martedì 31 agosto 2010

Il cambiamento

Identificare e promuovere il cambiamento è fondamentale all'interno di un'organizzazione.

Le aree da esaminare per verificare l'applicazione corretta della gestione del cambiamento sono le seguenti:

- I leader sanno mettere a fuoco i fattori di cambiamento interni ed esterni all'organizzazione?

- Sono in grado di identificare e selezionare i cambiamenti da introdurre nella struttura organizzativa e nei rapporti dell'organizzazione con l'esterno?

- Il management è in grado di guidare l'elaborazione di piani di cambiamento?

- Assicura gli investimenti, le risorse e il sostegno al cambiamento?

- Gestisce la realizzazione e i rischi dell'intera gamma dei programmi di cambiamento?

- Assicura la realizzazione effettiva dei cambiamenti e gestisce gli stakeholder?

- I leader comunicano al personale e agli altri stakeholder i cambiamenti e le ragioni che li hanno motivati?

- Sostengono il personale nella gestione del cambiamento e lo mettono in grado di realizzarlo?

- Misurano e riesaminano l'efficacia dei cambiamenti e comunicano le lezioni apprese?

L'elenco delle attività da considerare mette in evidenza la necessità che il management si impegni personalmente nella gestione dei cambiamenti che devono essere apportati all'organizzazione, nel sostenere i piani e i programmi per la loro realizzazione, preoccupandosi di comunicare a tutto il personale ed agli altri stakeholder le ragioni del cambiamento.
Al termine del processo non può mancare la verifica dell'efficacia dell'iniziativa.

Vi vengono in mente altri momenti da mettere in evidenza?

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lunedì 30 agosto 2010

Elementi della pianificazione dei progetti

Torniamo sull'argomento della pianificazione dei progetti per chiarire alcuni punti.

Come abbiamo visto, una delle figure principali che ritroviamo del processo di pianificazione dei progetti è quella del Project manager che ha come interlocutori le seguenti figure:

- il committente
- il top management
- i line manager
- il team di progetto
- i fornitori esterni

Lo scopo della Project management è determinare ciò che deve essere fatto, da chi e quando per adempiere alle responsabilità assegnate.

La pianificazione deve essere:

- sistematica
- flessibile
- disciplinata
- in grado di accettare input multifunzionali

Gli elementi principali che caratterizzano il processo di pianfiicazione sono così identificabili:

- obiettivo del progetto (scopo o traguardo da raggiungere)
- programma (come raggiungere l'obiettivo)
- programmazione (temporizzazione delle attività)
- budget (costi preventivati per il raggiungimento dell'obiettivo)
- previsione (degli andamenti che caratterizzano l'ambiente di progetto)
- organizzazione (assegnazione delle respionsabilità e formazione del team di progetto)
- procedure (come svolgere le attività)
- standard (definizione del livello adeguato di performance)

Per pianificare in maniera ordinata e sistematica un progetto, occorre partire dalla definizione dei seguenti elementi:

- statement of work ("sow": descrizione delle attività da portare a termine. Comprende gli obiettivi del progetto, una breve descrizione del lavoro, il vincolo di finanziamento se esiste, le specifiche e la schedulazione delle attività)
- specifiche del progetto
- definizione delle principali scadenze
- work breakdown structure ("wbs": è lo strumento utilizzato per suddividere il lavoro in unità elementari)

Vi viene in mente qualche altra cosa da riunire in questo promemoria?

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venerdì 27 agosto 2010

Gli strumenti per comunicare (2)

Completiamo la lista che abbiamo incominciato ieri dei principali strumenti per la comunicazione:

Premi e riconoscimenti formali

Alcune organizzazioni introducono un sistema di premi e di riconoscimenti formali a fronte di attività di competizione sulla Qualità per gratificare il personale del team o del gruppo di progetto di miglioramento perché serva da esempio al resto del personale.

Come si può intuire, il sistema di comunicazione, quando ben progettato, riesce a creare una coerenza sinergica che aiuta l'impegno globale nei confronti della Qualità.
Creare momenti di celebrazione, magari in corrispondenza della settimana europea della Qualità, può contribuire a creare una serie di valori che ogni organizzazione dovrebbe essere in grado di sviluppare al suo interno.


Notiziari aziendali, newsletter

Non dovrebbe essere sottostimata la motivazione che potrebbe essere attivata da articoli e narrazioni sui risultati ottenuti dai team o gruppi di miglioramento della Qualità pubblicati su notiziari aziendali.

