Individuato il messaggio che volete venga comunicato con i dati che presenterete tramite un grafico (come abbiamo visto nei giorni scorsi), non resta che individuare il confronto tra dati che vogliamo mettere in evidenza.
Mettiamo, ad esempio, che il confronto sia tra componenti (ad esempio il prodotto "A" che ha contribuito per il 74% al fatturato aziendale e il prodotto "B" che ha contribuito solamente per il 7%) e che l'interesse sia quello di mostrare la grandezza di ogni componente come percentuale del totale. Ogni volta volta he esamineremo una parte sul totale ricadremo nel confronto tra parti che compongono un insieme.
Se, invece, confrontiamo alcune grandezze per creare una sorta di classifica e utilizziamo espressioni quali: "più grande di" (o "più piccolo di") o "uguale a" allora rientriamo nel confronto teso ad una classificazione.
Ad esempio possiamo avere il prodotto "A" che a maggio ha venduto più del prodotto "B" o del prodotto "C", o i reclami dei clienti che a novembre hanno raggiunto il secondo valore più alto di sempre, ecc.
Confrontare le tempistiche, invece, significa non concentrarsi su una grandezza rispetto al totale o su un punteggio in una classifica ma su come qualcosa cambia nel tempo. Quando esaminiamo i trend settimanali, mensili o annuali rientriamo in questo caso perché utilizziamo termini quali: "aumenta", "diminuisce", "oscilla", "rimane costante", ecc.
Un confronto tra le frequenze di distribuzione, invece, mostra quanti "voci" ricadano in una serie di intervalli numerici progressivi.
Ad esempio, quando diciamo che tot impiegati guadagnano meno di 2000 euro al mese e che un altro tot guadagna di più rientriamo in questo caso.
Un altro esempio è dire che la maggioranza delle spedizioni richiede tra i 5 e i 6 giorni per arrivare al cliente.
In ultimo, possiamo concentrarci sulla correlazione per vedere se la relazione tra due variabi segue (oppure no) il modello che ci aspetteremmo.
Ad esempio, ci si aspetterebbe che, al crescere delle vendite, aumentassero anche i profitti o che le vendite aumentino con l'aumentare dello sconto proposto alla clientela.
Restate con noi perché domani vedremo l'ultimo step di questo processo e, finalmente, scopriremo come scegliere il grafico giusto per rappresentare i nostri dati.
(Conosci già il nostro sito? Si chiama QualitiAmo - La Qualità gratis sul web ed è pieno di consigli per chi si occupa di Qualità, ISO 9001 e certificazione)
Mettiamo, ad esempio, che il confronto sia tra componenti (ad esempio il prodotto "A" che ha contribuito per il 74% al fatturato aziendale e il prodotto "B" che ha contribuito solamente per il 7%) e che l'interesse sia quello di mostrare la grandezza di ogni componente come percentuale del totale. Ogni volta volta he esamineremo una parte sul totale ricadremo nel confronto tra parti che compongono un insieme.
Se, invece, confrontiamo alcune grandezze per creare una sorta di classifica e utilizziamo espressioni quali: "più grande di" (o "più piccolo di") o "uguale a" allora rientriamo nel confronto teso ad una classificazione.
Ad esempio possiamo avere il prodotto "A" che a maggio ha venduto più del prodotto "B" o del prodotto "C", o i reclami dei clienti che a novembre hanno raggiunto il secondo valore più alto di sempre, ecc.
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Ad esempio, quando diciamo che tot impiegati guadagnano meno di 2000 euro al mese e che un altro tot guadagna di più rientriamo in questo caso.
Un altro esempio è dire che la maggioranza delle spedizioni richiede tra i 5 e i 6 giorni per arrivare al cliente.
In ultimo, possiamo concentrarci sulla correlazione per vedere se la relazione tra due variabi segue (oppure no) il modello che ci aspetteremmo.
Ad esempio, ci si aspetterebbe che, al crescere delle vendite, aumentassero anche i profitti o che le vendite aumentino con l'aumentare dello sconto proposto alla clientela.
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