mercoledì 2 gennaio 2019

I cellulari distraggono in ufficio

(Fonte: "la Repubblica")

1 ora e 53 minuti il tempo medio speso da ogni italiano su social network
180 secondi il tempo medio che passa tra un'interruzione e l'altra dovuta al telefono 
2 ore il tempo che serve per recuperare quello perso a consultare le notifiche
24 minuti il tempo che si impiega in media per tornare proficuamente al lavoro dopo una notifica
20 cm la distanza massima che riusciamo a mettere tra noi e il telefonino
1 su 3 in Italia controlla il telefono una volta ogni cinque minuti

Gli occhi cercano troppo spesso il telefonino, l'attenzione ne risente e gli errori sul lavoro aumentano. Tanto che le aziende si rivolgono sempre più spesso ai consulenti per scrivere regolamenti stringenti sull'uso del telefono privato. Non sono soltanto provvedimenti di buon senso in ambienti di lavoro in cui una distrazione può causare un incidente grave, o divieti imposti, come nel caso della circolare della ministra della Salute Lorenzin nel 2017 per vietare i selfie in sala operatoria a tutela della privacy dei pazienti. Sono misure ormai indispensabili per arginare l'uso dei social e la distrazione, per evitare che seguire la chat di WhatsApp diventi più importante della mansione in cui si è impegnati. 

A confermare le preoccupazioni crescenti delle aziende è Rosario De Luca, presidente della Fondazione studi consulenti del lavoro: "La richiesta da parte delle aziende di inserire nei regolamenti clausole specifiche sull'uso del telefono personale è aumentata perché sono aumentati a dismisura i casi di distrazione e di errori. Così nei regolamenti aziendali si va da un contingentamento dell'orario di utilizzo a un divieto vero e proprio, a seconda di quanto possa creare rischi per il lavoratore, l'ambiente di lavoro, il ciclo produttivo, la sicurezza in generale". I lavoratori non sempre la prendono bene e nei forum di consulenza del lavoro i quesiti al riguardo sono i più frequenti, per capire se la lettera di richiamo o i provvedimenti disciplinari presi dal datore di lavoro sono legittimi. "In linea di principio è proibito qualsiasi comportamento che implichi distoglimento dalla prestazione e, quindi, inadempimento - osserva De Luca - Le esigenze più diffuse, inerenti l'utilizzo dei social, sono anche legate al tipo di attività svolta dall'azienda. Non deve sfuggire che l'accesso all'esterno tramite computer e rete aziendale potrebbe anche mettere a serio rischio la sicurezza informatica dell'azienda, un'esigenza di protezione in più quindi rispetto a quelle tradizionali".

I dipendenti sui forum lamentano che non si è soltanto lavoratori ma figli, padri e madri e il cellulare è indispensabile per essere sempre raggiungibili. Però, anche in ambienti in cui la disciplina dovrebbe essere un dato acquisito si lamenta che il telefonino a portata di mano è indispensabile. Qualche tempo fa fece discutere la foto di tre carabinieri in servizio con lo sguardo fisso agli smartphone e si diffuse poi la notizia di una circolare emanata in tutta fretta dall'Arma. In realtà tutte le forze armate hanno da sempre regolamenti in proposito e dall'Esercito confermano: "Fa parte delle regole basilari, ma capiamo anche che in momenti particolari si deve essere rintracciabili. Tuttavia ci siamo accorti che quanto era prima scontato, ora va sottolineato negli addestramenti e va creata una coscienza informata".


Per restare in ambito pubblico, c'è chi racconta perché si è arrivati a vietare lo smartphone in ufficio: "Giocavano, erano sempre al telefono con i familiari, spesso si sentivano anche conversazioni inappropriate", dice Ilaria Sannazzaro dell'ufficio stampa dell'Azienda multiservizi di proprietà del comune di Valenza. L'integrazione al regolamento del 2010 è però "stata accolta bene, perché poi ci si è accorti che il clima è migliorato e non c'è stato bisogno di sanzioni". Mario Santoro, cotitolare e responsabile vendite della Santoro Marmi di Trapani, è più esplicito: "Non se ne poteva più dei cellulari - afferma - quando venivano ripresi perché si distraevano, con il rischio di infortuni, si giustificavano dicendo sempre di avere un'emergenza. È chiaro che permettiamo al dipendente che ha la moglie all'ottavo mese di gravidanza di tenere il cellulare in tasca, gli altri lo lasciano nell'armadietto. Sono previste sanzioni, ma non abbiamo mai dovuto applicarle".


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