Come sostengono molti esperti, se queste pubblicazioni hanno successo nell'organizzazione e sono considerate autorevoli e di valore dal personale, allora si può suscitare la sindrome dell'"anch'io voglio essere pubblicato" in modo che le persone facciano del loro meglio per portare risultati da pubblicare soddisfacendo l'orgoglio di vedere le proprie fotografie e i propri testi pubblicati.

Indagini interne sul personale
Fra tutti i sistemi di comunicazione interni all'organizzazione, le indagini sul personale sono forse le più preziose.

In alcune organizzazioni dovrebbero essere condotte periodiche indagini di opinioni impiegando questionari ben strutturati atti a misurare la soddisfazione dei clienti interni.
Tale requisito aiuterebbe la Direzione a conoscere il punto di vista del personale su temi importanti per l'organizzazione.

Tipici argomenti da sottoporre a indagine potrebbero essere.

- la visibilità dell'organizzazione
- il rapporto tra colleghi
- come circolano le informazioni
- il rapporto con i propri responsabili

Indagini di questo tipo, se ben strutturate e se avviate nell'ambiente giusto, possono fornire risposte utili soprattutto per individuare progetti di miglioramento.

Queste operazioni contribuiscono a creare un maggior senso di fiducia nel personale che percepisce l'impegno della Direzione a voler essere più attenta al personale e alle valutazioni che esso fornisce circa le varie prestazioni dell'organizzazione.

Il solo pericolo di questo tipo di indagini è costituito dal fatto che esse possono perdere valore e diventare solo una sorta di gioco di compiacenza delle parti.

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giovedì 26 agosto 2010

Gli strumenti per comunicare

Come abbiamo visto nei giorni scorsi, si può comunicare in molti modi diversi.

Proviamo qui a fornire qualche esempio consci che non saremo esaustivi. Ovviamente, come sempre, potrete collaborare per "rimpolpare" la lista.

Le schede dei suggerimenti

Servono a raccogliere tutti i suggerimenti che possono essere formulati dal personale.
Questo strumento va utilizzato con parsimonia per evitare che si vanifichi e deve mantenere il massimo impatto grazie ad un adeguato livello di pubblicità.

A volte, alle schede dei suggerimenti possono essere associati premi speciali per il miglior suggerimento. In tal caso sarebbe opportuno organizzare una presentazione preceduta da un'adeguata pubblicità, sia per l'evento in sé che per la manifestazione della premiazione.

Le riunioni di reparto, d'ufficio e di settore

Questo metodo richiede brevi briefing ben organizzati per discutere i problemi della Qualità di un reparto, di un ufficio o di un settore.
Il tempo da dedicare all'incontro è breve: va preparata un'agenda e la sessione dovrebbe durare al massimo una quindicina di minuti, essere incisiva e organizzata per punti per dare il necessario impatto ai temi.
Questo sistema, per dare effetti positivi, deve entrare nell'uso comune in quanto richiede una partecipazione di risposta operativa da parte dei partecipanti.

Il training introduttivo

Quando un nuovo impiegato o del nuovo personale entra a far parte dell'organizzazione si dovrebbe creare un momento di sensibilizzazione per attirare la sua attenzione nei confronti della gestione della Qualità.

Gli addestramenti introduttivi sulla Qualità allertano le persone relativamente ai requisiti, ai codici di comportamento e di buona partica, alle procedure e, in generale, alla cultura della Qualità dell'organizzazione.
Il loro fine è di attirare l'attenzione sull'impegno e l'importanza che l'organizzazione attribuisce alla Qualità per stimolare e saperne di più su di essa.

Il training per lavori specifici dovrebbe soddisfare l'interesse che si vuol creare sulla Qualità. Questo tipo di addestramento si spinge fino all'ulteriore conoscenza di metodi e tecniche per il problem solving e molte volte prosegue con un addestramento operativo per mettere in risalto le conseguenze che si possono generare nella produzione e nella sicurezza a causa di operazioni qualitativamente mal svolte


I poster

Alcune organizzazioni trovano che i poster possano svolgere un'importante parte nella comunicazione dei messaggi relativi alla Qualità.

I poster dovrebbero, se possibile, essere illustrati e contenere dei messaggi chiari, specifici e personalizzati.
Una campagna di poster da esporre dovrebbe essere attentamente pianificata, organizzata e gestita.
Ci si deve domandare cosa si vuole trasmettere e ottenere con la campagna pensando che essa dovrebbe provocare un impatto sulle persone. Pertanto, diventa importante scegliere dove collocarli, pensando che le persone dovrebbero essere attratte dal messaggio secondo la sequenza: fermati, guarda e pensa.

