venerdì 29 marzo 2013

Essere buoni formatori: 8 punti (2)

Il secondo step per comprendere se un professionista sia un bravo formatore è il seguente:

2 - Capacità di cercare e offrire le caratteristiche vincenti per una buona formazione

Una buona relazione tra il formatore e chi viene formato è estremamente importante per la riuscita di un intervento formativo e i parametri sui quali occorre basarla sono i seguenti:

- caratteristiche che il formatore cercherà nel discente
  1. onestà
  2. volontà di apprendere
  3. coscienza di ciò che sa e di ciò che non sa
  4. volontà di impegnarsi nel percorso di crescita
  5. predisposizione a non opporsi per principio preso al formatore
- caratteristiche che il discente cercherà nel formatore:
  1. successi recenti nelle vesti di formatore
  2. disponibilità
  3. credibilità
  4. capacità di giudizio
  5. capacità di organizzare se stesso e gli altri
  6. predisposizione all'ascolto
  7. volontà di ottenere rispetto

Martedì esamineremo il terzo step per valutare la bravura di un formatore.
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giovedì 28 marzo 2013

Essere buoni formatori: 8 punti

Accrescere le competenze dei propri uomini non è mai stato più importante ed è fondamentale che i vertici di un'organizzazione lo comprendano e si avvalgano di collaboratori desiderosi di migliorarsi in modo che le loro aziende siano sempre in grado di rispondere rapidamente ed efficacemente alle opportunità che offre il mercato.

Compito dei formatori è fornire ad ogni discente un percorso personalizzato di crescita e, per poterlo fare al meglio, occorre che ogni professionista faccia il punto sui seguenti 8 step per capire se è o meno in grado di essere un buon coach.

1 - Stabilire le proprie competenze

I formatori devono continuamente valutare ed accrescere le proprie competenze e questo significa sapere quali sono i punti di forza sui quali possono contare, identificare le aree che necessitano di miglioramento e mettere a punto un piano di crescita e di sviluppo per aumentare le skill perché anche i formatori si formano!

Per poter formare gli altri bisogna essere in grado di:
  1. far crescere le persone - il proprio ruolo di formatore deve essere ben chiaro e occorre avere credibilità professionale oltre che un grande desiderio di dedicarsi alla crescita altrui. Tutto questo, però, non basta perché occorrono competenze approfondite e volontà di migliorarle di continuo
  2. sapere come accelerare la crescita professionale di qualcuno - il formatore deve sapere come aiutare i discenti a focalizzarsi su un obiettivo specifico di crescita, come motivarli per raggiungerlo, in quale modo creare un ambiente per incoraggiare le persone a formarsi e come valutare le basi di partenza di ogni lavoratore da formare
  3. essere in grado di stabilire una relazione "produttiva" con il discente - il formatore deve creare con il discente una relazione basata sulla fiducia e sul rispetto
  4. sapere come implementare un processo di coaching efficace - il formatore userà una metodologia per la formazione che dovrà essere sistematica, personalizzata in base alle esigenze della persona da formare e comprendiva di un piano per la crescita e di un accurato meccanismo di feedback
  5. allineare le esigenze dell'organizzazione con gli sforzi necessari per l'attività di formazione - il formatore dovrà assicurarsi che gli obiettivi che gli sono stati affidati siano allineati con le metodologie che vuole utilizzare e che la cultura e le politiche dell'azienda facciano parte integrante del percorso di formazione
  6. essere in grado di raggiungere i risultati - occorre assicurarsi di raggiungere i risultati richiesti dall'azienda ma, soprattutto, che questi siano sostenibili nel tempo
Domani esamineremo insieme il secondo step che ci consentirà di valutare la bravura di un formatore.

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mercoledì 27 marzo 2013

Aggiornare le procedure?

Molte aziende e molti professionisti della qualità non sanno quando aggiornare le loro procedure quindi abbiamo deciso di affrontare l'argomento. 

Per dirla brevemente, le revisioni vanno prese in considerazione ogni volta che i requisiti cambiano. Non è detto che una variazione nei requisiti debba sempre portare a una modifica delle procedure ma occorre fare una verifica per vedere se sia il caso di introdurre modifiche anche nel sistema documentale che deve sempre riflettere l'attualità del Sistema Qualità.

E' importante, però,  che le procedure non vengano modificate senza un'analisi approfondita dei dati in nostro possesso relativi alla necessità di cambiamento anche perché, in periodi di cambiamenti veloci, è difficile continuare ad adeguare, approvare, distribuire nuovi documenti e formare da capo le persone in base ad essi ed è ancora più difficile per i lavoratori rispettare norme e regole che cambiano di continuo quindi è meglio essere ben certi di ciò che andiamo a fare. 

Una procedura, dunque, va cambiata solamente dopo che il processo corrispondente viene studiato a fondo e i nuovi requisiti ben descritti in modo che il nuovo documento non cambi troppo spesso. Quando si verificano eventi che suggeriscono un cambiamento,  può essere necessario un periodo di studio del processo e una revisione progressiva dei documenti ad esso legati che andranno variati in maniera definitiva solamente al termine del lavoro. Ovviamente tutto questo andrà formalizzato nelle sedi opportune.


Vediamo ora quali sono le occasioni di cambiamento all'interno di un'azienda che potrebbero comportare una revisione documentale. A noi sono venute in mente queste ma potete tranquillamente integrarle con i vostri spunti:
 
un cambiamento a livello organizzativo
la fusione con un'altra società
l'introduzione di un nuovo software
nuovi requisiti, regolamenti, ecc.


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martedì 26 marzo 2013

Il Lean thinking spiegato da J. P. Womack e da D. T. Jones (2)

Continuiamo con la raccolta di riflessioni che ho tratto dalla lettura del testo di James P. Womack e di Daniel T. Jones: "Lean Thinking. Per i manager che cambieranno il mondo".


Product team dedicati che abbiano un dialogo costante con i clienti trovano sempre il modo di concentrarsi in maniera specifica sul valore e apprendono spesso nuovi modi per migliorare i flussi.

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Se vuoi arrivare a padroneggiare davvero una materia, prova ad insegnarla.

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L'obiettivo in ogni caso è quello di scrivere tutte le fasi del processo cercando di tramettere esattamente come lo stesso operi in modo da definire lo stato attuale.  

Per ogni fase invitiamo i manager a farsi una serie di domande molto semplici.  
  1. Questa attività crea valore per il cliente (ovvero produce un buon risultato)?  
  2. E' in grado di farlo ogni volta? 
  3. E' flessibile, ovvero permette di passare velocemente da un prodotto all'altro in modo che si possano produrre piccoli lotti?  
  4. La capacità di ogni fase del processo è adeguata oppure il prodotto deve aspettare per poter avanzare verso l'attività successiva?
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I processi di Toyota sono estremamente interessanti perché le permettono di non aver bisogno di scommettere su progettazioni audaci all'interno di un segmento di mercato o di esplorare nuovi segmenti. 

La sua situazione è molto simile a quella di General Motors nei suoi anni d'oro, tra il 1920 e il 1960, quando Alfred Sloan decretò che scommettere sulle nuove tecnologie dei prodotti non era necessario almeno fino a quando la società fosse riuscita ad adattarsi rapidamente a qualsiasi innovazione avessero portato avanti i concorrenti.  
Toyota, infatti, è in grado di copiare rapidamente  i nuovi prodotti di altri e di battere la concorrenza semplicemente perché continua a lavorare su suoi processi. 

Facciamo questa osservzione perché si tratta di un'ottima notizia per le aziende che decidano di abbracciare il Lean thinking: non servono le intuizioni brillanti o continue innovazioni di prodotto per avere successo. Ci si arriva con una gestione brillante dei processi che è alla portata di qualsiasi azienda che voglia impegnarsi in maniera costante nel tempo.

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Nei primi anni della transizione verso una gestione lean, occorrerà pianificare vere e proprie campagne di miglioramento. Il miglioramento, infatti, dovrà diventare il lavoro più importante sia per i manager sia per l'intera forza lavoro. È necessario instillare l'idea che gestire qualcosa non significa svolgere le attività sempre nello stesso modo ma cercare di eliminare la varianza dei processi migliorando le prestazioni in un processo che non finisce mai.

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La cosa migliore da fare è quella di coordinare la funzione di assicurazione della qualità con la funzione che si occupa della produzione snella in modo che il miglioramento della qualità, il miglioramento della produttività, la riduzione dei lead-time, il risparmio di spazio ecc. vengano presi in considerazione allo stesso modo e nello stesso tempo.

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La definizione di prodotto cambia velocemente quando si inizia a guardarla con gli occhi del cliente.

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lunedì 25 marzo 2013

Il Lean thinking spiegato da J. P. Womack e da D. T. Jones

A volte, per comprendere bene la materia, conviene tornare ai fondamentali. Ecco perché quando mi chiedono di consigliare un libro che spieghi in modo semplice e completo il Lean thinking consiglio sempre il famosissimo testo di James P. Womack e di Daniel T. Jones: "Lean Thinking. Per i manager che cambieranno il mondo".

Sono tantissime le riflessioni interessanti che nascono dalla lettura di questo libro. Qui ho provato a raccoglierne qualcuna, conscia di non essere stata esaustiva. Ah, la traduzione è mia perché io ho il testo in inglese ma sul mercato, fortunatamente, ora si trova anche quello in italiano.

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Il flusso del valore è dato da tutte le azioni richieste per condurre un prodotto (o un servizio o una combinazione tra i due) lungo le tre attività che risultano critiche per ogni settore:
  • l'attività di problem solving che nasce con l'idea di un nuovo prodotto/servizio, si sviluppa con la sua progettazione e termina con il lancio
  • la gestione delle informazioni che inizia con il ricevimento dell'ordine e termina con la programmazione della spedizione del prodotto o dell'erogazione del servizio
  • la trasformazione che, nel caso di un prodotto fisico, parte dalle materie prime  e termina con la realizzazione di qualcosa richiesto dal cliente
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Il Lean thinking deve basarsi sulla definizione precisa di ciò che intendiamo per valore in termini di prodotti specifici ovvero abilità ben definite offerte a prezzi stabiliti attraverso il dialogo costante con clienti specifici.

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Il Lean thinking può essere riassunto in 5 principi:
  • precisare il valore per un prodotto specifico
  • identificare il flusso del valore per ogni prodotto
  • fare in modo che il flusso del valore si svolga senza interruzioni
  • far sì che sia il cliente a tirare la produzione
  • ricercare la perfezione
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E' il cliente che definisce il valore e questa definizione ha senso solamente quando viene espressa in termini specifici per un certo prodotto capace di soddisfare le necessità del cliente, a un prezzo definito e in un tempo stabilito.

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Al diavolo la concorrenza! Si combatte perfezionando il proprio modo di lavorare identificando per bene tutte le attività che sono sprechi ed eliminandole.

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"Muda" è la sola parola giapponese che vi serva davvero conoscere. Suona male, vero? Beh, è giusto che sia così perché muda significa spreco e si riferisce nello specifico alle attività umane che assorbono risorse ma non creano valore.

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Le attività che le persone segnalano come le più gratificanti quelle, cioè, in grado di farle sentire meglio riguardano avere degli obiettivi da perseguire ben specificati, non venire continuamente interrotti, ottenere un feedback chiaro e immediato sui progressi compiuti, provare un senso di sfida continua dato dallla percezione che le proprie competenze siano adeguate per svolgere un certo lavoro ma che, per continuare a far fronte a compiti sempre più complessi, occorra ogni volta migliorarle un pochino. 

A domani per altre utili riflessioni tratte dal testo.

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venerdì 22 marzo 2013

Collaborare per lavorare meglio

Su "Io donna", supplemento del "Corriere della Sera" del 16 marzo, è stato pubblicato un articolo dal titolo: "Caro lunedì ti amo" che spiega come un clima basato sulla collaborazione e su mansioni condivise possa essere la cura giusta per l'ansia da lunedì lavorativo.

L'articolo parte citando il bel libro di Richard Sennett "Insieme. Rituali, piaceri e politiche della collaborazione" che si basa sull'idea di poter rilanciare il valore del lavoro cooperativo, di coniugare utopie ed efficacia in un'epoca di occupazione scarsa.
Cooperazione e modernità possono essere sorelle e possono, almeno in parte, costituire una risposta ad alcune delle malattie che affliggono il lavoro contemporaneo.

Eccovi alcuni passaggi significativi:

"Cominciamo dalla frantumazione del lavoro. Le aziende si stanno trasformando in reti, il lavoro è sempre meno centralizzato e prende le sembianze di una filiera. In qualche caso, vedi l'industria del mobile di qualità, la nuova rete assomiglia a un flusso di idee partorite dal contributo dei fornitori, del mobiliere e persino delle archistar del design, tutti democraticamente seduti allo stesso tavolo."

(...)

"In molti casi la frantumazione però assume il segno del lavoro debole, facilmente fungibile e a basso potere negoziale."

