Sto continuando la lettura del libro di Dale Carnegie e ho trovato un altro brano interessante. Eccolo:
"La politica di ricordare e fare buon uso dei nomi di amici e soci in affari era uno dei segreti della leadership di Andrew Carnegie. Era orgoglioso di ricordare i nomi di tutti i suoi operai e del fatto che mentre lui era presidente della compagnia non era stato fatto nemmeno uno sciopero."
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"Benton Love, presidente della Texas Commerce Bancshares, era convinto che più una ditta si ingrandisce, più il clima si fa gelido.
Un buon sistema per mantenere un po' di calore, diceva, è quello di ricordare i nomi della gente. Se un dirigente mi dice che non ricorda i nomi, vuol dire che non è in grado di ricordare una parte significativa del suo lavoro ed è completamente inaffidabile."
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"Karen Kirsch, una hostess della TWA, si faceva un punto d'onore di ricordare il maggior numero possibile di nomi dei passeggeri del suo volo per usarli all'occorrenza. Tutto ciò portò ad una serie di osservazioni positive sul suo servizio, espresse sia a lei direttamente, sia alla sua compagnia di volo.
Un passeggero scrisse: - Non volavo con la TWA da un po' di tempo, ma d'ora in avanti non cambierò più compagnia. Riuscite a fare in modo di farmi sentire che la vostra linea è diventata molto personalizzata e questo è importante per me."
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"Franklin D. Roosevelt ricordava anche i nomi dei meccanici che avevano lavorato per lui. La Chrysler infatti aveva fabbricato una macchina speciale per Roosevelt, che non poteva usarne una normale perché era paralitico. Un certo W.F. Chamberlain andò a consegnargliela alla Casa Bianca insieme con un meccanico. Ecco quel che racconta Chamberlain stesso in una sua lettera."
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"Ho insegnato al presidente Roosevelt come guidare quella macchina che ha un sacco di dispositivi speciali, ma lui ha insegnato a me una quantità di cose sull'arte di trattare col prossimo."
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"Quando sono arrivato alla Casa Bianca, il presidente è stato estremamente gentile e cortese. Mi ha chiamato per nome, mi ha messo subito a mio agio."
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"Avevo portato con me un meccanico che fu presentato a Roosevelt al nostro arrivo. Non parlò mai al presidente e Roosevelt sentì il suo nome solo una volta. Era un tipo timido e si tenne sempre in disparte. Ma prima di lasciarci, il presidente cercò il meccanico, gli strinse la mano, lo chiamò per nome e lo ringraziò di essere venuto a Washington."
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"Napoleone III, imperatore di Francia e nipote del grande Napoleone, si vantava di sapere i nomi di tutte le persone che aveva incontrato nella sua vita. La sua tecnica era semplice: se non capiva bene il nome diceva - Mi spiace, non sono riuscito a sentire bene - e se si trattava di un nome poco comune, si informava - Come si scrive? -
Durante la conversazione si prendeva la briga di ripetere il nome parecchie volte e cercava di associarlo nella mente alla faccia della persona.
Se questa era importante, Napoleone III, appena restava solo, scriveva il nome su un pezzo di carta, lo guardava, si concentrava, lo fissava nella mente e poi strappava il foglio. In questo modo gli restava anche un'impressione visiva del nome."
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"Sono cose che richiedono un po' di tempo ma, diceva Emerson, le buone maniere sono fatte di piccoli sacrifici."
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"Ken Nottingham, impiegato alla General Motors dell'Indiana, era solito pranzare alla mensa aziendale. Notò che l'inserviente aveva sempre il muso lungo - Stava preparando sandwich da due ore e io ero solo un altro sandwich per lei."
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"Il giorno dopo stesso andazzo: stessa donna, stesso muso. La sola differenza fu che notai il suo nome sulla targhetta sul grembiule. Sorrisi e dissi - Salve Eunice! - Poi chiesi quello che volevo.
Beh, si dimenticò la grammatura standard del prosciutto e abbondò, mi diede tre foglie di lattuga anziché una sola e un mucchio di patatine che non stavano nel piatto."
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lunedì 28 febbraio 2011
Ricordare i nomi dei clienti
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