I poster dovrebbero essere rinnovati periodicamente e non dovrebbero essere lasciati per più di tre mesi poiché alla fine non li vedrebbe e non li percepirebbe più nessuno.

Domani prenderemo in esame altri strumenti per la comunicazione.

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mercoledì 25 agosto 2010

Il comportamento delle persone è influenzato dalla comunicazione

E' risaputo che il comportamento delle persone può essere influenzato dalla comunicazione.

Per cambiare i comportamenti nei confronti della Qualità è fondamentale realizzare l'accettazione o il coinvolgimento della necessità del cambiamento. Perché questo avvenga è essenziale fornire alle persone tutte le informazioni, attirare la loro attenzione sulle metodologie migliori circa i modi di procedere, stimolare le idee e sviluppare la consapevolezza attraverso un processo di comunicazione a due vie.

La comunicazione, la formazione e l'addestramento sono potenti stimoli allo sviluppo individuale del personale. Tutto questo può aiutare ad indentificare metodi di comunicazione particolarmente appropriati.
I principali sono:

- la comunicazione verbale: sia tra gli individui sia tra i gruppi ricorrendo a metodi di comunicazione diretta o indiretta. In quest'ultima categoria si situano la comunicazione pubblica, i sistemi di trasmissione e quelli di registrazione

- la comunicazione scritta: in forma di avvisi, notizie, bollettini, fogli di informazioni, report e raccomandazioni

- la comunicazione visiva: come poster, film, mostre ed esposizioni, dimostrazioni, lavagne luminose, display e altri dispositivi e/o eventi promozionali

- gli esempi diretti: vengono illustrati su campo e riguardano il modo in cui le persone si allineano o meno a codici di comportamento lavorativo attraverso la loro efficacia di comunicatori e/o la loro abilità di "vendere" buone pratiche qualitative.
Esempi di questo ultimo gruppo di strumenti per la comunicazione sono: persone che hanno atteggiamenti e approcci positivi e orientati alla qualità, persone che si comportano in modo esemplare sul lavoro, il rispetto di regole, procedure, sistemi, standard operativi e codici di buona pratica, le persone che naturalmente sono protese ad aiutare gli altri, il modo in cui le persone si mostrano entusiaste, orgogliose e fiduciose.

Quale gruppo ritenete più utile nella vostra organizzazione?

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martedì 24 agosto 2010

La comunicazione

L'attività di comunicazione interna a un'organizzazione è responsabilità della Direzione.

Dal momento che nella realtà la comunicazione è una delle carenze più rilevanti, è sicuramente un problema di difficile soluzione sviluppare adeguatamente il requisito che la riguarda.

Per affrontarlo adeguatamente le organizzazioni potrebbero, ad esempio, partire dalla rappresentazione del loro organigramma e provare a tracciare su di esso i flussi di comunicazione associando ad essi:

- le tipologie di messaggi che dall'alto fluiscono verso il basso
- i luoghi o le situazioni in cui si generano i messaggi
- le modalità di diffusione
- i mittenti
- i destinatari
- i flussi trasversali
- i messaggi di feedback dal basso verso l'alto

Sviluppare questo requisito significa che la Direzione deve provvedere, quanto meno, allo sviluppo di un piano della comunicazione aziendale supportato da un iter formativo sulla comunicazione a livello sia di Direzione sia di responsabili operativi.

Siete d'accordo? Da voi l'iter è stato di questo tipo?

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lunedì 23 agosto 2010

Le aziende e il tempo

L'azienda è un fenomeno di tempo.
Solo nel tempo, l’azienda, può esplicare la sua funzione economica di produzione di ricchezza perché essa è un fenomeno proiettato nel tempo.

Il tempo può essere considerato in due modi:

1) la durata dei fatti aziendali (breve periodo, lungo periodo)
2) il ritmo (individua la frequenza e la direzione di un fenomeno nell'ambito di una dimensione temporale considerata)

Il ritmo, a sua volta, ha due aspetti:

1) quantitativo (frequenza)
2) qualitativo (direzione evolutiva o direzione involutiva)

Il fattore tempo è importante anche quando prendiamo in esame i cicli della gestione che sono:

- il ciclo operativo (va dal ricevimento dei materiali per la produzione all'incasso dei crediti)
- il ciclo economico (va dal ricevimento dei materiali per la produzione alla vendita dei prodotti finiti)
- il ciclo monetario (va dal pagamento dei fornitori all'incasso dei crediti)

I caratteri che distinguono i cicli operativi sono tre:

1) durata
2) frequenza (o velocità)
3) potenzialità

Il tempo economico aziendale, inoltre, si valuta anche attraverso le "durate temporali" critiche che sono:

1) il time to market (va  dalla concezione di un nuovo prodotto alla sua immissione sul mercato)
2) il tempo di attraversamento (si compone del tempo di lavorazione più il tempo di ispezione/controllo, più il tempo di movimentazione, più il tempo di attesa e di immagazzinamento. Il tempo di attraversamento non aggiunge valore quindi più si riesce a ridurre, meglio è)
3) il ciclo di tempo di un ordine (va dalla trasmissione dell'ordine alla consegna al cliente del prodotto finito)

Provare a comprimere questi tempi ha diversi effetti positivi:

- riduzione del capitale circolante e del capitale fisso
- aumento della velocità dei ricavi e degli incassi
- migliori condizioni per la formazione del reddito e dei flussi di cassa
- riduzione dei costi operativi

I rischi legati alla riduzione delle tempiche, però, vanno considerati e sono:

- una possibile proliferazione dei prodotti
- l'esigenza di controllo dell'evoluzione tecnologica
- un aumento dei costi della complessità non proporzionale ai vantaggi in termini di ricavi

Vi vengono in mente altri vantaggi e/o rischi?

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venerdì 20 agosto 2010

La soddisfazione del cliente

In relazione ai fini di un'organizzazione, le misure delle percezioni dei clienti possono includere, ad esempio:

IMMAGINE

- accessibilità
- comunicazione
- trasparenza
- flessibilità
- comportamento proattivo
- rispondenza alle aspettative

PRODOTTI E SERVIZI

- qualità
- valore
- affidabilità
- innovazione
- consegna/erogazione
- profilo ambientale

VENDITA E ASSISTENZA POST-VENDITA

- professionalità e comportamento dei dipendenti
- consigli e asistenza
- manuali d'uso e documentazione tecnica
- gestione dei reclami
- addestramento al corretto utilizzo del prodotto/servizio
- tempi di risposta
- supporto tecnico
- garanzia (validità ed estensione)

FIDELIZZAZIONE DEL CLIENTE

- intenzione di acquistare nuovamente dall'azienda
- disponibilità ad acquistare altri prodotti/servizi dall'azienda
- intenzione di "raccomandare" ad altri l'azienda

Vi viene in mente altro da aggiungere alla lista?

Intanto, per approfondire il discorso sulla soddisfazione del cliente, vi segnaliamo questo articolo pubblicato sul sito che ha per tema il Focus group. Buona lettura!

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giovedì 19 agosto 2010

Lavorare sul personale

Per lavorare sulle persone e motivarle occorre che un'organizzazione riveda periodicamente le proprie strategie ed i conseguenti piani di sviluppo delle risorse umane per poter disporre di personale adeguato in termini di numero, competenze e livelli.

Il management deve sviluppare un piano specifico del personale, coerente con il piano generale che consenta all'organizzazione di avere a disposizione una forza lavoro adatta ad eseguire i piani operativi.

Il piano dovrà tenere conto anche dei costi del personale con particolare riferimento agli oneri contrattuali, agli aumenti di merito e ai premi, bilanciando così le aspetttive delle persone con gli obiettivi di costo previsti in bilancio.

Esempi degli elementi che potrebbero essere inseriti nel piano sono:

- previsione di assunzione di personale esperto per l'introduzione di nuovi processi o servizi
- piani di formazione e addestramento per la riconversione di collaboratori imposta dalla dismissione di attività
- piani di sviluppo professionale e manageriale coerenti con lo sviluppo del business previsto nei piani generali a medio o lungo termine
- numero di promozioni previsto per far fronte allo sviluppo e/o per sostituire persone dimissionarie

Voi inserite qualche altra informazione?