(...)

"Dantou, col suo libro Ceux qui aiment les lundis ci dice che è possibile e piacevole riaggregare la working chain, la catena del lavoro, e che questa ricomposizione delle mansioni e del clima di collaborazione può portarci addirittura ad amare il lunedì e a riconsiderare l'intera esperienza lavorativa."

Cosa ne pensate?

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giovedì 21 marzo 2013

Brevi frasi per "vendere" la Qualità (10)

Terminiamo oggi le frasi su management e Qualità.

"Motivare le persone a sostenere un cambiamento richiede che il management sappia quando limitarsi a gestire le cose e quando trasformarsi in leader"  
"Un manager avrà fatto il suo lavoro quando i suoi uomini decideranno come procedere invece di chiederlo a lui
"La fiducia che riesci a creare è direttamente proporzionale con la Qualità che fornisci al cliente"
"Se vuoi la Qualità migliore da parte dei tuoi uomini, dovrai essere capace di guadagnarti la loro attenzione"
"Cercare di migliorare la cultura senza cambiare le abitudini non vi poterà a nulla"
"La vera sfida per un manager è agire in modo da trasmettere gli esempi giusti. Sta a lui, infatti, modellare nuovi comportamenti basandosi sull'esempio"
"Il solo modo per eccellere è costruire un sistema premiante che sia legato alla soddisfazione dei clienti e non agli indicatori di processo"
"La Qualità si basa su due componenti fondamentali: la prima si fonda su dati, statistiche e informazioni ma la seconda si basa sui comportamenti delle persone, sulla loro motiovazione e sul coinvolgimento"
"Le persone lavorano più volentieri per un leader che lavora per le persone"
"Il primo passo per migliorare è accettare umilmente che qualcosa non funziona"
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mercoledì 20 marzo 2013

Brevi farsi per "vendere" la Qualità (9)

Management è Qualità: è questo il tema delle nostre frasi di oggi.

"Controllare la produttività senza tracciare la qualità degli output è un po' come tenere nota della velocità di un treno senza controllare dove sta andando
"La qualità dei risultati in un'azienda è data dalla qualità dei rapporti, dalla fiducia e dalla bontà della comunicazione che i manager sono riusciti ad instaurare"  
"Migliorate la cultura del vostro management e sarete già a metà dell'affascinante viaggio verso la Qualità"
"Il middle management è il collante che unisce gli obiettivi di lungo termine della Direzione ai miglioramenti di breve termine della base"  
"Il modo più semplice che un manager ha per capire se occorra migliorare un processo è: osservare, chiedere e ascoltare"

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martedì 19 marzo 2013

Brevi frasi per "vendere" la Qualità (8)

Cambiamo argomento e passiamo all'importanza del management per la Qualità.

Nessun miglioramento organizzativo o culturale sarà mai possibile senza un reale coinvolgimento del management che dovrà impegnarsi per allineare i valori e i processi dell'organizzazione alla sua vision. Ecco le frasi che abbiamo selezionato per voi:



"Quando i manager usano gli indicatori della Qualità CONTRO le persone, hanno dato loro una ragione per non seguire alla lettera i processi"
"Un buon terreno dove coltivare il seme della Qualità è dato da una fiducia reciproca tra management e collaboratori e da un reciproco impegno a migliorare
"Lo scopo dei manager è far capire ai propri uomini che la Qualità non si limita a soddisfare i requisiti ma punta ad eccedere le aspettative dei clienti"
"Un bravo manager è in grado di far capire ai collaboratori che molti dei principi della Qualità non sono altro che l'applicazione di tanto buon senso
"Un manager è davvero capace di gestire la Qualità quando riesce a pianificarla e a costruirla là dove il budget è limitato e i tempi per la consegna stretti"

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lunedì 18 marzo 2013

Brevi frasi per "vendere" la Qualità (7)

Continuiamo la nostra carrellata di frasi sull'argomento "processi e Qualità":

"Il primo passo per migliorare un processo è capire cosa vada davvero migliorato"
"Per costruire la Qualità non bisogna valutare solamente la pianificazione, il controllo e l'efficacia dei processi ma estendere la nostra analisi anche alla cultura aziendale che contribuiscono a creare"
"Gli aspetti più complessi del creare una cultura fondata sui processi sono: impegno delle persone, comunicazione, collaborazione, fiducia, lavoro di squadra e motivazione
"Il primo passo per migliorare un processo è quello di semplificarlo rendendolo più chiaro"
"Tutti i miglioramenti sono incrementali. Non è possibile rendere perfetto un processo con un singolo intervento
"Le organizzazioni hanno spesso una cattiva memoria e le lezioni che apprendono vengono presto dimenticate se non sono ricondotte a un processo e standardizzate"
"Nei processi è facile migliorare ciò che già esiste. Molto più difficile è identificare quello che manca

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venerdì 15 marzo 2013

Brevi frasi per vendere la Qualità (6)

Cambiamo nuovamente tema e passiamo ai "Processi e loro importanza per la Qualità":

"Il processo è lo strumento utilizzato dalle persone per costruire la Qualità"
"Il processo non è un insieme di istruzioni di lavoro ma un mezzo per costruire gradualmente la cultura della vostra organizzazione
"Un buon processo è un ottimo strumento che le persone hanno a disposizione per fare Qualità mentre per le organizzazioni è un modo per misurare il miglioramento"
"Se non impariamo a trattare i processi come strumenti utili a produrre Qualità, saranno i processi stessi che tenderanno a condizionarci e a guidarci, facendoci perdere il controllo del nostro sistema"
"Avere un processo e non seguirlo non è meglio che non averlo del tutto"
"Non limitatevi a progettare e a implementare un processo; calatelo nella vostra realtà e fatelo diventare cultura aziendale"
"Il tasso di innovazione nei vostri processi dovrà essere sempre un po' più alto del tasso di cambiamento delle aspettative dei vostri clienti"

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giovedì 14 marzo 2013

Brevi frasi per "vendere" la Qualità (5)

Completiamo il nostro discorso sull'importanza dei team per fare Qualità.

"Migliorare la qualità della comunicazione con i vostri uomini migliora direttamente anche l'esperienza dei clienti"
"I due più grandi sprechi all'interno di un'organizzazione sono non parlare e non ascoltare"
"Il modo migliore per NON fare Qualità è quello di concentrarsi solamente sul prodotto senza focalizzarsi sulle relazioni con colleghi e collaboratori e sulla comunicazione
"Il modo migliore per uccidere sul nascere la creatività è quello di essere ipercritici quando qualcuno sbaglia"
"Aspettarsi Qualità dal vostro team senza aver comunicato a queste persone le vostre aspettative è un'assurdità

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mercoledì 13 marzo 2013

Brevi frasi per "vendere" la Qualità (4)

Come premesso ieri, oggi parliamo dell'importanza dei team per fare Qualità.

"Vuoi sentire il polso di un'organizzazione? Osserva come le persone interagiscono tra loro, se lo fanno come giocatori di una stessa squadra o come dei perfetti estranei"
"Un processo ben progettato soddisfa le persone che lo utilizzano, aumenta la loro capacità di fare bene e crea valore per l'intera organizzazione"
"I risultati del vostro impegno per il miglioramento continuo sono abbastanza evidenti da coinvolgere i vostri collaboratori, incoraggiandoli?
"La chiave per il miglioramento è comprendere che le persone hanno bisogno di tempo e di tanto incoraggiamento per cambiare"

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martedì 12 marzo 2013

Brevi frasi per "vendere" la Qualità (3)

Proseguo in gioiosa solitudine...

"I clienti valutano la Qualità di una transizione basandosi sull'intera esperienza  dell'acquisto, non sulla qualità del prodotto"
"Le persone che non sono soddisfatte dello status quo sono i candidati migliori per impostare progetti di miglioramento"
"Avviare dei cambiamenti significa lasciare alle persone la possibilità di sbagliare. Il cambiamento non può avvenire là dove vige la paura di fare qualche errore

Domani cambieremo argomento e inizieremo ad occuparci dei team perché la Qualità si fa in gruppo. Nel frattempo, ogni contributo è ben accetto.

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lunedì 11 marzo 2013

Brevi frasi per "vendere" la Qualità (2)

Continuiamo il discorso inziiato venerdì con altre frasi:

"Se il miglioramento della Qualità non viene considerato come un lavoro di tutti non ci si deve stupire che non venga portato avanti da nessuno"
"Implementare un cambiamento è più semplice se le persone sono coinvolte fin dall'inizio nel definirne gli ambiti"
"Si migliorano le probabilità di ottenere buoni output di processo semplicemente assegnando ad ognuno il lavoro più giusto per lui e sfruttando i punti forza delle singole persone
"Il modo di comportarsi e le abitudini di chi lavora in azienda giocano un ruolo fondamentale nel determinare la Qualità del vostro servizio"
"Metà dei problemi di Qualità potrebbe essere risolta semplicemente colmando il gap che esiste tra ciò che le persone effettivamente sanno e ciò che dovrebbero sapere per svolgere al meglio il loro lavoro
"La qualità del vostro lavoro come professionisti è data anche dalla somma della fiducia che gli altri ripongono in voi, dalla vostra integrità, dalla capacità di pensare e riflettere e dall'autostima"

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venerdì 8 marzo 2013

Brevi frasi per "vendere" la Qualità

Spesso ci troviamo ad aver bisogno della frase giusta da usare nel momento giusto.
Quello che vi proponiamo oggi e che speriamo si svilupperà nei giorni a venire è, dunque, di costruire insieme una sorta di database al quale poter attingere a seconda dell'argomento.

Vale tutto: riflessioni personali, aforismi, aneddoti, citazioni, ecc.

Il primo argomento che vi proponiamo è questo:
"La Qualità come fattore umano": le nostre organizzazioni sono composte da persone e il fattore umano può trasformarsi nel più grande ostacolo lungo il percorso verso la Qualità se gestito male.

I due fattori più importanti se consideriamo un successo di lungo termine di un'organizzazione sono:
  1. l'attitudine di chi lavora con noi
  2. l'allinearsi con la vision aziendale
Con queste premesse, proviamo a fare del nostro meglio per trovare frasi motivanti, fonte di ispirazione o semplicemente di riflessione.

Comincio io:

"La vera Qualità è data da persone in gamba e appassionate che lavorano insieme per centrare gli obiettivi aziendali"
"La ricetta per la vera Qualità? La persona giusta che lavora su un processo ottimizzato, usando gli strumenti corretti e facendo ciò che va fatto quando va fatto"
"Se i vostri clienti interni (le persone) non sono sereni, come potrete mai deliziare i clienti esterni?"
"Persone mediocri raramente produrranno una buona Qualità, anche lavorando su processi ben rodati"

Continuate voi?

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giovedì 7 marzo 2013

I rischi legati a un progetto

Quando si avvia un nuovo progetto sarebbe buona regola effettuare un'anaolisi dei rischi ad esso collegati.
Le categorie di rischi più comuni legati ai progetti sono:
  1. mancanza di finanziamenti o erogazione troppo lenta delle risorse economiche necessarie per la gestione del progetto
  2. slittamento delle tempistiche
  3. mancanza di leadership nella gestione del progetto
  4. ampliamento degli ambiti coperti dal progetto, cambiamento nella definizione del suo scopo
  5. attvità parallele che "rubano" tempo al progetto
  6. mancanza di supporto da parte di uno o più stakeholder
  7. mancanza di comunicazione, comunicazione carente o errata
  8. avvicendamento del management che si era fatto garante del progetto o del project manager
  9. accettazione di una soluzione predeterminata senza aver effettuato tutti gli studi necessari per verificare che sia effettivamente la migliore
  10. cambiamento nelle priorità dell'organizzazione 
  11. problemi nel misurare l'avanzamento del processo
  12. problemi tecnici
Come potete vedere, i problemi tecnici che sembrano sempre preponderanti nella gestione di un progetto, li abbiamo messi solamente all'ultimo posto perché in questa categoria vengono spesso fatte confluire anche problematiche che nulla hanno di tecnico ma che, piuttosto, riguiarderebbero altre categorie indicate.

Cosa ne pensate? Da voi quale tra i punti citati crea più problemi nel project management (inteso, ovviamente, come gestione in generale dei progetti)?

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mercoledì 6 marzo 2013

I vantaggi dello SMED (2)

Dopo aver esaminato insieme i vantaggi dello SMED, vediamo ora di capire come possiamo utilizzare nelle nostre realtà questa utilissima metodologia.

