Philip B. Crosby, uno dei grandi guru della Qualità, era solito ripetere che l'unico standard accettabile per chi si ccupa di Qualità è "zero difetti", cioè non sbagliare mai.
Questa affermazione, però, è stata molto criticata da eminenti studiosi e da semplici professionisti della materia in quanto, a loro giudizio, non sbagliare mai è praticamente impossibile.
Crosby, però, non diceva di non sbagliare ma di tendere ad avere zero difettosità il che, in sostanza, significa restare sempre vigili per evitare gli errori.
Siamo davvero sicuri che questo pensiero sia del tutto sbagliato?
Il giudizio di chi afferma l'impossibilità di non avere errori è viziato dal fatto che si accetta passivamente che l'uomo non sia perfetto.
Le persone, dunque, sbagliano e questo è ancora più vero se l'individuo in questione è preparato a sbagliare e non si preoccupa troppo se questo accade.
Se accettiamo, infatti, che le persone abbiano un livello di difettosità intrinseco, dovremmo ipotizzare che eventuali errori si manifestino nella stessa percentuale in ogni cosa che fanno, giusto?
Proviamo, dunque, a pensare a quante persone sbagliano indirizzo tornando a casa la sera o a quante non si accorgono di un errore nell'erogazione del proprio stipendio. Siamo ancora così convinti che gli esseri umani abbiano una soglia di errore sotto la quale non si può scendere?
Quanti accetterebbero che un chirurgo che li deve operare dicesse la stessa cosa o che l'infermiera che porta loro in stanza un figlio appena nato sbagli bambino?
Forse sarebbe più corretto dire che le persone sbagliano in funzione dell'importanza che attribuiscono ad una certa cosa e che sono più attente nel fare certe cose che altre. Siete d'accordo?
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mercoledì 26 gennaio 2011
Difetti Zero...è davvero impossibile?
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