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mercoledì 18 agosto 2010

Il personale

Il miglioramento continuo dei risultati di un'organizzazione è possibile solo se il personale è adeguatamente motivato e tale motivazione dipende:

- dal fatto che il personale si identifichi con l'organizzazione alla quale appartiene, avendo ben chiari quali sono i suoi obiettivi e qual è il contributo che può dare per il loro raggiungimento
- dalla sua competenza e dalle informazioni che ha a disposizione per svolgere le proprie attività
- dal fatto che l'organizzazione riconosca e premi in modo equo l'impegno e i risultati ottenuti dai dipendenti
- dal fatto che il management sappia incoraggiare e stimolare la partecipazione del personale al miglioramento continuo

Le aree da esaminare  in un esame specifico di come venga gestito il requisito normativo riguardante il personale sono, dunque, come l'organizzazione:

- sviluppa politiche, strategie e piani relativi alle risorse umane
- coinvolge i dipendenti e i loro rappresentanti nello sviluppo di tali politiche, strategie e piani
- integra e allinea la pianificazione delle risorse umane con le politiche e strategie, la struttura organizzativa e la rete dei processi chiave
- gestisce le assunzioni e i piani di carriera e pianifica gli avvicendamenti
- promuove e assicura la correttezza delle condizioni d'impiego del personale, comprese politiche, strategie e piani per le pari opportunità
- utilizza indagini conoscitive e altri strumenti di feedback dal personale allo scopo di migliorare le politiche, le strategie e i piani relativi alle risorse umane
- utilizza metodi innovativi di organizzazione del lavoro al fine di migliorare le modalità di lavoro (per esempio la cooperazione in team flessibili)

Manca qualcosa secondo la vostra esperienza?

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martedì 17 agosto 2010

Parliamo di innovazione (5)

La discovery skill n° 5: "Networking"

Dedicare il tempo e le energie per trovare e testare le proprie idee attraverso un confronto attivo con persone differenti offre agli imprenditori innovatori una prospettiva completamente diversa.

Essi dovrebbero uscire fuori dai propri confini e incontrare persone con idee, esperienze e prospettive diverse, al fine di estendere il dominio della propria conoscenza.

Micheal Lazaridis, CEO di Research in Motion, ebbe l'idea del BlackBerry ad una conferenza.



Uno dei relatori stava descrivendo la tecnologia wireless quando la sua mente tornò agli anni del liceo e si ricordò del suo insegnante che gli ripeteva "Quando qualcuno sarà in grado di mettere insieme la tecnologia wireless e i PC, porrà in essere le basi per un vero cambiamento".

E voi quanto amate stare in mezzo agli altri e confrontarvi? Ed ora che abbiamo esaminato le 5 skill, quale sentite più vostra e su quale credete, invece, di dovervi esercitare maggiormente?

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lunedì 16 agosto 2010

Parliamo di innovazione (4)

La discovery skill n° 4: "Experimenting"

Gli imprenditori innovatori dovrebbero testare le proprie idee, creando prototipi e progetti pilota.

Il mondo deve essere il loro laboratorio. L'esperimento rappresenta una esperienza interattiva che può generare ulteriori opportunità.

Amazon ha cambiato nel tempo la sua mission.


Dopo il successo iniziale, è passato da semplice punto vendita online di libri, a discount autorizzato alla vendita di numerose e complete linee di prodotto: dai giocattoli, agli elettrodomestici.

Il lettore elettronico Kindle sta, inoltre, trasformando Amazon in un'azienda industriale elettronica molto innovativa.

E voi? Amate sperimentare?

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venerdì 13 agosto 2010

Parliamo di innovazione (3)

La discovery skill n° 3: "Observing"

"Observing" significa porre attenzione ai fenomeni circostanti e, in particolare, ai comportamenti dei potenziali clienti.

L'idea di business di Scott Cook, CEO di Intuit, è nata dall'osservazione di due fenomeni:

1) la frustrazione della moglie impegnata a contabilizzare le spese
2) la segretaria della Apple, comodamente seduta davanti al suo PC


E voi quanto vi guardate attorno? Siete dei buoni osservatori?

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giovedì 12 agosto 2010

Parliamo di innovazione (2)

La seconda discovery skill: "Questioning"

"La cosa davvero difficile non è trovare le risposte giuste ma formulare le domande giuste" (Peter Drucker)

Gli imprenditori innovatori dovrebbero continuamente fare domande in grado di cambiare il sentire comune.
Dovrebbero cercare di cambiare le posizioni di partenza, immaginare l'opposto di quello che tutti immaginano, costringere il proprio pensiero verso nuove direzioni (la creatività ama le costrizioni).

Micheal Dell, della Dell Computer, racconta che la sua ispirazione è nata dalla domanda: perché i PC hanno un prezzo superiore di ben 5 volte il costo di ciascuna sua componente?


E voi? Siete persone che formulano spesso domande o avete il timore di risultare poco preparati?

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mercoledì 11 agosto 2010

Parliamo di innovazione

Quali sono le caratteristiche che ogni innovatore dovrebbe avere per portare la propria azienda al successo?
Esiste il DNA degli innovatori?

I tre professori Jeff Dyer, Hal Gregersen e Clay Christensen hanno messo sotto al microscopio abitudini e stili di vita di imprenditori innovatori per cercare di capire in cosa differiscono dagli altri imprenditori o dagli executive e hanno scoperto le 5 "discovery skill":

1) ASSOCIATING
2) QUESTIONING
3) OBSERVING
4) EXPERIMENTING
5) NETWORKING

La discovery skill n°1: "Associating"

Con "associating" definiamo la capacità di connettere tra loro questioni, problematiche, idee apparentemente non correlate poiché provenienti da campi e discipline diversi.

Pierre Omidyar, ad esempio, fondando Ebay ha connesso tre punti tra loro non correlati:



- la voglia di creare mercati più efficienti
- il suo disperato desiderio di collocare sul mercato i pezzi introvabili della collezione di Pez dispender
- l'inesistenza di un posto adatto per vendere questi tipi di prodotti.

Domani proseguiremo la nostra analisi delle 5 caratteristiche che fanno sì che una persona diventi un innovatore. Ma per iniziare, ritenete di avere questa prima caratteristica?

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martedì 10 agosto 2010

Pensare "fuori dagli schemi"

Il segreto per riuscire a far fronte ai rapidi cambiamenti del mondo di oggi consiste nell'essere creativi, nel pensare fuori dagli schemi.

Uno dei biografi di Isaac Newton racconta che nel 1663, quando il famoso scienziato era ancora studente a Cambridge, un giono smise di prendere appunti nel bel mezzo di una lezione e lasciò dozzine di pagine vuote prima di scrivere su una nuova pagina "Quaestiones quaedam philosophicae" (Alcune questioni filosofiche). Secono il biografo, questo  il momento in cui Newton si distacca dalla tradizione e comincia a mettere in discussione quello che gli viene insegnato e questa sua visione lo avrebbe portato a cambiare radicalmente la nostra visione dell'universo che ci circonda.

Pochi di noi arriveranno mai ad avere un'intuizione anche lontamente paragonabile alla sua ma mettere in discussione le idee consolidate, essere intellettualmente indipendenti e farsi influenzare più dai propri personali criteri di giudizio che da quelli della società e della professione è un principio sempre valido.

Una ricerca di BT e Management Today nel corso della quale è stato chiesto a manager e dirigenti quando avevano le loro idee migliori ha evidenziato quanto segue. Proviamo a vedere i risultati emersi:

- 7% in riunioni e sedute di brainstorming
- 18% a casa
- 17% durante i tragitti per andare e tornare dal lavoro
- 17% durante il tempo libero
- 15% in ufficio
- 12% in bagno
- 14% in altri posti, non so

E voi dove trovate le vostre idee migliori? :o)

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lunedì 9 agosto 2010

La mission

La definizione della mission consente all'organizzazione di esplicitare come e cosa intende conseguire e rappresenta il percorso ideale a cui aspira l'azienda per garantirsi la sopravvivenza sul mercato nel tempo.

Tale percorso, oltre ad essere un insieme di principi e di regole di comportamento, sempre più spesso diviene un mezzo informativo e di condivisione delle idee con l'organizzazione intera che vengono comunicate e fatte rispettare a tutti i livelli.

Il pericolo a cui va incontro l'azienda è quello di relegare la mission a mera descrizione dei prodotti e dei servizi offerti, mentre l'esigenza di chiarezza sul contenuto della mission si rende particolarmente necessaria quando si opera in realtà produttive di grandi dimensioni, con una struttura articolata per divisioni operanti in contesti prodotto/mercato/tecnologie diversi.
In questi e in altri contesti la mission assume il ruolo di chiaro emblema degli obiettivi di lungo periodo e facilita il management nel coordinamento dei sottosistemi aziendali.

Il processo decisionale che porta alla determinazione degli obiettivi rappresenta uno degli strumenti più potenti del management, infatti mediante l'esplicitazione della mission si favorisce un processo di miglioramento lungo un sentiero tracciato  dal top mangement e tradotto in strategie tramite la pianificazione strategica.
Tali obiettivi rappresentano contemporaneamente l'esplicitazione del fine aziendale e si focalizzano sugli sforzi che si rendono necessari per conseguirlo. Per questa ragione la mission ha un campo più ristretto rispetto alla vision, quindi è più concreta e facilmente visualizzabile.

Sulla base di questi ultimi devono essere individuati gli obiettivi strategici dell'organizzazione che scendono in maggior dettaglio rispetto alla mission, rimanendo comunque sempre piuttosto generali, poiché si riferiscono al lungo periodo.

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venerdì 6 agosto 2010

La vision

La vision è l'espressione di come l'impresa o l'organizzazione in generale pensa che dovrebbe essere, ovvero di ciò che essa aspira ad essere, del suo sogno, della sua massima aspirazione.

I concetti indicati nella vision sono a metà strada fra la realtà e l'immaginazione. E', tuttavia, utile sottolineare come il processo sottostante alla definizione dell'orientamento strategico di fondo non sia formalmente esplicitato, tanto è vero che non viene compreso all'interno della pianificazione strategica ma viene considerato a monte di questa.

Spesso si tende a considerare la vision come coincidente con il sistema di idee delle persone che sono parte dominante del soggetto econnomico dell'azienda.

Le aziende si trovano sempre più sottoposte ad una pressione competitiva che spinge il top management ad una chiara rappresentazione della propria visione sotto forma di "disegno" del tipo di azienda che si vorrebbe diventare.
Una vision non deve tenere conto soltanto di considerazioni di carattere economico ma deve riuscire ad oltrepassarle, perché solo in questo modo si riesce a formulare un insieme di principi che si differenziano dalla mission e che influenzano lo stile di lavoro dell'azienda.

Da tale vision deriva la formula imprenditoriale, ovvero l'atteggiamento che viene assunto nei confronti dell'ambiente esterno per determinare il campo di attività su cui costruire il progetto competitivo e di sviluppo dell'impresa.

La vision descrive una realtà non immediatamente realizzabile, ma realistica in un arco di tempo adeguato, ottenuta raggiungendo un equilibrio tra realismo e creatività, prudenza e volontà. Essa rappresenta la sintesi delle finalità aziendali e dello stile di leadership e di management.

E' importante che la vision sia particolarmente sensibile ai mutamenti ambientali perché, attualmente, le aziende di successo dimostrano come spesso la capacità di adeguarsi ai cambiamenti diventa la condizione fondamentale per riposizionarsi rapidamente sul mercato in condizioni di vantaggio competitivo e di soddisfacente redditività.

La vision è una sorta di esplicitazione dei valori di fondo su cui ruotano l'esistenza e lo scopo dell'azienda.
L'importanza dei valori per un'impresa è ritenuta essenziale da T. Watson dell'IBM che, in una famosa intervista, dichiarava che "ogni organizzazione per sopravvivere e ottenere successo deve avere un giusto insieme di valori su cui fondare tutte le sue politiche ed azioni...Il singolo fattore più importante del successo di una società è la fedele aderenza a quelle convinzioni".

I cambiamenti nella definizione della vision rappresentano il risultato di un processo di apprendimento innovativo che si realizza solo in un ambiente aziendale dove non si spegne la volontà di conoscere, imparare e capire ciò che avviene dentro e al di fuori dell'organizzazione.

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giovedì 5 agosto 2010

La Responsabilità Sociale

La Responsabilità Sociale non è solo rispetto delle leggi e del diritto ma è molto di più. Si potrebbe definire, infatti, come l'etica dei rapporti con gli stakeholder (cioè con tutti coloro che hanno un qualche interesse nei confronti dell'organizzazione che la applica).

E' la nuova logica di un sistema che si può chiamare "eco-sostenibile" e che include un concetto molto più ampio di quella che è la responsabilità dell'azienda.

Questa nuova filosofia si basa, infatti, da una parte sull'accettabilità sociale che si esplicita nel fatto che un'azienda deve tenere conto del contesto in cui è inserita, rendendosi accettabile da parte di tutti coloro con i quali si relaziona e dall'altra sul rispetto di alcune regole come, ad esempio, quella di avere dei green suppliers cioè dei fornitori che forniscono prodotti che sono già inseriti in una catena che prevede la loro distruzione alla fine del ciclo senza danni all'ambiente.

Ancora, si fa appello alla SA 8000 che prevede, ad esempio, di non utilizzare lavoratori con modalità contrarie a quanto previsto dalla Convenzione di Ginevra e a quelle regole di buon senso che dovrebbero portare a comprendere che un sistema non dovrebbe svilupparsi a scapito della creazione di nuovi poveri e sfruttati.

