venerdì 6 dicembre 2013

Alle aziende serve più intelligenza

Ultimo articolo tratto dal numero più recente de: "Il Corriere Economia". Riguarda la preparazione informatica delle organizzazioni italiane.

Vediamone insieme gli estratti più interessanti.

Tutto è concatenato: sviluppo tecnologico e organizzativo delle aziende, nuove forme di collaborazione tra pubblico e privato, egovernment, banda larga.
Uno dei meriti del terzo Rapporto di Nomisma sulla business intelligence (...) è quello di mostrare l'interdipendenza dei fattori che concorrono a formare la competitività dei Paesi in una fase dello sviluppo economico in cui la collaborazione tra i diversi attori è fondamentale.

(...)

Il successo della Germania come innovation leader dipende in buona parte dal fatto di saper gestire al meglio questa interdipendenza.

(...)

Sull'Italia, l'analisi del Rapporto (...) è impietosa: senza una svolta nei comportamenti, sia delle aziende che della pubblica amministrazione, la nostra posizione competitiva è destinata a peggiorare.

(...)

E' clamoroso, ad esempio, che le varie banche dati delle pubbliche amministrazioni siano ancora scollegate tra loro.
Ma i ritardi delle aziende private nel dotarsi di strumenti efficaci di business intelligence (...) non sono meno gravi.

(...)

I freni sono sostanzialmente due: i costi di informatizzazione, alti soprattutto per le piccole imprese e la scarsa qualità dei dati a disposizione, un effetto della mancanza di collegamento tra i database privati e pubblici.
La crisi fa il resto,. Se si chiede alle aziende che cosa intendano per innovazione, spiegano i ricercatori, si riceve una risposta scoraggiante: da un lato danno poca importanza agli investimenti in soluzioni informatiche; dall'altro, pungolate dalla bassa capitalizzazione e dal difficile accesso al credito, dedicano sempre maggiore attenzione al taglio dei costi di produzione e distribuzione come primo (e spesso unico) obiettivo di innovazione aziendale.

(...)

La crisi del mercato nazionale induce le aziende a concentrarsi sulla ricerca di nuovi mercati (38%), lasciando l'acquisizione di nuove tecnologie agli ultimi posti (il 12%, raggiunto solo grazie alle realtà di maggiori dimensioni).

(...)

Se si guarda più nel dettaglio, ci si accorge che l'esiguità degli investimenti si riflette sull'organizzazione dei dati produttivi e contabili: il grosso delle aziende si affida ai sistemi gestionali, che rappresentano, per così dire, la tradizione dell'informatica (61%), mentre soltanto il 14% usa i più evoluti software applicativi di business intelligence.

(...)

La sottovalutazione dei sistemi più sofisticati (...) deriva dalla non sufficiente conoscenza di strumenti come il geo marketing (...) e la location intelligence.

(...)

Non si può escludere, naturalmente, che nel gioco delle priorità pesi anche, da un lato, la valutazione negativa per i dati a disposizione e, dall'altro, un certo (fondato) pessimismo sullo sviluppo della banda larga e, di conseguenza, sulla velocità di connessione.

(...)

Si torna così a quanto detto all'inizio: tutto è correlato, tecnologia, decisioni politiche, aspetti culturali.

(..)

Cosa ne pensate?

(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)

Nessun commento: