(Fonte: "La Stampa")
Entro il prossimo decennio, il mito di un lavoro a tempo pieno in un ufficio tradizionale e il posto
fisso sarà dimenticato. Il fenomeno sarà sempre più evidente da oggi al 2025 quando i millennial rappresenteranno oltre il 50% della forza lavoro in Italia e negli altri paesi e la cultura aziendale sarà modulata intorno a flessibilità e a collaborazione, con una grande attenzione ai dati.
L’Italia non è pronta
Le aziende italiane non sono pronte, come rileva uno studio della società di ricerche Pac (Cxp Group), in collaborazione con Fujitsu, che ha intervistato 1.278 responsabili decisionali di alto profilo a livello internazionale, e si troveranno dentro un ambiente cambiato, sapendo che le loro
attuali strategie sull’ambiente di lavoro non sono adeguate.
La grande maggioranza infatti lo ammette.
Il freno informatico
Uno dei risultati più interessanti e paradossali dello studio è che la sicurezza informatica agisce più come un freno a mano che come un facilitatore della produttività: più della metà dei partecipanti italiani (53%) afferma addirittura che la sicurezza informatica ha un impatto negativo, un livello preoccupante. Tre saranno i parametri del cambiamento. Più della metà della forza lavoro nelle principali economie lavorerà in modalità freelance entro il 2025, con uno spostamento massiccio che interesserà servizi professionali, trasporti e vendita al dettaglio. Anche i lavoratori legati a una singola azienda cambieranno radicalmente il modo in cui interagiscono con il loro datore di lavoro. Entro il 2025, più di un terzo delle organizzazioni avrà più del 50% del proprio
personale che lavorerà da remoto. L’orario di lavoro non sarà più vincolato dalle nove alle diciotto, ma sarà più flessibile e i dipendenti cercheranno di ottenere un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata nel corso della giornata. L’ufficio si trasformerà per migliorare benessere e salute di chi vi lavora. L’ambiente fisico del posto di lavoro del 2025 sarà irriconoscibile rispetto a oggi.
Meno uffici
Con i freelance e i mobile worker le aziende ridurranno drasticamente gli spazi degli uffici rispetto al livello attuale.
Alcune organizzazioni ridurranno il loro patrimonio immobiliare fino al 50% e incoraggeranno i dipendenti a lavorare all’esterno, utilizzando hub di collaborazione o spazi di coworking gestiti da aziende terze. Nel 2025, le organizzazioni guarderanno al di là del concetto di Employee experience e adotteranno un approccio più olistico nella valutazione delle prestazioni e dell’impegno dei dipendenti. Questo passaggio richiederà nuovi strumenti per valutare la soddisfazione complessiva dei lavoratori ed un uso diffuso dell’employee Net Promoter Score (eNPS) dei dipendenti. Richiederà anche una collaborazione molto più stretta tra le diverse funzioni dell’organizzazione.
Man mano che ci avviciniamo al 2025, la tecnologia sarà solo una parte della soluzione.
La futura strategia sull’ambiente di lavoro dovrà invece essere sostenuta da più iniziative congiunte tra le parti interessate quali risorse umane, gestione delle strutture e IT, per adottare un approccio più integrato tra le prestazioni dei dipendenti, il loro benessere, la tecnologia e l’ambiente psicologico del lavoro.
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Entro il prossimo decennio, il mito di un lavoro a tempo pieno in un ufficio tradizionale e il posto
fisso sarà dimenticato. Il fenomeno sarà sempre più evidente da oggi al 2025 quando i millennial rappresenteranno oltre il 50% della forza lavoro in Italia e negli altri paesi e la cultura aziendale sarà modulata intorno a flessibilità e a collaborazione, con una grande attenzione ai dati.
L’Italia non è pronta
Le aziende italiane non sono pronte, come rileva uno studio della società di ricerche Pac (Cxp Group), in collaborazione con Fujitsu, che ha intervistato 1.278 responsabili decisionali di alto profilo a livello internazionale, e si troveranno dentro un ambiente cambiato, sapendo che le loro
attuali strategie sull’ambiente di lavoro non sono adeguate.
La grande maggioranza infatti lo ammette.
Il freno informatico
Uno dei risultati più interessanti e paradossali dello studio è che la sicurezza informatica agisce più come un freno a mano che come un facilitatore della produttività: più della metà dei partecipanti italiani (53%) afferma addirittura che la sicurezza informatica ha un impatto negativo, un livello preoccupante. Tre saranno i parametri del cambiamento. Più della metà della forza lavoro nelle principali economie lavorerà in modalità freelance entro il 2025, con uno spostamento massiccio che interesserà servizi professionali, trasporti e vendita al dettaglio. Anche i lavoratori legati a una singola azienda cambieranno radicalmente il modo in cui interagiscono con il loro datore di lavoro. Entro il 2025, più di un terzo delle organizzazioni avrà più del 50% del proprio
personale che lavorerà da remoto. L’orario di lavoro non sarà più vincolato dalle nove alle diciotto, ma sarà più flessibile e i dipendenti cercheranno di ottenere un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata nel corso della giornata. L’ufficio si trasformerà per migliorare benessere e salute di chi vi lavora. L’ambiente fisico del posto di lavoro del 2025 sarà irriconoscibile rispetto a oggi.
Meno uffici
Con i freelance e i mobile worker le aziende ridurranno drasticamente gli spazi degli uffici rispetto al livello attuale.
Alcune organizzazioni ridurranno il loro patrimonio immobiliare fino al 50% e incoraggeranno i dipendenti a lavorare all’esterno, utilizzando hub di collaborazione o spazi di coworking gestiti da aziende terze. Nel 2025, le organizzazioni guarderanno al di là del concetto di Employee experience e adotteranno un approccio più olistico nella valutazione delle prestazioni e dell’impegno dei dipendenti. Questo passaggio richiederà nuovi strumenti per valutare la soddisfazione complessiva dei lavoratori ed un uso diffuso dell’employee Net Promoter Score (eNPS) dei dipendenti. Richiederà anche una collaborazione molto più stretta tra le diverse funzioni dell’organizzazione.
Man mano che ci avviciniamo al 2025, la tecnologia sarà solo una parte della soluzione.
La futura strategia sull’ambiente di lavoro dovrà invece essere sostenuta da più iniziative congiunte tra le parti interessate quali risorse umane, gestione delle strutture e IT, per adottare un approccio più integrato tra le prestazioni dei dipendenti, il loro benessere, la tecnologia e l’ambiente psicologico del lavoro.
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