La Responsabilità Sociale deve investire tutti i dipartimenti aziendali. Pensiamo, ad esempio, alla logistica e alla situazione in cui versano le nostre arterie stradali che, con il massiccio inquinamento che producono, hanno un impatto devastante sull'ambiente.

Per ogni cittadino, ad oggi, bisogna portare 8 kg. di prodotto fisico da qualche parte (al supermercato, nel negozio, a casa sua, al distributore di benzina ecc.). Una quantità enorme!
Se poi pensate che per trasportare questi 8 chili fino a farli arrivare al consumatore finale ne spostiamo ben 20.000 su una distanza media di 130 Km. (dati del Sole 24 Ore), vi renderete conto come tutto questo si possa considerare una vera e propria follia.

Evidentemente il sistema non funziona tanto bene ed è per questo che in un'ottica di Responsabilità Sociale chi si occupa di logistica deve affrontare anche questo problema.

Nel vostro piccolo in che modo cercate di essere socialmente responsabili?

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mercoledì 4 agosto 2010

Poka-yoke - "Pillole" di Lean manufacturing

Il poka-yoke, in inglese, è conosciuto come mistake full proofing (totalmente a prova di errore).

E' una tecnica che serve per evitare errori durante il lavoro ed è la derivazione di due parole giapponesi "poka" (errore) e "yoka" (prevenzione).

Il poka-yoke agisce sul flusso di lavoro e consente di prevenire eventuali errori da parte del personale.
Il flusso di lavoro può essere così descritto: a fronte di precise istruzioni di lavoro (informazioni), il lavoratore operando sulla base di procedure prestabilite (metodi) e utilizzando attrezzature, macchine e impianti lavora su materie prime e componenti (materiali) per realizzare un determinato manufatto.

Un esempio molto semplice di sistema poka-yoke è la spina elettrica che può essere inserita nella presa solo in un certo modo.



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martedì 3 agosto 2010

Settaggi veloci con lo SMED - "Pillole" di Lean manufacturing

Un attrezzaggio (set up) e/o cambio di produzione efficiente richiede la conoscenza della struttura e funzionalità della macchina e relativi accessori, supportata dall'abilità nelle attività di montaggio, smontaggio, misurazione, centratura, aggiustaggio, calibratura, ecc. del personale.

Il metodo SMED (Single Minute Exchange of Dies) consente, attraverso un lavoro in team, di ridurre i tempi di attrezzaggio e/o cambio produzione al di sotto di un tempo espresso in minuti, inferiore alle due cifre (09 minuti).

Qualcuno conosce questa metodologia e la utilizza?

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lunedì 2 agosto 2010

La TPM - "Pillole" di Lean manufacturing

La TPM (Total Productive Maintenance o manutenzione produttiva) è l'insieme delle tecniche e delle metodologie tendenti a massimizzare lo sfruttamento delle capacità degli impianti, rispettando un corretto equilibrio fra i costi di manutenzione e l'economia della produzione.

Tale obiettivo è perseguito attraverso il coinvolgimento del personale che viene motivato nelle attività di manutenzione autonoma.

L'utilizzo degli impianti aggiunge valore alla produzione, valore che viene normalmente limitato da una certa quantità di perdite di capacità produttiva. Dato che le necessità di efficienza sono legate al tipo di industria, ai metodi di produzione, alle condizioni degli impianti, al livello della manodopera e dei tecnici, ogni azienda deve sviluppare un suo specifico programma di attività.
Vi sono, tuttavia, alcune attività di base che possiamo definire comuni e che sono applicate nella maggioranza dei casi:

- miglioramento ed efficienza degli impianti con l'eliminazione delle sei big losses (le sei grandi perdite)
- un programma di manutenzione autonoma
- ottimizzazione dei programmi di manutenzione del servizio manutenzione
- formzione continua degli operatori degli impainti e del personale della manutenzione
- attuazione della metodologia di prevenzione della manutenzione, in particolare nelle fasi iniziali del ciclo di vita dell'impianto.

Un particolare significato assumono le sei big losses che sono state raggruppate da Nakajima e utilizzate per costruire un indice di riferimento, denominato OEE (Overall Equipment Effectiveness).
Le sei grandi perdite o sprechi sono:

- fermo macchina
- set up e aggiustamenti
- piccole fermate
- velocità ridotta
- materiali scartati nella fase di start up
- materiali scartati nella fase di produzione

L'indice OEE misura l'efficienza globale dell'impianto ed è determinato come prodotto di tre indici:
OEE= grado di disponibilità x quota efficienza x quota qualità

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