle pubbliche amministrazioni siano ancora scollegate tra loro.
Ma i ritardi delle aziende private nel dotarsi di strumenti efficaci di business intelligence (...) non sono meno gravi.
(...)
I freni sono sostanzialmente due: i costi di informatizzazione, alti soprattutto per le piccole imprese e la scarsa qualità dei dati a disposizione, un effetto della mancanza di collegamento tra i database privati e pubblici.
La crisi fa il resto,. Se si chiede alle aziende che cosa intendano per innovazione, spiegano i ricercatori, si riceve una risposta scoraggiante: da un lato danno poca importanza agli investimenti in soluzioni informatiche; dall'altro, pungolate dalla bassa capitalizzazione e dal difficile accesso al credito, dedicano sempre maggiore attenzione al taglio dei costi di produzione e distribuzione come primo (e spesso unico) obiettivo di innovazione aziendale.
(...)
La crisi del mercato nazionale induce le aziende a concentrarsi sulla ricerca di nuovi mercati (38%), lasciando l'acquisizione di nuove tecnologie agli ultimi posti (il 12%, raggiunto solo grazie alle realtà di maggiori dimensioni).
(...)
Se si guarda più nel dettaglio, ci si accorge che l'esiguità degli investimenti si riflette sull'organizzazione dei dati produttivi e contabili: il grosso delle aziende si affida ai sistemi gestionali, che rappresentano, per così dire, la tradizione dell'informatica (61%), mentre soltanto il 14% usa i più evoluti software applicativi di business intelligence.
(...)
La sottovalutazione dei sistemi più sofisticati (...) deriva dalla non sufficiente conoscenza di strumenti come il geo marketing (...) e la location intelligence.
(...)
Non si può escludere, naturalmente, che nel gioco delle priorità pesi anche, da un lato, la valutazione negativa per i dati a disposizione e, dall'altro, un certo (fondato) pessimismo sullo sviluppo della banda larga e, di conseguenza, sulla velocità di connessione.
(...)
Si torna così a quanto detto all'inizio: tutto è correlato, tecnologia, decisioni politiche, aspetti culturali.
(..)
Cosa ne pensate?
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)
Nessun commento:
Posta un commento