Provate a concentrarvi per un attimo su tutto quello che succede nella vostra azienda quando si deve passare dalla produzione di "A" alla produzione di "B".
Certamente ci sarà bisogno di CERCARE qualcosa che probabilmente non è a portata di mano, oppure dovremo PREDISPORRE degli strumenti e fare degli AGGIUSTAMENTI.
  1. Riducendo lo spazio da percorrere per cercare le cose iniziamo già a guadagnare un po' di tempo. E' bene, dunque, che tutto ciò che serve per operare il passaggio da un lotto all'altro sia ben ordinato e posto vicino all'operatore che deve operare l'attrezzaggio. Le cose inutili vanno eliminate perché allungano solamente il tempo necessario a cercare ciò che serve.
  2. Strumenti, dispositivi per le misurazioni, documenti, informazioni, ecc. dovranno poi essere tutti ben identificati e predisposti in modo da non perdere tempo nel seguire la sequenza corretta di operazioni per il cambio di formato.
  3. Per quanto riguarda gli aggiustamenti, anche in questo caso possiamo ridurre le tempistiche necessarie per farli. Basterà, ad esempio, lavorare con delle check list che ci permettano di seguire una procedura rapida ed efficace e che ci tengano lontani dall'improvvisazione e dalle sensazioni personali ("regolando in questo modo mi sembra che la macchina lavori meglio"). Anche semplificare il più possibile il lavoro, sapere esattamente quanti uomini occorrano per farlo e avere un elenco di ciò che serve aiuta a ridurre i tempi di set-up.

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martedì 5 marzo 2013

I vantaggi dello SMED

Ricordate ancora cos'è lo SMED?
Ne accenniamo in questo articolo  e oggi vorremmo esaminare insieme a voi i vantaggi introdotti da questo strumento.

Ricordiamo, però, prima cosa si intenda con set-up o attrezzaggio che, in una frase, potrebbe essere definito come il tempo che passa tra l'ultimo prodotto buono del lotto "A" realizzato e il primo prodotto del lotto "B" di qualità conforme.
Tutto il tempo speso per predisporci alla produzione è, evidentemente, tempo sprecato e "rubato" ai nostri flussi quindi imparare a cambiare rapidamente formato (questo è, in sintesi, lo SMED) ci aiuta a migliorare la nostra efficienza.

Ed ora i vantaggi dello SMED:
  • identificazione chiara delle operazioni che appartengono ad un set-up interno (ovvero che si possono svolgere solamente a macchina ferma) e ad un set-up esterno (che si possono svolgere anche a macchina funzionante)
  • cercare di trasformare le operazioni interne in esterne per abbattere i tempi necessari per il nuovo attrezzaggio
  • ottimizzazione di ogni singola attività ed elininazione degli sprechi
  • standardizzazione delle operazioni di set-up
  • riduzione delle tempistiche necessarie per l'attrezzaggio
  • miglioramenti senza la necessità di grandi investimenti
Domani vedremo insieme come le tempistiche di attrezzaggio possano essere abbattute seguendo qualche semplice suggerimento.

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lunedì 4 marzo 2013

Perché misurare?

Come sappiamo, misurare la Qualità è fondamentale se vogliamo fare bene il nostro lavoro ma cerchiamo di capire bene perché e quali vantaggi ci porta un sistema di monitoraggio e di rilevazione degli indicatori.


Performance e obiettivi

Prima di tutto, le misurazioni ci portano a comprendere le nostre performance attuali in modo da poterle poi confrontare con gli obiettivi che ci siamo posti.

Miglioramento e priorità

Le misurazioni, poi, sono le uniche che possono accendere i riflettori sulle aree di miglioramento, quelle che allo stato attuale causano una diminuzione delle nostre performance.
Allo stesso modo, è proprio grazie alle misurazioni che possiamo stilare una lista di priorità di intervento partendo dalle aree che vengono evidenziate come le più problematiche.

Benefici e nuovi obiettivi

Grazie alle misurazioni è anche possibile stimare i benefici potenziali di un miglioramento e porsi nuovi obiettivi, ben sapendo quanto siamo lontani dal raggiungerli e cosa dobbiamo aspettarci lungo il percorso.

Monitoraggio dei progressi

Misurare serve anche per monitorare gli effetti di ogni cambiamento apportato al nostro Sistema Qualità per capire soprattutto se le azioni di miglioramento che abbiamo scelto si siano rivelate positive oppure no.

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venerdì 1 marzo 2013

Gli strumenti per il Problem solving

Quali sono gli strumenti che conoscete e che utilizzate maggiormente per risolvere i problemi?
Noi abbiamo riunito questi ma potete integrare la lista quando volete! :o)

Ciclo PDCA
5 perché
Brainstorming
Analisi del campo delle forze
Diagramma a lisca di pesce
Diagramma di Pareto
8D e modulo
FMEA

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