Un altro articolo interessante tratto dalle pagine dell'ultimo numero de: "Il Corriere Economia". Questa volta riguarda il comparto Alimentare.
Eccovi i passaggi più significativi.
Contraffazione e italian sounding sono due tra i più letali nemici dell'agroalimentare. Si tratta di due facce della stessa medaglia: la contraffazione riguarda vere e proprie imitazioni illegali di marchi o ricette effettivamente registrati da un'impresa, o anche di prodotti Dop o Igp che, in quanto tali, devono rispettare disciplinari e regole ben definite a livello comunitario.
L'italian sounding è una forma di imitazione, il richiamo improprio all'Italia attraverso l'uso di segni grafici e fotografici che evocano chiaramente il nostro Paese: la bandiera tricolore, il disegno dello Stivale, immagini riferite ai nostri monumenti o località.
Altra tipologia è l'impiego di nomi italiani: nomi generici di prodotti italiani (...); marchi di prodotti, nomi di imprese produttirci, cognomi italiani
(...)
In tutti questi casi viene evocato il nome del nostro Paese, senza che esista alcun contatto con la nostra produzione.
Il valore della contraffazione dei prodotti agroalimentari, alcolici e bevande ha una dimensione stimata in 1,1 miliardi di euro.
(...)
Le stime Ismea sui dati Istat prevedono per il 2013 un aumento delle esportazioni agroalimentari in valore di oltre 6%, trainate da quelle dei prodotti dell'industria alimentare e delle bevande (...)
In un simile scenario sono proprio le Pmi a guidare l'export di prodotti alimentari ma a differenza delle grandi imprese hanno maggiori difficoltà nella penetrazione dei nuovi mercati.
L'estrema frammentazione del comparto ostacola l'espansione dei Paesi emergenti, sarà per questo che da tempo si parla di forme aggregative capaci di favorire l'internazionalizzazione.
(...)
Per aggredire i mercati esteri servono risorse e capacità produttive, distributive e commerciali.
Bisogna lavorare per rafforzare la capacità delle imprese agricole di esportare e investire all'estero creando strumenti normativi ad hoc, semplificando e razionalizzando le risorse e lavorando sulla frammentazione dei soggetti coinvolti.
Ottimi suggerimenti e non solo per l'Alimentare, non pensate?
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)
Eccovi i passaggi più significativi.
Contraffazione e italian sounding sono due tra i più letali nemici dell'agroalimentare. Si tratta di due facce della stessa medaglia: la contraffazione riguarda vere e proprie imitazioni illegali di marchi o ricette effettivamente registrati da un'impresa, o anche di prodotti Dop o Igp che, in quanto tali, devono rispettare disciplinari e regole ben definite a livello comunitario.
L'italian sounding è una forma di imitazione, il richiamo improprio all'Italia attraverso l'uso di segni grafici e fotografici che evocano chiaramente il nostro Paese: la bandiera tricolore, il disegno dello Stivale, immagini riferite ai nostri monumenti o località.
Altra tipologia è l'impiego di nomi italiani: nomi generici di prodotti italiani (...); marchi di prodotti, nomi di imprese produttirci, cognomi italiani
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In tutti questi casi viene evocato il nome del nostro Paese, senza che esista alcun contatto con la nostra produzione.
Il valore della contraffazione dei prodotti agroalimentari, alcolici e bevande ha una dimensione stimata in 1,1 miliardi di euro.
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Le stime Ismea sui dati Istat prevedono per il 2013 un aumento delle esportazioni agroalimentari in valore di oltre 6%, trainate da quelle dei prodotti dell'industria alimentare e delle bevande (...)
In un simile scenario sono proprio le Pmi a guidare l'export di prodotti alimentari ma a differenza delle grandi imprese hanno maggiori difficoltà nella penetrazione dei nuovi mercati.
L'estrema frammentazione del comparto ostacola l'espansione dei Paesi emergenti, sarà per questo che da tempo si parla di forme aggregative capaci di favorire l'internazionalizzazione.
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Per aggredire i mercati esteri servono risorse e capacità produttive, distributive e commerciali.
Bisogna lavorare per rafforzare la capacità delle imprese agricole di esportare e investire all'estero creando strumenti normativi ad hoc, semplificando e razionalizzando le risorse e lavorando sulla frammentazione dei soggetti coinvolti.
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